This must be the place - Film (2011)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sorrentino, a molti anni e qualche film di distanza da LE CONSEGUENZE DELL'AMORE, torna a raccontare le giornate di un antieroe rinchiuso in se stesso, che parla il meno possibile e che se lo fa non è detto che lo faccia rispondendo secondo logica. Così i tempi si allungano, si azzera ogni traccia di quella vivacità che movimentava l'ultimo IL DIVO e ci si rifugia nel manierismo che fa tanto cinema d'autore e manda in sollucchero la critica. Ma se manca il coinvolgimento, se la storia di questa ex rockstar in pensione e col cervello mezzo andato ("tiravo eroina") non è che un...Leggi tutto semplice trascinarsi da un motel all'altro insieme all'inseparabile trolley appena interrotta qua e là da qualche buon break col personaggio giusto, il rischio è quello di navigare in superficie crogiolandosi nel vuoto autocompiacimento estetizzante tra paesaggi americani ripresi in campo lungo, indubbiamente d'effetto ma privi di sostanza. Sean Penn è bravo, non lo scopriamo adesso: conciato come un relitto dark reso eccentrico e grottesco dal pesante trucco (cerone e rossetto), entra perfettamente nella parte e riesce a rendere al meglio l'inconsapevole ironia del personaggio, piazzando perle estemporanee di anti-filosofia che lasciano il segno, accompagnate magari da un risata strascicata che va spegnendosi in dissolvenza. La forza del film è lui, con Sorrentino che appena può si dedica a soddisfare le sue ricerche nell'inquadratura d'impatto o nell'ariosa carrellata naturalmente facendosi accompagnare da una colonna sonora che incastra ogni nota in modo efficace quanto ruffiano, riempiendo di musica e parole quelle che sarebbero altrimenti pause superflue. Restano insomma molti dubbi sullla sincerità del prodotto, a cominciare dall'insistito soffio di Penn sui capelli che gli cadono sul volto, vezzo automatico che dovrebbe caratterizzare ulteriormente l'ex rockstar Cheyenne ma che da come è ripreso in ogni modo perde di autenticità evidenziando l'eccessiva costruzione del personaggio, un fallito con tanto tempo a disposizione da riempire, chiaramente sull'orlo della depressione (nonostante l'amorevole moglie pompiere tenti di spegnerne le prime avvisaglie), stanco, disilluso e con uno scopo nella vita tutto da inventare; per questo lascia d'improvviso casa per lanciarsi alla ricerca dell'aguzzino nazista che molestò suo padre; ma non sa dove sbattere la testa, girovaga, finisce a un concerto dell'ex Talking Heads David Byrne (in partecipazione straordinaria) col quale avrà il suo primo e forse unico sfogo di rabbia (colmo d'invidia e rimpianto): “tu sei un'artista, io solo uno che ha fatto i soldi vivendo di rendita per un paio di dischi”. Ma la consapevolezza del suo stato non porta a nessun cambiamento nell'atteggiamento di Cheyenne, che prosegue imperterrito il suo giro subendo passivamente gli eventi fino al colpo di coda conclusivo, non certo rivoluzionario.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/10/11 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/10/11
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Deepred89 26/10/11 20:55 - 3701 commenti

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Pellicola con i suoi pro e i suoi contro: i primi legati essenzialmente alla forma, i secondi ai contenuti. Se infatti la regia di Sorrentino riesce a rivelarsi elegante e funzionale anche alle prese con il road-movie, a lasciare qualche perplessità sono il personaggio principale (un discutibile Forrest Gump in salsa darkwave), i buchi di sceneggiatura e il senso generale dell'opera. Classico film in cui il valore dei singoli episodi (alcuni veramente memorabili) risulta superiore a quello della loro somma. Buono ma non imperdibile.
MEMORABILE: Il contrappasso nel prefinale.

Schramm 24/10/11 14:39 - 3490 commenti

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Fingendo di offrire un'opera cornucopica e di vertiginosa profondità, Sorrentino forgia uno sfarzoso imballaggio atto a custodire il più pneumatico e siderale dei vuoti, enfiato di silenzi pseudopregnanti, interlocutori preziosismi, artificiosi frasari della serie "pija e porta a casa", personaggi che sembrano cosmici e invece sono piatte sagome, un plot appuntato su un'unghia. A Sorrentino interessa più darsi arie che farcele respirare, e l'opera crepa schiacciata sotto il peso del calligrafismo. Il ricordo del peggior Tornatore non è lontano e la finale Virtuosismo vs Sostanza termina 10 a 0

Vawe 22/10/11 19:11 - 61 commenti

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Sorrentino confeziona questa pellicola da "italiano all'estero", una pellicola dalla trama ricca, credendo che basti a decretarla come "filmone". Purtroppo c'è troppa carne sul fuoco, buchi narrativi e tanti personaggi sfuggenti. Non si riesce ad entrare in empatia col protagonista Cheyenne (Penn). Belle musiche, splendida scenografia, ottima interpretazione malinconica di Penn (un mix tra Robert Smith e Ozzy Osbourne). Non si capisce "dove voglia andare a parare" il regista e la considerazione finale è che risulta una pellicola incompleta.
MEMORABILE: Il concerto di David Byrne e il successivo colloquio tra lui e Cheyenne.

