Solido dramma teatrale sceneggiato da Tennessee Williams, la cui mano si riconosce immediatamente. A differenza de La primavera romana della signora Stone è girato per lo più in interni. Una zitella alle prese con le sue inibizioni, risultato di un eccessivo bigottismo, si incontra con un playboy che la vuole a tutti i costi. Improbabile che un uomo attraente corteggi una donna che sembra sua zia, ma a parte questo la struttura narrativa è ottima e la provincia americana è ben rappresentata.
Versione poco inventiva e molto fedele di un dramma di Tennessee Williams, ha il merito di riproporre Geraldine Page nell'interpretazione che a teatro l'aveva resa celebre (e che per questo film la portò quasi all'Oscar). La sua Alma, zitella puritana e repressa, dolente e tormentata, meriterebbe un film migliore e meno statico; poco riuscito il personaggio del playboy John, affidato a un legnoso Laurence Harvey. Bello il tema di Elmer Bernstein, di cui il notro Jimmy Fontana fece una canzone.
MEMORABILE: Il monologo finale di Alma.
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Il film ha ricevuto quattro nomination ai Premi Oscar 1962. Geraldine Page, candidata all'Oscar, ha vinto il Golden Globe e il National Board of Review Award.
Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, due cover italiane (le musiche originali del film sono di Elmer Bernstein) in 45 giri, la seconda abbinata a West Side Story: