Red state - Film (2011)

Red state
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Red State
Anno: 2011
Genere: drammatico (colore)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film che da Kevin Smith non ti aspetti. Almeno in apparenza, nella forma, perché poi invece l'eccentricità tipica dell'autore di CLERKS, che gli ha fatto negli ultimi anni firmare opere a dir poco bizzarre come TUSK o DOGMA, emerge. Emerge tra fiumi di violenza e l'aggancio a filoni oggi in voga come il torture-porn, a dire il vero solo lambito quasi come pretesto per inserirsi sadicamente tra le spire del sottogenere che in realtà si diverte a sbeffeggiare. Si darà così, faticosamente, l'avvio all'avventura di tre amici che sognano sesso...Leggi tutto e sulla solita chat erotica individuano nella loro stessa zona la donna che fa per loro, disposta - a quanto pare - a ripassarseli tutti e tre insieme. Quale occasione! Ma quando già cominciano a spogliarsi nella roulotte della donna arriva regolare la fregatura: drogati a loro insaputa si risvegliano, prigionieri, all'interno di una chiesa ad ascoltare i sermoni del solito reverendo impazzito (Parks) che sta arringando una decina di seguaci. Parole, parole, parole... Smith abbonda come sempre coi dialoghi e ancor più coi monologhi, lascia la sua traccia insistendo fin troppo sulla predica oscurantista del leader della chiesa dei Cinque Punti, che attacca prima di tutto gli omosessuali - causa a suo dire di ogni male sulla Terra - attraverso un'invettiva feroce sulla depravazione dei nostri tempi condita dall'immaginabile retorica che in America è propria dei tanti guru improvvisati. Uno degli obiettivi della feroce satira di Smith è quindi individuato, ma per l'altro tocca aspettare ancora un po'. Impersonato da un John Goodman fenomenale, volutamente spaesato e stordito, entra in scena il poliziotto chiamato coi suoi uomini a stanare dalla loro sede i matti della Trinità delle Cinque Punte, armati fino ai denti e pronti a vender cara la pelle dopo esser stati beccati di notte a sparare in casa. Si apre un selvaggio scontro a fuoco che non può non ricordare nella sua elementare contrapposizione certi western conditi da iperboliche sparatorie (Peckinpah in primis). I tempi son cambiati, oggi la velocità con cui si gira è triplicata, così come il sangue e la violenza abbondano e irrompono d'improvviso lasciandoti di sasso ad assistere. Il tutto prima di un finale imprevedibile accompagnato da un gustoso bluff e un cambio di direzione inatteso. Perché Smith non rinuncia a spiazzare nemmeno in un film che in apparenza sembra interessato a tutt'altro. E se da una parte attacca l'ottusità delle sette religiose più bislacche, dall'altra non dimentica di fustigare l'atteggiamento eccessivo delle forze dell'ordine coinvolgendo tutti in un'accusa dichiarata alla degenerazione di troppi. Purtroppo, eliminato il pregevole rivestimento intelligentemente apologista e al netto dell'ottima performance degli antagonisti Parks/Goodman, ciò che rimane è una prolissità diffusa che svela la povertà di un soggetto minimale in cui a ripetersi sono prima i concetti e poi le pallottole.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/10/11 DAL BENEMERITO GREYMOUSER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/11/19
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Greymouser 8/10/11 19:53 - 1458 commenti

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Già autore del cervellotico Dogma, Kevin Smith ribadisce in questo più interessante film la sua avversione antireligiosa, anche se qui si tratta di fanatici fondamentalisti omofobi e assassini. Ma compone un quadro infernale in cui è difficile parteggiare per chiunque, opponendo la violenza dell'integralismo alla violenza del potere. Crudo, a volte sopra le righe della credibilità, il film si lascia seguire con attenzione, grazie anche al consueto, godibile istrionismo di John Goodman.

