Taurus - Il crepuscolo di Lenin - Film (2001)

Taurus - Il crepuscolo di Lenin

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/10/11 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 17/10/11 17:42 - 2337 commenti

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Ultimi giorni di vita di Lenin in un parossismo di demenza senile, horror vacui, presagi e dialoghi sofistici con Stalin. Muore una coscienza politica, (lesta) se ne riforma un'altra. Secondo capitolo di un'ideale quadrilogia sul potere, stilisticamente assai prossimo al precedente: ricercatezza formale, dubbie sperimentazioni visive (qui un viraggio verdastro sommerge tutto), blande allegorie, scontate demistificazioni, indiscriminati punti morti ed ermetismi al passo con le pretenziosità. Sokurov addiziona elementi figurativi per sostanziare il suo cinema, ma l'anima è teatrale. Nebbioso.

Belfagor 20/11/11 23:03 - 2690 commenti

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Gli ultimi giorni di vita Lenin, trascinati fra senili vaneggiamenti e dialoghi premonitori. Pur essendo un maestro quando affronta l'intimismo, Sokurov stecca sul tema politico, imbastendo un melodramma eccessivo e non immune dal kitsch che si risolve in un tributo al più scontato revisionismo. Non manca nemmeno uno Stalin infingardo degno del peggior Chrušëv. E per nascondere le ovvietà, un po' di nebbia che fa tanto essai da salotto. Imbalsamato, antidialettico, pietrificato: la fine di Lenin descritta nel modo meno leninista possibile.

Deepred89 1/08/12 19:38 - 3706 commenti

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Secondo capitolo della "tetralogia del potere". Cupo e dolente, immerso in una fotografia dai colori bluastri finalizzata ad accentuare tali aspetti, ma privo della componente grottesca che rinvigoriva il precedente Moloch. Il film si trascina stancamente e se non fosse per la confezione di classe e per l'interesse che suscita l'approccio insolito al personaggio, arrivare in fondo risulterebbe piuttosto arduo. Non male comunque.

Cotola 26/06/16 13:04 - 9043 commenti

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Ultimi giorni della vita di Lenin tra demenza senile e sprazzi di coscienza e lucidità. Il meno riuscito ed il più fumoso tra i film della tetralogia del potere: stile e raffinatezza, come al solito, non mancano nelle opere del russo, mentre la riflessione sulla Storia e sul potere si fa più tiepida, banale e criptica che altrove. E alla fine della visione resta poco, ben poco.

Bubobubo 21/03/19 19:35 - 1847 commenti

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Illuminati da una luce infetta e sinistra, gli ultimi giorni di Lenin sono il preludio della catastrofe, l'assaggio dell'apocalisse. L'allegoria (nel corpo malato e morente dell'artefice della rivoluzione si specchiano i destini di un intero paese) è forse l'aspetto più trasparente e meno interessante del film di Sokurov, i cui maggiori pregi sono ancora una volta ascrivibili alla fotografia e alla rappresentazione grafica dei tormenti leniniani. Il ritmo, catatonico, ricorda un po' il von Trier wannabe espressionista degli anni '80.

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  • Discussione Raremirko • 24/04/15 00:04
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Leonid Mozgovoy immenso, bravissimo, capace di un trasformismo estremo, non posso credere che sia lo stesso attore che nel film precedente impersonava Hitler.