Matalo! 24/10/11 13:13 - 1378 commenti

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No, non son convinto di questo film. Sorrentino aveva usato il suo istrionismo in maniera funzionale per una storia come quella del Divo coniugando più esigenze. Qui alla fine, leva la vernice, la sostanza è banale e sconfortante. Bei paesaggi ma mai dell'anima. Sarabanda di luoghi comuni e un personaggio che alla fine cede agli stessi vezzi e tic di un Forrest Gump dark. Molta pretesa ma poca sostanza. E squalifica un modo di essere un musicista di un certo tipo (l'incontro con Byrne) con un moralismo poco accettabile. Un pallone gonfiato.

Cotola 24/10/11 00:20 - 8998 commenti

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La classe cristallina di Sorrentino trova pienamente sfogo in un film di rara e preziosa bellezza che regala emozioni ad ogni scena, inquadratura e dialogo. Prima e durante il viaggio, ogni incontro è una sorpresa, ogni momento sa toccare le corde emotive dello spettatore e tanti sono i personaggi che restano nel cuore: su tutti Cheyenne, incarnato da un Penn eccellente ma anche la McDormand fornisce una bellissima prova. Tutto esaltato da una raffinata colonna sonora. Dinanzi a tanta grandezza, la storia e qualche sua incertezza passano in secondo piano.
MEMORABILE: La dolcezza di Frances McDormand; gli splendidi ed enigmatici sorrisi della donna bionda e di Cheyenne.

Rullo 23/10/11 19:23 - 388 commenti

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Per il suo primo film realmente internazionale Sorrentino si rivolge a Sean Penn. Il frutto della collaborazione resta piuttosto dubbio. Certo Sorrentino ha un gran gusto per l'estetica e la telecamera è mossa molto bene, ma la durata del film non è direttamente proporzionale al suo ritmo. Molti punti morti che toccano talvolta la noia purtroppo non possono che distogliere l'attenzione allo spettatore. Nonostante questo dettaglio Sorrentino riesce a creare un personaggio e a farvi ruotare il film attorno.

Straffuori 17/11/11 12:09 - 338 commenti

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Film non facile e non per tutti il nuovo lavoro di Sorrentino. Dopo la prima parte si ha un gran miscuglio di numerosi e non proprio facili temi. Sean Penn comunque è fantastico e in parte; bravi anche la McDormand ed il resto del cast. Da non perdere il cameo del leggendario Harry Dean Stanton. Introspettivo. Molto.

Nancy 23/10/11 13:08 - 774 commenti

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Sorrentino mette troppa carne al fuoco in questo film che ne esce completamente svuotato di ogni significato, tralascia le storie di tutti i personaggi che compaiono per la sola presenza del carismatico e a volte ridicolo personaggio principale, che viaggia alla ricerca del nazista. Una ricerca che vorrebbe essere metafora di qualcosa di più profondo che però non viene ben percepito. Bella la colonna sonora di Byrne, interessante anche l'unica scena in cui l'ex Talkin Heads compare. Gli scorci americani son troppo già visti in film come Easy Rider.
MEMORABILE: La faccia di Sean Penn nella locandina.

Fdecollibu 23/10/11 14:16 - 2 commenti

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Immaginifico road-Movie infarcito di immagini, situazioni, ammiccamenti, ci fa alzare dal cinema con l'impressione di aver visto un capolavoro, ma è un giudizio che dopo si sedimenta nella sensazione di aver visto troppo, troppe cose. C'è da dire che Sorrentino si giocava l'ingresso ad Hollywood e, tutto sommato, se lo è giocato bene.
MEMORABILE: Troppe frasi memorabili, ed è appunto questo il grosso difetto del film.

Paulaster 3/11/11 10:54 - 4373 commenti

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Un Sorrentino di maniera alle prese con la produzione americana: mani legate, poche idee e forzature di sceneggiatura. Sean Penn tira la carretta a troppe inquadrature ripetute, anche se i non protagonisti ce la mettono tutta e persino David Byrne sembra impacciato. Le musiche vestono a festa una struttura scricchiolante, come le giunture di Cheyenne.
MEMORABILE: David Byrne live.

