THE KILLER è un capolavoro e il senso dello spettacolo del regista John Woo non ha attualmente paragoni in tutto il mondo. I suoi due protagonisti maschili fanno fuori da soli più banditi di Stallone e Bruce Willis messi insieme e moltiplicati per cento. La quantità di morti violente in THE KILLER è impressionante e l'incredibile finale nella chiesa ne conta non meno di una cinquantina. Ma Woo usa le sparatorie allo stesso modo con cui Spencer e Hill usavano i pugni e a lungo andare l'esagerazione permette di non intendere il gesto violento come ciò che in realtà è. E infatti qui restiamo troppo impressionati dalle mille trovate in scena per accorgerci di quello che veramente sta accadendo....Leggi tutto Ma attenzione: THE KILLER non è solo sangue e morte ma anche la toccante storia di amicizie inattese che si incontrano e si incrociano. Ogni personaggio ha una sua dimensione precisa, vive e pensa autonomamente, ci lascia intravedere le sfumature caratteriali che nei corrispondenti film americani (Woo è di Hong Kong) nemmeno si possono immaginare. L'uso costante dell’immagine rallentata, la splendida e calzante colonna sonora, una fotografia eccellente, il montaggio spezzato, le dissolvenze a immagine bloccata, le carrellate velocissime, i primi piani perfetti, una superba direzione degli attori, una messinscena d’effetto, sono solo alcuni degli infiniti pregi di un'opera esteticamente rivoluzionaria e impeccabile al tempo stesso. Woo fa sembrare gli action di Hollywood vecchie reliquie di un cinema ormai passato, sepolto. Mozzafiato!
Il canto del cigno del genere gangster-movie Hongkonghese. Qui John Woo dà tutto se stesso e mette in scena un film incredibilmente avvincente, con una carica di violenza elevata al cubo. Straordinario Chow Yun-Fat, un killer con un suo codice d'onore da rispettare fino alla morte. Incredibili scene con uno scontro finale da antologia in un luogo suggestivo ed apparentemente inviolabile. Ineguagliabile.
The Killer è essenzialmente l'ultimo noir moderno. L'Ultimo film d'azione (anche se poi ne ha ispirati tantissimi altri, basta vedere il dialogo tra Jackson e De Niro in Jackie Brown). L'Ultimo grande discendente di un ideale romantico fondato sull'onore, la professionalità e il sacrificio. Woo, cineasta diseguale, ma sempre geniale fautore di grandi "momenti" cinematografici è una sorta di perverso incrocio tra Peckinpah e Melville (esplicitamente citati), e con questo film crea uno di quei colpi al cuore impossibili da dimenticare.
Il miglior film d'azione in assoluto. Regia assolutamente rivoluzionaria: irrefrenabile, folgorante e con una capacità unica nel girare le scene d'azione. La storia sviluppa al massimo le tematiche centrali del cinema di Woo come amore, onore e amicizia e allo stesso tempo raggiunge livelli di emozione e coinvolgimento raramente eguagliati. Il finale è di una bellezza e crudeltà rara. Assolutamente straordinari tutti gli attori. Musiche bellissime e adattissime. Capolavoro assoluto.
Un regista che da un film così, crudo, ultraviolento, riesce anche a metterci della poesia, del sentimento, non può che essere un grande, come grande esempio di cinema è tale pellicola. Ovvio che ciò che colpisce di più sono le sparatorie, le escuzioni, la freddezza del protagonista quando “lavora” (la prima scena è già un massacro). Eppure, da tutto ciò, Woo estrapola una storia d’amore e di protezione nata come conseguenza di… Segnalo: le varie sparatorie con fantastici ralenti e “Lascio sempre un proiettile per me, o per l’altro stronzo”.
MEMORABILE: In chiesa. "Credi in Dio?". "Mai visto, ma mi piace la faccia di quello lì sulla croce".
Il capolavoro di John Woo. Tutto ciò che di buono era stato seminato nei film precedenti è portato a definitiva maturazione in questa summa del Woo-pensiero: onore ed amicizia sono i temi portanti di una storia che riesce ad essere poetica, drammatica ed adrenalinica contemporaneamente. Le scene d'azione, da sempre marchio di fabbrica del regista, sono ovviamente orchestrate come Dio comanda, eccessive ma rigorose. Chow Yun-Fat entra definitivamente nella mitologia del cinema. Giù il cappello.
MEMORABILE: Chow Yun-Fat che suona malinconicamente l'armonica guardando fuori dalla finestra.
Stiamo parlando di un capolavoro, un film che al confronto gli action movie americani sono giocattoli per i bimbi (il che poi è vero in molti casi). Woo ha un senso dell'azione non comune, un'ottima tecnica registica e come direttore d'attori è bravo. Difficile trovare dei personaggi meglio caratterizzati in un hard-boiled, difficile fare un film del genere in America e infatti quando Woo è emigrato ha dato spazio solo all'azione tralasciando la vera anima crepuscolare della sua filmografia Honkonghese.
