Assunta Spina - Film (1915)

Prima trasposizione su schermo dell'omonimo dramma di Salvatore Di Giacomo, è un film dalla forte caratterizzazione operistica, con un uso statico della macchina da presa che fa muovere gli attori come su un palcoscenico, tuttavia riesce a creare una propria atmosfera diversa da quella teatrale. La Bertini svolse un lavoro straordinario non solo sullo schermo, con un'intensa interpretazione della protagonista, ma anche dietro le quinte, influenzando molti aspetti della pellicola.

Lui, geloso, la sfregia, ma mentre è in prigione lei si innamora di un altro. Straordinaria la potenza realistica dei luoghi (sia all’aperto che nei curatissimi interni) e delle persone (con l’eccellente prova attorale di Bertini). Notevole la regia per inquadrature, movimento comparse e espressività (pochi cartelli: si capisce tutto dalle immagini). Un vivido spaccato mélo della Napoli d’antan, soffuso di poesia terrigna e composta teatralità. Parte forse da qui una certa narrazione realistica che attraverserà i 4 decenni futuri di cinema.

Adesso verebbe definito un "amore tossico", quello che lega il macellaio Michele alla popolana Assunta, pronta a difenderlo in tribunale dopo che lui l'ha sfregiata per gelosia: un atto definito d'amore in una didascalia di un film esecrabile per il contenuto vetero/patriarcale, così come la successiva trasposizione del dramma diretta da Mattoli, ma di indubbio valore per la cura nelle inquadrature che mantengono l'impianto teatrale, gli esterni suggestivi, l'interpretazione vibrante di Bertini. Come precursore del verismo, una tappa miliare nella storia del cinema italiano.