Margin call - Film (2011)

Margin call
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Greymouser 2/12/11 15:51 - 1458 commenti

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Forse il migliore fra i film dedicati alla grande crisi, il lavoro di Chandor gioca sul filo delle atmosfere notturne e crepuscolari, in tutti i sensi, che fanno da scenario all'evolversi del dramma. La globalità del disastro non è prolissamente spiegata, ma vien fatta emergere dalle reazioni e dalle dinamiche individuali, affidate ad attori di vaglia e ad altri meno noti ma qui altrettanto ispirati. Felicemente lontano da caratterizzazioni eccessivamente manicheiste e moralistiche: ben fatto.

Capannelle 1/12/11 10:37 - 4394 commenti

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Film indipendente che racconta la crisi finanziaria dal di dentro (ovvero le viscere non ancora putrefatte di Lehman Brothers) in modo sobrio ma determinato, per intendersi senza le divagazioni di Oliver Stone e le banalità da tg ma con una progressione e una incisività che dialoghi e attori (funziona l'amalgama tra famosi e meno famosi) sanno rendere molto bene. Chandor scrive e dirige con classe e gioca il dramma sui volti di persone poco abituate al dubbio e sull'atmosfera rarefatta (prettamente notturna) di sale riunioni e sale operative.
MEMORABILE: "Vuoi vendere sul mercato roba che tu stesso sai non valere nulla?" "No, venderò a persone che vogliono comprare ai normali prezzi di mercato".

Daniela 21/02/12 07:49 - 12606 commenti

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Sorprendente opera prima indipendente che condensa nell'arco di una manciata di ore il manifestarsi di quella metastasi del capitalismo di cui tutti subiamo ancora le conseguenze, Margin Call è un thriller finanziario che intriga ed inquieta senza ricorrere a pistolotti moralistici o facili scorciatoie spettacolari. Merito di una sceneggiatura molto calibrata, di dialoghi serrati, di un cast eccellente che privilegia il lavoro di squadra rispetto all'assolo individuale, anche se Spacey si ritaglia uno spazio particolare nel finale amaro.
MEMORABILE: "Me lo spieghi come se parlasse ad un bambino... o a golden retriever"

Tarabas 24/05/12 12:15 - 1878 commenti

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Un Michael Clayton senza il protagonista. I protagonisti del film sono impiegati di concetto dell'avidità dagli stipendi a cinque zeri. Esce uno, entra l'altro, il gioco continua e la pallina gira nella roulette. Nessuno resta impresso, nonostante il cast e l'ottima recitazione. La morale pare essere che il meccanismo è troppo più forte di tutti. Nessuno ha veramente scelta. Il regista usa bene gli interni, credo imposti dal budget e la confezione è di gran classe. Ma la sensazione è di un film di puro racconto di fatti, senza vero dramma, senza climax.

Magnetti 2/06/12 07:33 - 1103 commenti

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Interessante film sulla grande crisi economica mondiale di questi ultimi anni: girato quasi in tempo reale evidenzia bene come le grandi finanziarie costituiscano un enorme volano degli indicatori economici (al rialzo al ribasso). La buona regia è supportata da un ottimo cast, molto affiatato con dialoghi interessanti. Il tono sommesso, senza sensazionalismi, è mantenuto per tutto il film fino al finale commovente e anche patetico. Menzione speciale per Jeremy Irons che incarna bene lo spirito dell'indomito imprenditore (e non si scompone mai).

Cloack 77 15/06/12 20:25 - 547 commenti

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Tutto sembra stia per crollare finché non compare Irons, fra interpretazione e identificazione "spettrale"; giunge dal cielo in un bagliore, i suoi passi non fanno rumore, finge di non comprendere ma in un momento il quadro si scopre. Indica, ordina, impone il martirio poi sale in cielo a mangiare. Il domani sarà per gli uomini. Attori perfetti, sceneggiatura tesa, teatrale, grande film al quale manca solo una scena madre, quella sbalorditiva da lasciare a bocca aperta.

Cotola 16/08/12 01:38 - 8998 commenti

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Uno dei quei film che fanno male poichè tremendamente veri, alla fine del quale, come su un campo di battaglia, non ci sono vincitori ma solo vinti ed inizia la conta dei "morti". L'inizio della fine (la crisi economica) è messo in scena con grande abilità e sobrietà: nessun sensazionalismo, nessun moralismo, nessuna retorica da quattro soldi. La sceneggiatura è lucida e spietata così come i fatti che accadono, la regia è corretta (ci sarà tempo per crescere); il ritmo è alto nonostante la verbosità del tutto; il cast in grandissima forma. Tutto ciò da un esordiente: chapeau.