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Puppigallo 15/10/11 00:34 - 5250 commenti

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Il film è ben diretto (un Sorrentino un po' Tim Burton-Coenizzato) e ogni attore ci mette del suo. Ma è indubbio che la vera essenza sia il personaggio interpretato da Penn. Catalizza l'attenzione; e gli altri finiscono per diventare satelliti al servizio di questo pseudo zombi bruciato dalla coca, ma quasi candido, con momenti di lucidità, arguzia e senso dell'umorismo. Certo, non può caricarsi sulle spalle l'intera pellicola, il cui spinoso argomento trattato sembra più un pretesto per consentire al fulminato di viaggiare e conoscere gente, ma le permette di procedere in modo piacevole.
MEMORABILE: La risatina del protagonista; "Mi ha fatto sentire come l'ultimo panda sulla Terra...quella donna mi ha estinto"; Il gruppo "I Pezzi di Merda".

Ducaspezzi 16/10/11 03:35 - 222 commenti

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Belle annotazioni fotografiche per il fatidico viaggio americano di Cheyenne, con cromatismi caldi preconizzanti lo sciogliersi del punto ibernato della sua anima, ottenuto con l'assolvimento del compito che suo padre non era riuscito a centrare in vita. Prima di allora Cheyenne è come inviluppato in un incantamento comportamentale quasi magico, per la mitezza annoiata e straniata, l'inquietudine blanda e savia, scevro da nostalgie per il passato da rockstar, pur mantenendone l'esteriorità. Non pensava di cambiare. Non lo avremmo voluto noi.
MEMORABILE: Quando in un accesso di controllata rabbia, Cheyenne condensa drammaticamente, nel suo sfogo verbale, il senso dei suoi più riposti fantasmi.

Galbo 15/10/11 20:15 - 12372 commenti

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L'ex rockstar Cheyenne (da anni autorecluso a Dublino), torna in patria dopo la morte del padre, per ricercare un vecchio nazista, tormento del genitore. Sorrentino dirige un film che colpisce per lo stridente contrasto tra la natura narrativa intimista e un'"anima" visuale profondamente on the road, sempre in bilico tra i grandi spazi americani e una ricerca del sè del tormentato protagonista. Grande mattatore, Sean Penn è totalmente al servizio del film e del suo personaggio in un'opera dal grande impatto emotivo. Pregevole la colonna sonora.

Ghostship 17/10/11 13:37 - 394 commenti

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Mi dispiace parlare male di un film italiano, specie se di Sorrentino, che considero un ottimo regista e di cui sono un estimatore. Al di là della confezione curata, della sempre impeccabile tecnica registica e dei movimenti di camera suggestivi, tutto è troppo freddo per coinvolgere e finisce per annoiare. Anche Penn, autore altrove di prove memorabili, sembra Ozzy nelle sue ultime apparizioni televisive. La storia è esile, eterea, introspettiva, ma l'incedere lento porta infine anche un po' di noia. Insomma, un disastro. Osannato, ma un disastro.

Xamini 19/10/11 00:49 - 1244 commenti

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Dall'intenso sapore coeniano, questo capolavoro (sì!) di Sorrentino incede lento attorno alla figura depressa di questa icona del rock disegnata mirabilmente da Sean Penn (un Ozzy/Robert Smith ancora più decadente). Eppure vive di ben due altre qualità: momenti di genio assoluti difficili da descrivere perché resi appieno dalla settima arte e una regia a tratti meravigliosa. Il che ne fa un film italiano anzitutto poco catalogabile (il genere drammatico gli va stretto; si ride in continuazione) e poi decisamente di respiro internazionale.
MEMORABILE: La delicata linea di equilibrio tra dramma e senso comico nella scena della proiezione sulla Shoah. L'interpretazione di Penn e quella del nazista.

Ryo 20/10/11 03:30 - 2169 commenti

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Superba prova di Sorrentino in cui il regista, oltre a sfoggiare una tecnica registica eccezionale valorizzando ambienti, emanando emozioni, regalando sequenze suggestive, racconta una storia toccante, da brividi. Sean Penn è superlativo nei panni della rockstar in declino, tutti gli attori cha ruotano intorno alla vicenda sono perfetti. Una viaggio che è metafora di crescita, alla ricerca di ciò che si è perso, con un finale a sorpresa. Davvero tante le scene che rimangono impresse nella mente. Un capolavoro, valorizzato da una notevole soundtrack.
MEMORABILE: C'è qualcosa che mi disturba. Non capisco cosa possa essere, ma mi disturba.

