Mille pezzi di un delirio - Film (1988)

Coppia americana in crisi: lui (Christopher Lloyd) è un medico con la passione esagerata per i trenini, lei (Theresa Russell) soffre per la mancanza di un figlio. Ma lei un figlio l'aveva avuto, da giovanissima, frutto di uno stupro consumato alle giostre. Gli era stato sottratto appena nato e quando uno strano individuo dall'aria poco raccomandabile (Gary Oldman) le si presenta annunciando di essere proprio il figlio scomparso, il film ha un'improvvisa accelerazione. Tutto si fa confuso, realtà e allucinazione si sovrappongono, il riconosciuto talento visionario di Roeg può finalmente liberarsi ma mantenendosi all'interno dei binari prestabiliti da una sceneggiatura (di Dennis Potter) un po' castrante....Leggi tutto E il gioco, inizialmente affascinante, tende a farsi ripetitivo mentre gli istrionismi della pur brava Theresa Russel a lungo andare stancano. Oldman dà fondo al suo solito repertorio di espressioni da pazzo e anche lui, basta poco, finisce con il ripetersi. Così il film procede stancamente, privo di veri colpi di scena e completamente affidato alle mani di un regista (Roeg) che pare ansioso di dimostrare quanto sia bravo anche disponendo di un copione apparentemente statico e privo di mordente. Ma la magia gli riesce solo in parte e TRACK 29 (più suggestivo il titolo originale, a indicare uno dei tanti binari del percorso ferroviario che occupa mostruosamente l'intera stanza di Henry) resta tra i suoi esperimenti meno riusciti, anche se gli va riconosciuta una certa originalità e sottigliezza nell'indagine psicologica. L'intero film pesa comunque sulle spalle di Theresa Russell, perché gli altri sono solo personaggi secondari (pure se Lloyd si ritaglia uno spazio al di fuori del rapporto con lei). Finale in crescendo, delirante.

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