Jandileida 30/08/12 09:01 - 1558 commenti

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Le grandi banche di affari, sicure di aver il mondo in mano, decisero di incrementare i profitti vendendo della cacca, lasciando poi noi a pulire. Molto più filmica di Too big too fail, girata con molta più classe e senso dei tempi cinematografici, questa pellicola è un ottimo prodotto che scandaglia l'inizio della fine attraverso i caratteri dei vari protagonisti che, pur essendo un po' troppo "accettati", risultano realistici e rendono la storia coinvolgente. Non c'è bisogno di pistolotti moraleggianti perché la realtà è sotto gli occhi di tutti.

Galbo 17/09/12 14:49 - 12372 commenti

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La crisi economica ancora in pieno sviluppo provocata da uno sparuto gruppo di cinici affaristi senza scrupoli. Margin call mostra il re nudo con estrema efficacia; quasi un dramma teatrale da camera nel quale contano soprattutto i dialoghi che pur talora ostici a causa di tecnicismi, rappresentano l'essenza della pellicola e sono fondamentali per la sua riuscita insieme al gruppo di efficacissimi interpreti, Irons e Spacey su tutti.

Didda23 5/11/12 19:40 - 2424 commenti

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L'esordiente Chandor gira con classicismo un'opera molto intensa, all'interno della qualle i dialoghi la fanno da padrone. Il mondo della finanza viene raccontato con ficcante dinamismo attraverso l'uso di un linguaggio realista di non facile comprensione. Interpretazione magistrale del cast, nel quale spiccano le prove di due calibri da novanta come Irons (leggermente invecchiato) e Spacey. il regista ha tutte le carte in regola per sfondare.

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Harrys 27/11/12 19:00 - 687 commenti

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Margin Call può essere accostato ai recenti Contagion e Shame: distanti nel plot ma strettamente correlati nello stile e nel dunque. Il rigore che rimanda inevitabilmente a un'alterità astratta, essenziale e atavica; la capacità di inglobare il pensiero in un accadimento che contempli i massimi sistemi; lo spirito corale che contribuisce a sfiorare corde affettive e a non rinchiudersi nel vicolo cieco della partigianeria... Tutti elementi che rendono l'esordio di Chandor memorabile. Lo script "tecnico" non rischia di rovinare la visione. ****1/2

Ilcassiere 2/01/13 14:31 - 284 commenti

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Verrebbe da dire "non posso credere che sia andata proprio così" e invece probabilmente questo film ci mostra proprio come è andata e quanto assurdo sia stato. Anche se di tutt'altro genere, mi ha fatto ricordare Capitalism di Moore, per come mette a nudo l'incredibile nulla che si nasconde sotto le speculazioni finanziarie. Bravi il regista (esordiente!) e il cast: ci mostrano come l'avidità può diventare cecità.

Nando 19/05/13 23:04 - 3806 commenti

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La crisi economica vista con gli occhi degli analisti bancari che evidenziano lo sciacallaggio imperante di tali soggetti. La crisi è¨ vista all'interno con valido realismo e senza orpelli inverosimili. Cast altisonante con un magnetico Irons, un sempre valido Spacey e un sorprendente Bettany. Solido.

Piero68 20/05/13 08:59 - 2955 commenti

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Girato quasi in stile documentaristico il film dovrebbe rappesentare, nelle intenzioni di un esordiente Chandor, regista e sceneggiatore, le 24 ore immediatamente successive all'azione che ha dato il la alla più grossa crisi finanziaria di sempre. Vero o meno che sia, il film è girato con gusto e si avvale di un ottimo cast magicamente calato nella parte. Quasi documentaristico ha il pregio di riuscire a far capire anche ai più, nonostante i numerosi tecnicismi assurdi, i veri motivi della crisi.
MEMORABILE: Tucci: "Sai, una volta ho costruito un ponte..."; Il vice-capo a Peter: "Quindi Lei progetta razzi!?"

