El traspatio - Film (2009)

El traspatio
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Titolo originale: El traspatio
Anno: 2009
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Backyard - El traspatio".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/11/11 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 15/11/11 19:39 - 1458 commenti

I gusti di Greymouser

Il tono dimesso e misurato non inganni: è proprio questo "minimalismo" che dà risalto e forza realistica all'orrore che qui viene rappresentato. Un Messico di frontiera teatro di un "ginocidio", un massacro di donne, misere operaie delle fabbriche multinazionali, carne da macello e anello più debole di un'orrenda "catena alimentare" che si nutre di miseria, sfruttamento e corruzione. Un quadro desolante, che diventa anche simbolo concreto di qualcosa che accade - in varia misura - dappertutto. Un film che fa male, girato con rabbia e cuore.

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  • Discussione Greymouser • 29/11/11 11:26
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Più orribile di qualsiasi film dell'orrore, questa pellicola è da raccomandare totalmente, anche - e soprattutto - se la sua visione provoca un reale malessere, dovuto al livido realismo della rappresentazione, che non indulge mai al vacuo sensazionalismo della violenza mostrata ed estetizzata. Lascia immaginare l'orrore molto più che esibirlo, ma nello stesso tempo, mentre ci permette di distogliere lo sguardo, ci obbliga brutalmente a fissare l'abisso di cui - colpevolmente - vorremmo nemmeno sospettare l'esistenza. Un'esperienza filmica dolorosa, insomma, appena mitigata da un finale in cui - parzialmente, molto parzialmente - l'atto estremo e liberatorio della poliziotta protagonista sembra dare un respiro di giustizia. Ma i numeri che passano fra i titoli di coda, le cifre planetarie degli omicidi sessuali, spengono ogni minimo sollievo.
    Anche sotto l'aspetto tecnico il film è connotato in modo rilevante: la fotografia plimbea, opprimente; gli ambienti nudi, aridi (metafora facile ma efficace di un'umanità desertificata), il montaggio dinamico, la sceneggiatura efficace, sono tutti elementi che possono soddisfare anche chi si aspetta, oltre ai contenuti, una realizzazione di spessore.