Didda23 20/10/11 14:19 - 2424 commenti

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L'ampio respiro internazionale non commercializza l'anima di Sorrentino e lo spinge ad andare oltre i propri limiti, confezionando un'opera intimista e profondamente autoriale. Il regista ha una consapevolezza unica e rara del mezzo e regala allo spettatore inquadrature di preziosa fattura artistica. Alcuni limiti nella trama non inficiano un'opera d'arte intrisa di messaggi apparentemente superficiali che con lo scorrere del tempo lasciano invece un sapore marcato ed indelebile. Ottima, come sempre, la colonna sonora. Straordinario.

Harrys 20/10/11 19:58 - 687 commenti

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Pedante nella ricercatezza formale, con un protagonista intercambiabile ed un tre quarti di battute sin troppo "cinematografico". Tutto vero, ma, se si adora il”perfezionismo”, se si apprezza Penn, se si possiede humour, incredibilmente funzionale. Sorrentino ridefinisce il road movie con un parterre di comprimari curioso e mai casuale. L’olocausto è il fulcro, ma si staglia sullo sfondo così come i ben fotografati paesaggi; saggia scelta quella di premiare gli interludi, poiché ci lascia confusi data la sensazione di non riuscire ad ”afferrare” il film. ****

Ford 30/10/11 23:22 - 582 commenti

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Bello senz'anima questo film, perché la cinepresa si muove benissimo e la fotografia lascia senza fiato, ma dopo una prima parte che è un meraviglioso affresco di freakytudine l'approdo in America coincide con l'inizio di un road-movie furbetto, con tante scene madre sì belle, ma slegate e in cerca dell'emozione facile, per concludere con un finale da una parte inutilmente cattivo e dall'altra prevedibilmente e psicanaliticamente buono. Peccato, perché Sorrentino è un signor regista.

Jofielias 3/11/11 17:43 - 170 commenti

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Il cinema italiano raramente riesce ad elevare le sue storie dal piano puramente individuale a quello universale come succede spesso nel cinema americano. Le storie diventano quindi storielle, aneddoti ben fotografati. Dopo circa quindici minuti si intuisce che il film non avrà alcun finale, o - forse peggio - che il finale non avrà alcuna importanza. Ecco allora, puntuale, la noia. Qui è forte il sospetto che il "carino" sia studiato per accattivarsi la benevolenza di un certo tipo di critica.

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Rebis 6/11/11 21:42 - 2331 commenti

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Sean Penn, e attorno il cinema di Sorrentino. Una sbalorditiva mimesi attorale in un rigoglio di soluzioni visive atte a compiacerlo. La regia è disfunzionale alle istanze narrative, e si ha l'impressione di comprendere sempre meno di quanto viene rivelato. Pur nella scrittura fine e incisiva di alcuni dialoghi, i personaggi secondari risultano sovrabbondanti, atti a un paesaggismo on the road più ammiccante che sincero. Il tema dell'Olocausto è fastidiosamente accessorio e marginalizzato. Il finale rivela l'urgenza di una seconda visione: non è detto che sia un pregio. Manierista.

Ujd1961 7/11/11 23:12 - 32 commenti

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Un film sconcertante e tautologico, basato sull'egocentrismo di un personaggio decisamente paranoico e autoreferenziale. Bravo Penn, il quale, peraltro ben calato in una maschera surreale, istrionica e decadente, non riesce tuttavia a salvare un lungometraggio troppo sovente soporifero, disarticolato ed in alcuni tratti finanche incomprensibile, seppur ravvivato, soltanto in alcuni momenti, da una bella fotografia. Da vedere "una tantum", sorseggiando un litro di buon caffè espresso.

Ilcassiere 30/11/11 20:14 - 284 commenti

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Sean Penn è troppo bravo, quasi fastidioso. Il film è lui, tutto il resto passa in secondo piano ed è un peccato perché alla fine non si riesce bene a capire se sia un buon film o meno. Regia, colonna sonora, sceneggiatura e tutto il resto non sono male, ma l'attenzione è catalizzata da ogni singola parola ed ogni singolo gesto del protagonista.
MEMORABILE: Mio padre sta morendo di vecchiaia, una malattia che non esiste.

Myvincent 11/12/11 22:53 - 3721 commenti

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Che fine fanno le rockstar decadute? Naturalmente si spettinano, si truccano pesantemente, si muovono autisticamente e soprattutto vanno a caccia di nazisti nascosti chissà dove. Il film di Sorrentino, pur avvalendosi di un buon Sean Penn, si rivela pretenzioso e presuntuoso, dipingendo una storia senza il calore che avrebbe meritato, puntando solo al sensazionalismo minimale. Buco nell'acqua...

Capannelle 2/01/12 09:52 - 4394 commenti

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Poca sostanza e troppo sbilanciato verso quegli espedienti - musiche e paesaggi - che fanno tanto trendy. E non è che la bravura di Sorrentino, comunque confermata, ne avesse bisogno. La figura catalizzatrice di Penn sulla lunga distanza non decolla, il suo passaggio da bambino ad adulto non convince e oltre a lui e alla McDormand c'è poco: qualche faccia tipica dell'armamentario on the road e un nazi-hunter parecchio finto. Film da metabolizzare, questo sì, ma temo che se Cheyenne non cadrà nel dimenticatoio sarà solo per via del trucco. **!
MEMORABILE: Il problema è che passiamo troppo velocemente dall'età in cui diciamo "farò così" a quella in cui diremo "è andata così".

Fabbiu 29/01/12 19:15 - 2133 commenti

I gusti di Fabbiu

Il difetto piu grande a mio parere è che il film non eccede mai né cerca piu di tanto l'incisività; sembra quasi che bastino le musiche e alcune inquadrature per formare il percorso (on the road) spirituale del protagonista, in un'atmosfera cullata da perenne vaghezza. Penn, una specie di Robert Smith ormai andato (ma non del tutto) è molto bravo, il personaggio è ben centrato (non come gli altri personaggi incontrati nel viaggio, troppo sfocati). Bella storia, piacevole, ma forse serviva meno compiacimento e piu mordente.

Tommy3793 4/03/12 20:20 - 72 commenti

I gusti di Tommy3793

Guardando il trailer ci si può aspettare il classico film "on the road" con forti accenti folkloristici e molto "rock". Il film però spiazza (anche se non totalmente) questa previsione: Sorrentino si concede scene molto lunghe e silenziose: una malinconia crescente e un senso di depressione che circondano e abbondano nella vita della ex rock star Sean Penn. Un film molto particolare, riflessivo e metaforico: sulle note di "The passenger" il viaggiatore oramai disilluso dalla monotonia della vita, troverà nuove motivazioni proprio nel viaggio.
MEMORABILE: Le scene delle "confessioni" del vecchio nazista.

Cloack 77 6/05/12 11:37 - 547 commenti

I gusti di Cloack 77

Sorrentino "dona" un personaggio unico a Sean Penn, infiocchettandogli per bene una nuova grande interpretazione, ma, in fondo, tutto il film funziona magnificamente: profondità, leggerezza, autorialità, buffoneria, un mix perfetto. Sorrentino, molla il suo lato più grottesco (anche se non riesce a contenerlo del tutto) ed immaginificamente eversivo e si mette a completa disposizione della storia, del suo senso e lascia che proprio il destino di "tutti" i personaggi assurga al protagonismo.

Hearty76 29/05/12 18:20 - 258 commenti

I gusti di Hearty76

Ottimo Penn, che sa sostenere senza mai annoiare il suo personaggio "depresso ma vigile". Il tema della Shoah, e il riferimento alle rivendicazioni ad essa legate, sfuma presto in secondo piano... restando strategicamente in agguato. Film da seguire con una certa attenzione, perché i silenzi che paiono vuoti casuali o voluti raccontano invece parecchio. Gli altri ruoli gravitano attorno al protagonista, ma se ne slegano poeticamente come satelliti alla deriva. Estroso ma pungente. Lo consiglio!

Jandileida 4/06/12 22:11 - 1558 commenti

I gusti di Jandileida

A un certo punto Mordecai Midler esclama "You are a pain in the ass" rivolto al Telespalla Bob reduce da un brutto viaggio con l'LSD interpretato da Sean Penn. Ecco, quella singola battuta potrebbe sottolineare ciò che penso del film. Evidentemente l'aria d'oltreoceano non ha fatto bene a una delle punte del nostro cinema: storia senza né mordente né passione (lasciamo perdere il ritmo), la grande tecnica messa al servizio di una bolla d'aria fritta e un protagonista imbambolato e sballottato qua e là senza movere un dito. Rinsavisci Sorrentino!

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Enzus79 5/06/12 15:41 - 2863 commenti

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In versione originale, senza doppiaggio, l'interpretazione di Sean Penn si apprezza molto, ma molto di più. Comunque buon film, in cui Paolo Sorrentino non ha fatto altro che importare tutti gli "ingredienti" che hanno caratterizzato i suoi film precedenti.

Errelle 12/06/12 15:53 - 9 commenti

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Magra la soddisfazione per l'attesa degli aficionados del cavallo di razza Paolo Sorrentino. Sconnesso ma senza nessuna visione, con uno Sean Penn in grande forma, ma svilito da personaggio e trama. Sarebbe divertente immaginare che questo fosse stato un test del regista per capire chi davvero guarda i suoi film senza cavalcare le mode; quando la piaggeria di qualche cinefilo grida al "Genio!" in sala, spero sempre in un sorprendente Sorrentino rispondergli "No invece, vi ho fregati. Fuori."