Cangaceiro 10/06/13 15:18 - 982 commenti

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Più angosciante rispetto al romanzato The company men racchiude in una sola notte gli orrori di anni di speculazione finanziaria scoperchiando il vaso di Pandora in modo ineluttabile (c'è tanta disperazione latente nell'aria) e doloroso. Sullo schermo vediamo solo morti che camminano, burattini inebetiti da cifre astronomiche e decenni passati davanti a un monitor, totalmente incapaci di affrontare la realtà. Chandor tratteggia alcuni personaggi con mano ambigua. Prendiamo Tucci: prima pontifica (o vaneggia?) sotto casa poi torna comodamente all'ovile...

Kinodrop 12/02/14 15:23 - 2909 commenti

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Il film documenta dall'interno il crollo finanziario minato dalla speculazione e dal cinismo affaristico. L'azione si svolge nei patinati uffici della holding dove nell'arco di una nottata si cercano soluzioni drastiche alla crisi stessa. I personaggi si muovono come squali ormai prigionieri della spietata legge economica che loro stessi hanno alimentato. Ottimi i protagonisti principali, Spacey, Moore e Irons, ben supportati da attori meno conosciuti ma nella parte. I tecnicismi finanziari e certe lentezze pesano sulla fruibilità del film.
MEMORABILE: La legge ciclica del capitalismo spiegata nel finale da Irons.

Saintgifts 22/12/14 09:42 - 4098 commenti

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Il cane di Sam Rogers (Spacey), evidentemente una figura metaforica, sta per morire ucciso da una malattia procuratagli (sempre metaforicamente) dal padrone stesso, che pure gli vuole bene. Potrebbe essere tutto qui il senso del film, che tratta magistralmente della improvvisa (ma non tanto) scoperta che certi titoli - ideati per speculare - stavano preparando danni enormi sfociando poi nella crisi finanziaria i cui strascichi sono tuttora in atto. La perversione del sistema viene rivelata dalla difficoltà stessa di scoprire le cifre in ballo.
MEMORABILE: Il finale, con il rumore della pala che prosegue nei titoli di coda.

Pigro 7/02/15 19:42 - 9624 commenti

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La grande finanza, i grandi intrighi, le dinamiche personali tra rivalità e licenziamenti: temi ricorrenti che qui si rapprendono attorno all’episodio scatenante la grande crisi mondiale del 2008, di cui il film rappresenta in qualche modo un riassunto concentrato in una notte. Attori impeccabili, ma sceneggiatura scialba, al limite della presa in giro (almeno 4 o 5 volte gli esperti chiedono ai colleghi di spiegare in modo elementare perché non vogliono sforzarsi!) con moduli narrativi da serie tv, e regia senza voli e senza vera tensione.

Myvincent 13/03/15 07:29 - 3722 commenti

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Un film tosto sulla bolla finanziaria e sulle dinamiche del default finanziario di una grossa banca di credito americana. Un dietro le quinte clamoroso raccontato con la "tragica quiete" che ogni componente umano vive, in base al ruolo giocato. Poca musica di sottofondo e tanti nervi scoperti, grazie a una regia solita e un cast favoloso (Kevin Spacey, Jeremy Irons, Paul Bettany). Uno spazio anche per la rediviva Demi Moore.

Giùan 31/05/15 22:03 - 4528 commenti

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Tra le sorprese più atrocemente piacevoli dell'ultimo anno di visioni cinematografiche. La esemplarità della vicenda dà modo a Chandor di delineare con puntualità drammaturgica e schietta sensibilità registica il paradigma del capitalismo contemporaneo: colpirne 100 (mila) per arricchirne 1 (e il suo miserevole codazzo). La veggenza iconoclasta di Bresson è lontana eppure era da memorabile tempo cinematografico che non s'annusava tanta ripulsa verso il presumibile sulfureo tanfo dell'argent. Straordinaria la progressione dialogica consentita dal cast.
MEMORABILE: L'arrivo di Irons in elicottero; La riunione esplicativa presieduta da Irons; Il volto di Spacey; Le gambe della Moore.

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Il ferrini 28/11/15 00:31 - 2337 commenti

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Prove attoriali strepitose, dal giovane Zachary Quinto allo spietato Jeremy Irons passando ovviamente per il monumentale Kevin Spacey, qui sposato con Mary McDonnell (la madre di Donnie Darko). Si tratta di un thriller finanziario, ma non sono i tecnicismi il fulcro del film quanto piuttosto le reazioni dei vari personaggi di fronte alla catastrofe economica cui stanno, volenti o nolenti, per dare inizio. Sorprendente che si tratti praticamente di un'opera prima (Chandor aveva al suo attivo solo un lungometraggio, Despacito, del 2004).
MEMORABILE: Spacey che scava la fossa al suo cane.