Daniela 19/10/11 07:47 - 12606 commenti

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L'inizio, con i 3 adolescenti a caccia di sesso nella profonda provincia americana, fa pensare all'ennesimo torture porn, ma il lungo sermone del patriarca/padrone fa prendere alla storia una strada diversa: la violenza del fanatismo religioso vs. la violenza istituzionalizzata del potere, in uno scontro in cui a perdere sono ragione e umanità. Dopo prove infelici, Smith cambia registro, spiazzando con un tema del tutto serio e con scelte narrative non convenzionali. Risultato originale e interessante, anche grazie alle prove di Parks e Goodman
MEMORABILE: "L'Italia è bella?" "Ci sono tanti italiani..."

Schramm 25/11/11 14:26 - 3490 commenti

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Con l'anamnesi quasi certamente rivolta ai davidiani di Koresh e alla (versione semiufficiale e tarocca della) strage Waco, Smith rivisita e rielabora Dogma mettendolo in ammollo in un bloodbath sempre in vacillante -e irrisolto- bilico tra parodia e tragedia. Accalappia nella parte centrale, quando liquidata l'imbarazzante premessa da hostelia n°0 le convergenze fanno peckinpahniana massa critica, per poi adagiarsi e franare in una chiosa finale che ha dell'imperdonabile. Epperò trattasi di ampio passo avanti rispetto a scempi assoluti come Cop out. Avanti dunque di cotal guisa.

Lupoprezzo 15/09/12 10:35 - 635 commenti

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Il regista del fortunato Clerks tenta di rinnovarsi, anche coraggiosamente, con una pellicola dura, che prende di petto i fanatismi religiosi e il mito delle armi che da sempre stazionano negli States. Il registro non convince pienamente: sembra rivolgersi un po' a Peckinpah e un po' a Rob Zombie (senza alcuna deriva orrorifica). Dialoghi interessanti e momenti più che riusciti. Ultima parte un po' debole, con una chiusura che sdrammatizza, ribadendo il pensiero del regista, probabilmente. Bravo John Goodman, ma non proprio indicato per la parte.

Pinhead80 15/09/12 17:14 - 4715 commenti

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Cambio di genere per Kevin Smith che si cimenta in un film che esplora l'universo delle sette americane contrapposto alla violenza delle istituzioni. Il bilancio non è male, anche se sinceramente John Goodman appare veramente fuori parte. Il film inizia in un modo (e ci si aspetta il classico torture porn) e finisce in un altro, passando per una serie interminabile di sermoni allucinati. Se questo è il risultato allora Smith può continuare nella sua nuova carriera, ma forse deve prestare maggior attenzione alla caratterizzazione dei personaggi.

Gestarsh99 30/09/12 15:19 - 1395 commenti

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La durlindana apostatica di Smith riemerge dall'acquastrino della commedia satirico-surreale per dar battaglia all'assolutismo religioso sul pianoro cruento de La casa del diavolo, teatralizzando nel sangue il meccanismo di lavaggio del cervello approntato da troppe sette religiose, fatto di proclami ricattatori, retorica apocalittica e mistificazione argomentativa. Un film che lascia grosso modo esitanti per come agita iperrealisticamente nel beccatoio modale del torture epifenomeni sociologici già esasperati e radicali assieme alla slavata ridicolizzazione dei moti latenti tra stato, polizia e servizi segreti.
MEMORABILE: I barriti apocalittici che risuonano ingannevolmente nell'aria...

Jena 2/11/12 22:51 - 1547 commenti

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Kevin Smith, dopo un quindicennio di commedie malriuscite cambia totalmente (o quasi) registro e azzecca il suo miglior film dai tempi di Clerks. A differenza di quel che sembra non è il solito attacco alle sette di fanatici religiosi americani (gia tentato da Smith con l'orribile Dogma); qui si spara ad alzo zero su tutti: il cinismo e l'ipocrisia dei politici, l'idiozia dei teenager americani decerebrati e affamati di sesso. Regia secca e convincente, Goodman e Michael Parks eccellenti, anche un quantum di umorismo smithiano. Interessante.
MEMORABILE: Il sermone di Michael Parks; Il suono delle trombe del giudizio.

Viccrowley 23/01/14 02:21 - 814 commenti

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Il mondo è un postaccio brutto davvero: non puoi contare su nulla, il credo religioso genera solo fanatismo e le istituzioni sono messe lì solo per proteggere una facciata di cartapesta totalmente asservita ai media. Dopo parecchi scivoloni, Smith dirige una vicenda che sembra uscita dalle pagine di Lansdale. Un mondo con l'etichetta ormai scaduta, dove i giovani invece di essere la speranza sono un vuoto involucro di idiozia e dove Dio è solo un diverso tipo di istituzione. Notevole la prova di Michael Parks.
MEMORABILE: "Quanto pensi che costi una croce grande così?" "In dollari o in buon senso?".

Kinodrop 2/10/14 22:47 - 2908 commenti

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Una comunità della provincia americana viene coinvolta e sconvolta dal fanatismo religioso di una setta delirante e sanguinaria. Il film attraversa senza omogeneità varie fasi, dall'horror-thriller allo pseudo western all'intrigo dietrologico, passando per la follia predicatoria di un pastore mentalmente tarato. Smith cambia decisamente registro rispetto al passato, puntando verso un dramma realistico, ma delude a causa della sovrabbondanza di materiale e della prolissità in certi punti estenuante e toglendo così pathos alla vicenda narrata.
MEMORABILE: I folli sermoni del predicatore e l'accondiscendenza dei suoi seguaci.

Pumpkh75 2/05/15 19:27 - 1735 commenti

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Chi imbraccerà il fucile e premerà il grilletto? Tutti, al soldo del vile denaro: il governo, la polizia, la religione, i colpevoli e gli innocenti. Smith lo spiattella senza filtri, fintando (bene) il cross verso il torture porn e piazzando (meglio) la palla nella rete di un western d’assedio suburbano: i proiettili vanno tutti a segno pur senza bersaglio. La défaillance del lungo dialogo finale, un po’ tedioso e sbrigativo, abbassa l’altrimenti più alto punteggio, sebbene gli ultimi fotogrammi siano al limte del genio. Ottimo.

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Rambo90 3/07/15 01:44 - 7659 commenti

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Interessante film di Smith, che parte come un horror qualsiasi per poi svilupparsi in uno scontro feroce e violento tra due estremi: il fanatismo religioso e il potere che vuole controllare tutto. Un bel ritmo, girato discretamente e aiutato dalle solide prove di Goodman e Parks. Un film sicuramente particolare, ma che può piacere e sorprendere, senza tralasciare un po' d'ironia e una sparatoria centrale che risveglia i fan di genere.

Fulcanelli 17/08/15 23:30 - 135 commenti

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Nel complesso vedibile, ma tante cose lasciano perplessi. Il film inizia con i tre protagonisti che si recano a un'appuntamento; molto presto il tutto si sposta su altri binari relegando i tre a un ruolo da belle statuine. La vicenda prende una piega ancora più improbabile quando cominciano a volare pallottole, per non parlare di un finale forse ragionevole nello stile di Smith ma non troppo accostabile alla realtà. Fanatismo da entrambe le parti per una pellicola caotica che mescola tutto e niente. Irrealistico e disordinato nel risultato.

Rebis 26/01/16 10:40 - 2331 commenti

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Due istituzioni a confronto: Stato e Chiesa. Un unico mezzo di comunicazione: le armi da fuoco. Reazione chimica che collima generi e stilemi - c'è posto per il torture-porn e il western alla Pekinpah - sintetizza misure incommensurabili per restituirci lo stato di salute di una nazione. Kevin Smith cambia pelle ma l'anima iperbolica e sintomatologica è la stessa di Clerks: ridondanza dialogica, schizofrenia ritmica, acidificazione dei caratteri. Un volto grottesco che ghigna e piange sangue. Grande John Goodman.