Bruce 13/06/12 16:00 - 1007 commenti

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Passo internazionale più lungo della gamba per il bravo regista italiano. La sua regia è sempre creativa e personale, è invece il soggetto a lasciare molti dubbi. Ne esce un road movie atipico, trasversale, con qualche lampo, ma anche altamente improbabile e che non riesce ad emozionare. Echi del Wenders di Fino alla fine del mondo. Sean Penn si immola in un ruolo sacrificale. Valida la colonna sonora.

Lupoprezzo 14/08/12 18:09 - 635 commenti

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Road-movie di formazione, attraverso un'America (un mondo) che ha perduto le linee guida e vaga senza una logica. Cheyenne (un buon Sean Penn) è (l'anti) personaggio costruito ad hoc per stupire: singolare, bambinesco, eccentrico; ma anche arguto, saggio e buono. L'ago della bilancia pende troppo in favore della forma (Paolo Carrellino), finendo per sovrastare e schiantare la materia (persa un po' troppo per strada). Colonna sonora di tutto rispetto, con un cameo di Byrne da urlo. Inferiore ad altre opere del regista.

Nando 20/08/12 08:31 - 3806 commenti

I gusti di Nando

Un film intimista nella prima parte che sfocia in seguito in un on the road ricco di panorami e di incontri particolari. Sorrentino realizza un film interessante in cui le immagini colpiscono emotivamente ed emerge la ricerca delle origini. Penn è superlativo, ma anche il resto del cast colpisce. Accompagnamento musicale appropriato.

Hackett 23/08/12 14:20 - 1865 commenti

I gusti di Hackett

Come in ogni on-the-road che si rispetti i paesaggi, le musiche e i personaggi sono le componenti fondamentali. Sorrentino riesce a dosarli con il giusto senso della misura, mixando sensibilità europea a stile americano (come Wenders prima di lui). Ad aiutarlo, uno straordinario (come sempre) Sean Penn, ma anche un corollario di personaggi curiosi e ben interpretati.

Saintgifts 25/08/12 00:02 - 4098 commenti

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Penso che la cosa difficile sia stata usare tutte le tecniche di inquadratura, tutti i movimenti di macchina e tutti gli artifici fotografici (cromie sature, campi lunghi ecc), che se usati a sproposito rendono il film solo un esercizio di virtuosismo fine a se stesso, con l'aggiunta pure di una colonna sonora quanto mai ruffiana; e nello stesso tempo riuscire a sfaccettare bene una serie di personaggi, forse non nuovi ma comunque interessanti. Cheyenne però sembra più esserci, che farci, e questo è il lato debole del film.

Piero68 28/08/12 08:23 - 2955 commenti

I gusti di Piero68

Sorrentino cerca a tutti i costi il film intimista che fa tanto intellettuale e lo fa sfruttando da un lato le contraddizioni dell'animo umano e dall'altro gli sterminati spazi americani. Ma c'è troppa carne al fuoco e così il film diventa presto un polpettone sciapo dove è la noia a farla da padrona. Eccessivamente stridente il personaggio, a cui ad una esteriorità sopra le righe viene unita un'interiorità a cavallo tra Forrest Gump e Sam. Unica ancora di salvezza la grande fotografia di Bigazzi. Ancora una volta malissimo il doppiaggio di Penn.

Mco 12/09/12 15:43 - 2323 commenti

I gusti di Mco

Una rockstar alla ricerca di un nazista, per lande desolate e infinite. Alla ricerca del proprio io ancor prima che del fine ultimo del suo viaggio. Una catarsi personale che si fa percorso, una socialità spiccia che si fa vita. La completezza di un artista del calibro di Penn rende l'intera opera appesa al filo della poesia, laddove i versi si compongono ex se, in un turbine di meraviglia quale solo l'essenza ultima del vivere sa essere. Lirismo cinematografico allo stato puro.

Homesick 15/09/12 18:40 - 5737 commenti

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La struttura rapsodica e la vocina intorpidita e sarcastica di Penn si ricollegano a Il divo, ma Sorrentino, volendo stavolta tenere troppa carne al fuoco, fa bruciare tutto: alienazione, difficile rapporto padre-figlio, sensi di colpa, Olocausto e ossessione per la vendetta cadono nel vuoto narrativo ed emozionale provocato dalla regia colpevolmente brachicardica e dal manierismo dei personaggi e degli artifizi fotografici. Scampa al setaccio qualche battuta - talora surreale - dell’ottimo Penn, seminascosto dietro una caricatura di bistrata rockstar di mezza età. Deludente.
MEMORABILE: Penn in ascensore che dà consigli alle donne su come indossare il rossetto alle donne; le rivelazioni dell’ex nazista.

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Ziovania 21/09/12 12:03 - 337 commenti

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Per metà rock film (la parte iniaziale) e per metà road movie (la parte americana) questo film richiama inevitabilmente alla mente situazioni cinematografiche già viste (a me per esempio il Travis di Paris, Texas paesaggi compresi). A quando un film di Sorrentino e basta? I tormenti di una rockstar in declino erano poi materiale sufficente per un buon film e non si capisce perciò la necessità di virare verso tematiche difficili come quella dell'olocausto. Comunque superiore alla media dei cineasti nostrani. Buone le musiche di David Byrne.

Domino86 30/12/12 20:26 - 607 commenti

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Inizio lento e a tratti non molto comprensibile, ma poi, poco alla volta, la storia si forma e si seguono volentieri le vicissitudini del protagonista ma soprattutto le sue parole. Cheyenne appare alquanto stravagante, ma i suoi pensieri talvolta mostrano una semplicità (positiva) e una profondità estrema.
MEMORABILE: Passiamo senza neanche farci caso dall'età in cui si dice "un giorno farò cosi..."all'età in cui si dice "è andata così..."

Pigro 2/03/13 08:55 - 9623 commenti

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Sorrentino conferma l’abilità nel saper scolpire personaggi indimenticabili, còlti nella meschinità-grandezza della loro ignavia, e nel saperli calare in vicende che poco a poco svelano affreschi della contemporaneità. E Penn è magnifico nei panni dell’ex divo punk crollato nel recinto borghese di una vita monca. Il film è in realtà il racconto della dolorosa lontananza tra figli e genitori, che accomuna tutti nella solitudine di fronte all’esistenza. Il regista eccede in virtuosismi immaginifici e simbolici, ma l’opera rimane folgorante.

Giùan 15/06/13 15:20 - 4528 commenti

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Toppata non clamorosa ma certo ben assestata da parte dell’altrove div(in)o Paolo. Il guaio, come sempre capita in questi casi, sta nel manico, in uno script quasi totalmente di riporto, succedaneo al cinema precedente di Sorrentino e velatamente ossequioso della star Penn. Lo stesso stile visivo, deformante eppure sempre “illuminante” della vicenda rappresentata, qui si fa invece meramente illustrativo, riducendo l’immaginario USA a una rilettura di stereotipi wendersiani incapaci di trasmetter un sentimento (non un senso). My name is Tanino Cheyenne?

Disorder 7/11/13 11:15 - 1416 commenti

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Può sembrare un film sull'elaborazione del lutto, ma è forse l'opposto: l'elaborazione della vita. Cheyenne è sopravvissuto ai sui eccessi da rockstar così come il padre era uscito vivo da Auschwitz e nessuno dei due era stato capace di rifarsi una vita normale. Portare a termine la missione del padre è per lui l'unico modo per chiudere il cerchio e gettare la maschera che si era costruito. Ottimo Penn. Sorrentino si concentra più sul virtuosismo che sulla storia, ma centra un'opera interessante e ricca di significati, imperfetta ma notevole.

Simpe 2/02/14 12:54 - 4 commenti

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Sean Penn è impeccabile e riesce a immergersi in un autismo che regala risate e momenti di riflessione. Il problema di quei momenti di riflessione è che sono tanti e ambiziosi, la redenzione del protagonista tocca tanti temi (il rapporto col padre, la sua carriera artistica artificiosa, il senso di colpa...) e vuole essere una crescita a tutto tondo. Le riprese dei paesaggi e le musiche di Byrne contribuiscono a inebriare e fanno da contorno a un film effettivamente bello, ma anche dispersivo.

Luchi78 3/03/14 14:56 - 1521 commenti

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Al termine della visione del film rimane un senso di curiosità insoddisfatta, data dalle troppe incognite che Sorrentino lascia sospese nella definizione del suo personaggio, interpretato da un ottimo Sean Penn ma doppiato malissimo nella versione italiana. La storia assume contorni a dir poco immaginifici, a volte addirittura sconclusionata nel pensare al fine ultimo di una rockstar in pensione che cerca di riappacificarsi con la memoria di un padre dimenticato da 30 anni. Necessita di una visione più "riflessiva", ma a primo impatto delude.

Delpiero89 22/09/14 10:50 - 263 commenti

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Primo film in lingua inglese per Sorrentino. Le doti del bravo regista partenopeo vengono rimarcate in questa particolarissima pellicola, dalla trama poco significante ma impreziosita dal bizzarro personaggio di Cheyenne, interpretato da un grande Sean Penn. L'idea dei grandi spazi, di colori vivaci e della musica come elemento portante sono senza dubbio le chiavi del film e dello stile "sorrentiniano". Non piacerà a tutti ma è senza dubbio un viaggio affascinante.