Josephtura 16/06/16 16:29 - 188 commenti

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Un film che mi ha sorpreso e coinvolto per l'atmosfera. Sceneggiatura semplice ma efficace,m grande attenzione ai dettagli della storia, che credo facciano la differenza tra un lavoro di routine e uno di talento. Un film tanto più "pulito" quanto drammatica è la vicenda raccontata: un cataclisma si sta abbattendo sul mondo finanziario. Si può sopravvivere? Chi? Come?

Paulaster 18/05/17 10:44 - 4375 commenti

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La notte in cui si capì che i subprime non avrebbero avuto più alcun valore e chi poté corse ai ripari vendendo tutto. Inizio promettente che dà un volto realistico spiegando la falla tecnica. Con l'arrivo di Irons si vira nel moralistico e l'avvicinarsi dell'alba smorza l'adrenalina della scoperta del danno. Alla fine resta il solito pistolotto sulla finanza necessaria e la chiusa "terrena" è forzata a dir poco. Regìa non male: nelle inquadrature dà forza ai personaggi.
MEMORABILE: Il licenziamento a Tucci.

Puppigallo 18/06/23 15:16 - 5252 commenti

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Una convincente prova attoriale fa sì che questa pellicola esente da ritmo possa in realtà trovarlo nei botta e risposta, nel diverso comportamento di chi è più vicino alla vetta del comando o lontano da essa. Gli attori di punta trainano anche le cosiddette seconde linee; e l'avvicinamento al dunque, quando le sanguinose decisioni verranno prese dagli "squali", è reso piuttosto bene, dando l'idea del cammino di un condannato verso il patibolo, che sarà comunque meglio di chi (gli ignari possessori di azioni) è già morto e non lo sa. Riuscito.
MEMORABILE: Il passaggio di chiavetta; "Molti di noi non ce la faranno"; Seduti sui gradini; "Da quando sei diventato uno smidollato?"; "Sono solo soldi".
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  • Discussione Tarabas • 21/01/14 17:32
    Segretario - 2069 interventi
    Daniela, se può consolarti, io faccio l'avvocato societario e lavoro in un gruppo bancario, ma la maggior parte delle operazioni di cui si parla nel film mi è risultata "araba".
    Ciò peraltro vale anche per i miei colleghi della finanza, salvo gli specialisti dei singoli settori.
    Il che realizza peraltro il famoso detto "Lo specialista è uno che sa sempre di più su sempre meno, fino a sapere tutto di nulla".

    La voce che traduce il titolo del film nel glossario, salvo errori, è questa qui (più precisamente "Richiamo del margine di garanzia"):

    http://www.bankpedia.org/index.php/it/115-italian/m/21012-margine-di-garanzia
    Ultima modifica: 21/01/14 17:35 da Tarabas
  • Discussione Daniela • 22/01/14 08:12
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Capannelle, in calce alla curiosità annoti "il titolo complicato non deve spaventare perchè il film è assolutamente comprensibile": santa polenta, così dai un altro ben calcio alla mia autostima!!!!

    Per fortuna l'intervento del buon Tarabas mi ha raccattato il morale a terra.
    La voce su bankpedia (a proposito, non ne conoscevo l'esistenza, tornerà utile in altre occasioni) ha rischiarato il buio, ma perdura la nebbia.
    Devo averci un blocco mentale per certi argomenti....
  • Discussione Capannelle • 22/01/14 11:19
    Scrivano - 3473 interventi
    L'ho scritto perchè secondo me non comprendere quella voce finanziaria non è essenziale per godersi la bellezza del film.

    Col beneficio del dubbio eh, ti dico che quel che ho capito io: se voglio comprare/vendere in borsa dei titoli speculativi (=dove posso guadagnare o perdere tanto) devo mettere da parte un tot di denaro a garanzia (margin).
    Se dopo aver comprato/venduto, mi rimangono in mano tanti, troppi titoli che cominciano a perdere valore di brutto, allora possono chiedermi (call) di aggiungere altri soldi a garanzia. Perchè sono seduto su una bomba a orologeria.
    Se non sono in grado di farlo, perchè ormai ho investito quasi tutto e ho poco cash, possono chiudermi la posizione e rimarrei con un pugno di mosche.
    Ultima modifica: 22/01/14 11:20 da Capannelle
  • Discussione Daniela • 22/01/14 11:50
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    L'ho scritto perchè secondo me non comprendere quella voce finanziaria non è essenziale per godersi la bellezza del film.