Da vedere almeno due volte, meglio se in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Si può così ancor di più apprezzare quanto sia perfetta la miscela tra il lato umano della storia e le scene di azione pura. Non ricordo di aver mai visto tanta perfezione nella realizzazione delle sparatorie (neppure in un film di guerra) ed è evidente la cura maniacale e l’orchestrazione di insieme del set che hanno consentito un tale sensazionale risultato. Eccellenti sono la regia, gli attori protagonisti e la colonna sonora. Pirotecnico e commovente.
Capolavorica ballata romantica e nichilista sorretta da una tecnica sopraffina che innalza l'epica del racconto e l’estetica della violenza parossistica a sublimazione visiva e astratta dell’action-movie a tinte noir. Il killer eroe dai profondi valori umani in perenne lotta per l’onore e la dignità, l’amicizia virile, il senso di protezione, fratellanza, altruismo, umana pietas: il tutto accompagnato da echi Melvilliani e Peckinpahiani per una sinfonia chiaroscurale di struggente e intensa efficacia redentoria. ****
MEMORABILE: La scena nell'ospedale; I movimenti fulminei della mdp che letteralmente "danza" tra i corpi e le pistole.
John Woo raggiunge la perfezione, coadiuvando le fantastiche sequenze action con un pessimismo di fondo degno dei migliori noir della storia. Chow Yun-Fat calato a meraviglia nel personaggio interpretato: un classico ed al contempo toccante killer che improvvisamente, o quasi, si ravvede e rivede, eticamente parlando, le proprie priorità. L'amicizia è la consueta via di fuga, che in questo caso non si rivelerà poi così consolatoria, anzi... potremmo chiamarla un palliativo. Il pensare al futuro del personaggio di Sally Yeh risulta atroce. ****1/2
Vertice assoluto della filmografia in patria del regista cino-americano John Woo, The Killer non è (solo) un film d'azione iperviolento e splendidamente girato (con invenzioni di regia che verranno copiate per anni in occidente) ma anche un film che riesce ad inserire in un genere fortemente caratterizzato come il gangster movie, alcuni elementi poetici e sentimentali (quali i temi dell'amicizia e della lealtà, nonchè il senso religioso) che ne fanno un'opera personalissima da ricordare.
Il mio film preferito (almeno tra i drammatici): tematiche e situazioni rimandano a Melville, Peckinpah, Scorsese, Leone e altri. Ma al tempo stesso Woo sfoggia il suo stile fiammeggiante e vanamente imitato da tutto l’action occidentale anni ’90. Ma diverso è anche il modo d’intendere la violenza: per l’occidentale è uno sfogo di rabbia autodistruttiva, per il luterano Woo è un sacrificio necessario per ricostruire i valori perduti e raggiungere la redenzione (le colombe, simbolo del sacrificio pasquale, parlano chiaro. Immenso.
Il capolavoro assoluto di John Woo, senza alcun dubbio. Una trama originale, un ritmo serrato e coinvolgente, soluzioni registiche audaci ed efficaci, attori perfettamente in parte. Sarebbe riduttivo considerarlo un semplice action-movie, perchè lo stile di Woo sublima la violenza grafica in una dimensione quasi filosofica, e raccoglie tradizioni multiculturali in una sintesi personale e affascinante.
L'indiscusso capolavoro di John Woo, un'opera meravigliosa in cui convivono, armonizzati alla perfezione, noir di matrice americana e melodramma sentimentale, azione forsennata ed afflato nostalgico, delicata poesia e violenza parossistica. Chow Yun Fat si cala anima e corpo in una figura tragicamente moderna ma dalle forti connotazioni epiche, un eroe d'altri tempi, votato indissolubilmente al dogma dell'onore cavalleresco. La coreografica orchestrazione dei passaggi più violenti eleva definitivamente l'autore di Hong Kong ad esteta dei sentimenti umani. Il miglior action-noir di sempre.
MEMORABILE: Il dualismo sicario/poliziotto che si sublima magnificamente in un montaggio che in più passaggi sfuma dalle azioni del primo ai movimenti del secondo.
Bella storia di un sicario che si innamora di una donna da egli stesso ferita e cerca di mollare tutto per andarsene altrove ad accudire la sua bella. Film d'azione in cui le scene di dialogo e di rilessione sono migliori e più intense delle sparatorie, ben fatte ma francamente inverosimili ed eccessive. Talvolta cade un po' nel melenso con l'uso di musiche struggenti e ricordi sfuocati.
MEMORABILE: La scena di stallo a pistole puntate nella corsia dell'ospedale.
Il canto del cigno del cinema action orientale, è uno straordinario film che fa impallidire per ritmo, tensione emotiva e violenza, le pellicole occidentali. Raramente la regia ha contato così tanto in un film di genere: le scene d’azione sono girate con grande maestria e sono coreografate in modo indimenticabile. Non è un caso che tanto cinema occidentale, ma forse in pochi lo sanno, abbia attinto a piene mani da questo gioiello. Chi conosce il regista (nella sua fase pre-americana) sa a cosa va incontro, gli altri ci si avvicinino con cautela: potrebbero non gradire.