Pesten 30/07/17 08:30 - 784 commenti

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Ottimo film, dove Smith usa la sua tipica ironia per mettere a nudo l'intera società americana e i suoi panni sporchi: la pericolosità delle sette, le deviazioni dei giovani, il totalitarismo delle istituzioni. Risultato finale convincente (nonostante qualche sermone di troppo), soprattutto la seconda parte dove l'azione aumenta ma al tempo stesso le caratteristiche americane messe sulla graticola da Smith mostrano ancora di più il loro "splendore". La dimostrazione che Smith non è un cattivo regista come molti pensano.

Fedeerra 26/08/17 02:18 - 770 commenti

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Sono tanti i film che denunciano il fanatismo religioso impugnando spesso una comoda e "politicamente corretta" posizione. Red State fa lo stesso, ma con l'intenzione di non prendere le parti di nessuno; mescola e confonde vittime e carnefici, moralisti e anticonformisti e prosegue il suo cammino politico/militare/religioso in modo sanguinario e frastornato. È un film sovversivo e potente, con una regia straordinaria e recitato in modo perfetto da ogni singolo attore.

Hackett 27/08/17 07:57 - 1865 commenti

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Riusciti o meno, Kevin Smith ci ha abituati a film fuori dal comune, con al loro interno idee o punti di vista originali. Particolarmente felice questo Red State, pellicola che inizia come horror e finisce come grottesco ritratto della violenza, sia essa generata da deliri religiosi o da freddi calcoli politici. La narrazione è asciutta, spietata e proprio per questo efficace. Ottime le prove di Goodman e Parks.

Didda23 5/03/18 15:14 - 2424 commenti

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Pu aborrendo quasi completamente tutto ciò che ha a che vedere con le tematiche da assedio-movie, qui il buon Smith - avvalendosi di una buona sceneggiatura che mischia sapientemente monologhi verbosi a intere sequenze d'azione - riesce nell'impresa di rendere digeribile il prodotto. Decisamente meglio la prima parte, con un Parks in stato di grazia; la seconda seppur ben girata è il solito scontro fra assediati e assediatori con pochissime sorprese. Gli ultimi minuti ridestano l'attenzione e gettano allo spettatore interrogativi che generano riflessioni.
MEMORABILE: I tre amici che vogliono fare un incontro piccante; I sermoni di Parks; Goodman che pretende ordini scritti.

Minitina80 11/05/18 17:24 - 2976 commenti

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Il fanatismo religioso è una piaga da cui esce solo materiale purulento e per dimostrarlo Smith priva di ogni filtro dialoghi e scene. L’alienazione, però, è totale e coinvolge tutti i diretti interessati. Lo stesso incipit non deve fuorviare perché nel quadro generale dell’opera assume un significato preciso in cui la dabbenaggine adolescenziale e il sesso a portata di internet non sono esenti da critica. L’esasperazione lo spinge al limite, ma la storia americana ci insegna che quanto mostrato non è lontano da quanto accaduto nella realtà.
MEMORABILE: Gli squilli di tromba.

Vito 18/08/19 02:13 - 695 commenti

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Incredibile Kevin Smith che se ne esce fuori con un gran film splatter e iperviolento su una delirante setta fondamentalista che sevizia tre ragazzi in una provincia sperduta. La prima parte sembra appunto un torture-porn classico, ma poi la pellicola si trasforma in qualcos'altro, uscendo completamente di testa. John Goodman e Michael Parks assolutamente fenomenali.

Rufus68 15/01/20 23:05 - 3818 commenti

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Dopo una serie di prove men che scialbe, Smith imbocca la strada a lui più congeniale: la critica al fanatismo religioso condotta, però, con una dose di forza grottesca inusitata nel cinema americano del ventunesimo secolo. La rappresentazione delle parti in campo è, invero, schematica e il messaggio finale persino debole nel suo manicheismo; a redimere il tutto è la prova di Parks, invasato e quasi convincente nei suoi affondi messianico-apocalittici. Ben centrato anche il personaggio di Goodman e, perché no, apprezzabili le scene d'azione.

