Il sorriso del capo - Documentario (2011)

Splendido documentario di montaggio firmato da Bechis che, attingendo allo sterminato ed “aureo” archivio del Luce, analizza il rapporto tra il popolo italico ed il suo “sorridente” capo. Non c’è alcun commento a quanto si sussegue sullo schermo ma solo, ogni tanto, una voce in sottofondo di chi una volta fu fascista. Le immagini sono di rara potenza ed efficacia, dicono più di mille parole e, per una volta, sono davvero quasi tutte inedite e funzionali allo scopo. Bello, importante, da non perdere.

Il carisma del capo è una delle condizioni per l'esistenza e il mantenimento del consenso in ogni regime totalitario. Attraverso le memorie del padre Riccardo e materiale d'archivio (documenti storici e sketch), Bechis analizza il caso del Fascismo, in particolare il rapporto capo-popolo, la propaganda guerrafondaia e antipacifista, il culto della virulenza e della produttività. Ancora senza risposta l'interrogativo finale: com'è stato possibile che i discorsi del Duce, oggi assimilabili ad una «comica di Charlot», abbiano commosso e soggiogato milioni di persone?

Parziale delusione. Bechis sceglie una via nuova, infischiandosi lecitamente della cronologia e usa come filo conduttore il discorso di Torino (24/10/1932), spezzettandolo in più parti, ma creando così un meccanismo potenzialmente problematico: che c'entra Hitler, che pare ascoltare Mussolini? Interessanti le dichiarazioni fuori campo del padre di Bechis, ma l'ultima non è condivisibile: non si può usare un criterio contemporaneo per valutare un tipo di comunicazione usato 80 anni prima. Censurati fucilazione e scempio del corpo di Tullio Santi (Mestre, 30/4/1945). Meglio Naldini.