Magi94 14/11/17 21:55 - 942 commenti

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Sorrentino si accetta o non si accetta, ma in ogni caso bisogna ammettere che quel che vuol fare lo fa con un talento straordinario. Lui stesso ha dichiarato che nei suoi film vorrebbe solo dipingere a tutto tondo i personaggi e inserisce la trama solo per dovere rispetto al pubblico. Questo vuol dire che racconta solo vacuità? No, che ha un modo diverso di pensare al cinema, che certamente può non piacere. Invece a me è piaciuto moltissimo questo film intimista, delicato, perfetto nel ritratto colmo di dubbi di Cheyenne. Cast meraviglioso.

Lou 28/09/18 17:21 - 1119 commenti

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Il primo film internazionale di Sorrentino è un'opera originale e ricercata, seppur molto compiaciuta. La crisi esistenziale di una ex rock-star è descritta con toni surreali, intrecciando molti temi importanti, anche se a prevalere sono le atmosfere sospese e le inquadrature a effetto. In tutto questo Sean Penn è perfetto in un ruolo super-eccentrico, con una maschera grottesca che riesce comunque a esprimere molto bene il dolore e la solitudine.

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Il ferrini 29/07/21 00:59 - 2337 commenti

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Romanzo di formazione d'un cinquantenne, che parte con un trolley di questioni irrisolte e una maschera di trucco, per tornare ripulito e leggero. Lo sguardo di Penn su certa America si sovrappone certamente a quello del regista, ed è stupito, curioso, a volte ipnotizzato. McDormand, al solito, perfetta. Si sorride spesso (la scena del ping pong è micidiale) ma c'è una malinconia di fondo che cresce inesorabile fino al climax del nazista sulla neve. Colonna sonora straordinaria, fotografia scintillante. La regia scivola un po' nel manierismo ma hey, è Sorrentino.
MEMORABILE: "Qualcosa mi ha disturbato, non so bene cosa ma mi ha disturbato".
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  • Discussione Capannelle • 6/12/11 13:50
    Scrivano - 3471 interventi
    Il film uscirà negli Usa solo a marzo 2012 per cui niente corsa ai prossimi Oscar (il mega-produttore Weinstein punta su altri 3 film) ma eventualmente al 2013.
    Confermata però la partecipazione al Sundance Festival di gennaio.
  • Discussione Didda23 • 6/12/11 13:50
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Su chi punta?
  • Discussione Capannelle • 6/12/11 13:58
    Scrivano - 3471 interventi
    - il francese "The Artist" un brillante omaggio al cinema muto anni Venti
    - l'americano "My Week with Marilyn"
    - l'inglese "The Iron Lady" con una discussa Meryl Streep nei panni di Margaret Thatcher
  • Discussione Myvincent • 11/12/11 23:19
    Compilatore d’emergenza - 50 interventi
    Vinto dalla curiosità (seppure tardivamente), mi avventuro nella visione di "This must be the place". Povero buon Sean Penn, protagonista di un film pretenzioso e presuntuoso che punta in alto e vola solo raso terra. Non ho altro da aggiungere, sono senza parole...
  • Discussione Zender • 12/12/11 08:13
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Beh povero... Io credo che Sean Penn se le legga per bene le sceneggiature che sceglie, visto che può permettersi di rifiutare e non ha certo bisogno di soldi.
  • Discussione Myvincent • 12/12/11 23:13
    Compilatore d’emergenza - 50 interventi
    Il fatto che un soggetto sia interessante sulla carta, forse non sempre è sinonimo di validità per la realizzazione finale di un film.
    Ma qui anche le intenzioni paiono pretestuose. Generoso da parte Di S.Penn regalare una caratterizzazione su cui, a mio parere, si sorregge tutto il film e che alla fine lo farà ricordare per il futuro.
  • Discussione Zender • 13/12/11 10:37
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Sì, credo che alla fine qualcuno ricorderà questo film sarà per la caratterizzazione di Sean Penn, non per altro.
  • Homevideo Gestarsh99 • 30/01/12 20:07
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 21/03/2012 per Medusa Video:

  • Discussione Capannelle • 1/05/12 17:54
    Scrivano - 3471 interventi
    La seconda chance data al film non ne ha risollevato le sorti. Anzi, volendo le ha peggiorate.

    Auguro al grande Paul Sorrentine le migliori sorti per l'uscita in america (al sundance ha avuto reazioni miste) ma per ora non c'è confronto con divi, amici di famiglia e uomini in più.
  • Discussione Galbo • 22/05/12 16:50
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/05/21/news/grande_bellezza-35604775/?ref=HREC2-18

    annunciato il nuovo film di Sorrentino con Servillo, Verdone e la Ferilli.
    Il titolo La grande bellezza