Visto a più di vent'anni dalla sua realizzazione, The killer appare come il perfetto trade-union tra i film di genere anni Settanta e Quentin Tarantino. Anche coloro che non apprezzano le scene violente (numerosissime dall'inizio alla fine del film) potranno restare colpiti dalla solidità della trama e dall'ottima caratterizzazione dei due nemici/amici. La colonna sonora che accompagna il grand guignol è meravigliosa.
Uno dei migliori film d'azione della storia del cinema, ma non è soltanto un film d'azione. Con una buona trama alle spalle, John Woo esprime le tematiche a lui più care (l'amicizia, l'onore, il rimorso) al massimo grado, gestendo discretamente bene anche la potenzialmente insidiosissima sottotrama sentimentale. La buona prova del cast e le belle musiche fanno il resto, ma a rimanere impresse sono, inevitabilmente, le numerose sparatorie, in particolare quella conclusiva, veramente da antologia.
L'apice assoluto di John Woo; un film d'azione epocale, superiore a qualsivoglia pellicola dello stesso genere. Il regista confeziona un'opera completa e perfetta grazie a sparatorie che sembrano non finire mai confezionate magnificamente; il tutto è accompagnato da sentimenti e valori veri quali l'amore, l'amicizia, la fratellanza e il rispetto reciproco (già presenti in A better tommorrow, ma qui ben più marcati). Yun-Fat è il vero protagonista, ma a dirla tutta anche il resto del cast non sbaglia nulla. Capolavoro!
Un killer che vorrebbe ridare la vista ad una cantante da lui incidentalmente ferita durante una missione, un poliziotto testardo che gli dà la caccia ma ne apprezza il senso dell'onore. Woo intreccia un'amicizia impossibile con un amore letteralmente cieco in un melodramma miracolosamente in equilibrio fra patetico e sublime. Le scene d'azione coreografate come balletti e i confronti diretti cristallizzati in gesti statuari hanno talmente influenzato il cinema d'azione successivo da diventare maniera, ma qui siamo in presenza della matrice, da contestualizzare per apprezzare pienamente,
Fumettone in cui lo spettacolo è inversamente proporzionale alla logica, da vedere se non si ha di meglio da fare. Caratterizzato da un montaggio adrenalinico nelle scene d'azione, senza naturalmente contare i colpi di un caricatore in un'automatica e ben pochi elementi di balistica, è un film girato con stile molto personale senz'altro più elevato rispetto alla paccottiglia orientale di cui ci giungono per fortuna dei deboli residui. Tanto spettacolo, "romanticismo" rudimentale e grande tecnica. Transeat.
Bastano i primi cinque minuti di mattanza muta per capire che pellicola ci aspetta. Woo impasta con abilità storie di malavita, sentimenti e amicizia creando un action movie in salsa noir dal ritmo davvero frenetico. Ottimo Chow Yun-fat ("l'Alain Delon di Hong-kong") un habitué per questi ruoli, discreta prova anche per Danny Lee. Da evidenziare la cura nei dialoghi, ma le numerose sparatorie, per quanto ben girate, risultano implausibili e portate all'eccesso, specialmente nel finale (un caricatore svuotato per ogni persona uccisa...).
MEMORABILE: I numerosi testa-testa tra i protagonisti.
Svolta di John Woo dopo i due rivoluzionari A Better Tomorrow. Mentre inizialmente il suo action era contraddistinto da toni più leggeri, a tratti comici nel primo capitolo (comunque senza far mai mancare il melodramma), qui si vira decisamente verso la tragedia shakespeariana e il cambio di tono non sempre giova al film, che perde la qualità dei precedenti anche per colpa di un nuovo direttore della fotografia che "accende tutto" e musiche non così centrat. Comunque indimenticabili le scene d'azione e i rapporti d'amicizia tra i personaggi, che sfociano nel bellissimo finale.
Sicario ferisce accidentalmente una cantante e cerca di rimediare. Uno degli action migliori di sempre, segue gli stilemi anni 80: abbondanza di ralenti, fotografia sgranata e musiche a corredo. Woo accentua gli scontri e riesce a dare sempre connotati dinamici che vanno oltre la pura violenza. La trama riguarda anche l'onore, l'amicizia e evita sdolcinature. La conclusione è spettacolare portando all’eccesso la resa dei conti. Enorme il contributo che il film ha dato al cinema occidentale; presenti anche citazioni (Duello al sole).
MEMORABILE: Le pistole puntate in viso; Mascherato all'aeroporto; La ferita bruciata; Il mancato abbraccio finale.
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Nel libro di Wensley Clarkson TARANTINO - THE MAN, THE MYTHS AND HIS MOVIES edito nel 2007 viene citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la carriera registica di Quentin Tarantino.