    Su questa pienamente d'accordo, tanto è vero che al tempo l'ho assai apprezzato.
    Quando al "margin call", la lettura della voce indicatami da Tarabas mi ha chiarito cosa significhi in termini tecnici, ma continuo a non capire.
    Chi è il soggetto che viene garantito? Sono io stessa che compro i titoli speculativi, se faccio la speculazione sbagliata resto col cerino in mano oppure recupero i soldi prestati a garanzia presso una terza parte autorizzata?
    Ma questa garanzia come può pararmi dal rischio di una speculazione azzardata? Se potesse parare, non sarebbe una speculazione.
    Ed ancora, su una questione che credo attinente: se sono un operatore furbastro e riesco a vendere i titoli in procinto di diventare spazzatura a clienti-polli pronti per essere spennati (penso ai fatti di casa nostra come Cirio e Parmalat), perché questa garanzia non si trasferisce agli acquirenti?
    Bah, una cosa è certa: non farò mai il consulente finanziario...
  • Discussione Tarabas • 22/01/14 12:01
    Segretario - 2069 interventi
    A questo punto, ci provo anch'io. :)

    Le operazioni in questione dovrebbero essere, salvo errori, quelle c.d. a termine.

    Ossia:

    Il compratore dei titoli non paga il controvalore, ma si impegna a una certa prestazione (pagare una somma, restituire una certa quantità di titoli) entro una certa data.

    Il venditore, proprio perchè non incassa il prezzo, ha diritto a una garanzia (il margine), basato sul valore attuale dei titoli (il valore al momento della "consegna", reale o virtuale che sia).

    Se nel periodo di vigenza del contratto i titoli perdono molto valore, la garanzia inizialmente prestata può diventare insufficiente (perchè la capacità teorica del compratore di onorare le sue obbligazioni è intaccata dalla perdita patrimoniale derivante dalla fluttuazione negativa dei titoli), per cui il venditore ha diritto a pretendere un incremento della garanzia o margine (il "margin call").
  • Discussione Capannelle • 22/01/14 12:09
    Scrivano - 3473 interventi
    No la garanzia non protegge me speculatore ma l'intermediario che compra/vende per conto mio e quindi il mercato borsistico in generale.
    E' l'intermediario che, quando io ho comprato tanta roba rischiosa, mi dice "hai aperto troppe scommesse, la tua garanzia non mi basta più, devi integrarla altrimenti ti mando affan...".

    E' roba da trader professionali e non riguarda il sig. Rossi che compra le Parmalat. Per questo motivo il sig. Rossi lo piglia nel didietro comunque, mentre gli speculatori professionisti hanno modo di limitare le perdite uscendo dalla casa prima che crolli.

    E su questo punto Margin Call ha dei bei dialoghi, belli cinici, sulla tolleranza delle istituzioni ma anche sul fatto che il sig Rossi finchè guadagna non si lamenta mai.
  • Discussione Daniela • 22/01/14 12:12
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Grazie Capannelle, ora la faccenda mi è un poco più chiara. :o)
  • Discussione Tarabas • 22/01/14 14:13
    Segretario - 2069 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    No la garanzia non protegge me speculatore ma l'intermediario che compra/vende per conto mio e quindi il mercato borsistico in generale.


    Questo è vero solo per gli strumenti che hanno intermediari istituzionali (le clearing houses e simili) ma non per i c.d. "over the counter".
    Per questi strumenti, non standard eo non quotati su listini, la garanzia è costituita in genere direttamente a favore della controparte.
  • Discussione Daniela • 22/01/14 16:26
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    ... correggo, mi sembrava più chiara, dopo questa precisazione tarabasica è ricalata la nebbia ... :oP
  • Discussione Raremirko • 25/02/20 22:31
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Mi è piaciuto molto ed è pure più riuscito di The company men. Molto cupo, è stringato ed avvincente e fa leva su di un cast stellare (strepitosi i duetti tra Irons e Spacey).


    Quasi ottimo.