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Lupus73 27/02/20 02:42 - 1483 commenti

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Inizia come un teen movie con degli adolescenti arrappati che cercano annunci e trovano una tardona, per poi rivelare il vero soggetto: il fanatismo religioso; in questo caso una setta cristiana con un reverendo particolarmente fuori di testa (non meno dei propri fedeli). Interessante nella sua evoluzione action/noir, con piccole spruzzatine di ironia imprevista (la scena finale su tutte), anche se il prodotto è tutt'altro che edulcorato. Personaggi ben delineati, interpreti e confezione all'altezza, non originalissimo ma particolare.
MEMORABILE: Gli sproloqui deliranti del reverendo e il siparietto finale.

Capannelle 19/08/21 21:45 - 4394 commenti

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Per quasi un'ora viaggia su alti livelli attarversando più generi cinematografici con risoluta irriverenza e caratterizzazioni assai funzionali. Poi ti spiazza mettendo sotto la lente la violenza istituzionale e un potere ancora più potente rispetto a quello dei fanatismi vari, perdendo però qualche pezzo per strada. Ti spiazza anche perché in un cast ben diretto ma essenzialmente sconosciuto entra in gioco un peso massimo del calibro di Goodman, quasi un invitato a sorpresa chiamato comunque ad interpretare un ruolo complesso. Sorprendente, fotografato sporco ed energico.

Anthonyvm 30/11/21 15:46 - 5612 commenti

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Da Smith non ci si aspetta una narrazione convenzionale: il suo contributo all'horror "politico" si rivela un tour volutamente disomogeneo di generi, ragionati secondo il diniego dei luoghi comuni (il repentino cambio di protagonisti, il climax finale riassunto a voce a faccenda conclusa) e con la dovuta ironia. Il gioco pare più risolto sulla carta che di fatto, anche perché il crescendo action va necessariamente perdendosi nell'abuso di dialoghi, ma non si fa ignorare. Fra fanatici religiosi armati fino ai denti e forze dell'ordine non meno spietate si muove un ottimo John Goodman.
MEMORABILE: Parks nei panni dell'esaltato predicatore; L'esecuzione nella pellicola trasparente; Goodman tira lo sceriffo per l'orecchio; Le "trombe" dal cielo.

Teddy 29/07/23 03:01 - 808 commenti

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Uno dei pregi che rendono interessante questo thriller-drama di Kevin Smith è il suo essere, tanto nei fatti quanto nelle parole, estremamente dirompente. Il pensiero monotematico inculcato dalla religione settaria e la morale distorta delle istituzioni sono incubi sempre verdi ma anche malattie in necrosi. Tutto il resto è uno spietato gioco al massacro, accuratissimo nella definizione delle inquadrature e in quella dei suoi interpreti. Notevole.

Nick franc 16/01/24 23:55 - 507 commenti

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Ritratto impietoso di uno stato schizoide e catto-bigotto in cui Smith non salva nessuno: dalle sette religiose integraliste dal grilletto facile ai politici disposti a tutto per nascondere il marcio sotto il tappeto. Il regista eccede negli ingredienti (inizio da comico studentesco, poi revenge movie della morale e infine assedio - un po' scontato - alla Carpenter) ma il ritmo è serrato e la sorpresa finale è originale e riuscita. Tra le due star si ricorda più il folle invasato di Parks che un onesto Goodman lontano dal fasti con i Coen.
MEMORABILE: Il sermone; L'uomo avvolto nella pellicola per alimenti; Le trombe del giudizio.

Diamond 19/01/24 10:40 - 134 commenti

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Critica al fanatismo religioso (ma in realtà all'intero sistema americano) a firma di uno Smith che per la prima volta esce dai confini della commedia. Sguardo desolato e pessimista sulla condizione sociale statunitense che comincia come un horror di ultima generazione ma poi si trasforma in una guerriglia urbana. Non tutto è perfettamente bilanciato, ma è un film sempre e costantemente feroce e sopra le righe: nessun buonismo di fondo, nessuna dicotomia banale o telefonata. Finale meravigliosamente beffardo. Parks e Goodman giganteggiano nel buon cast.
MEMORABILE: "Chiudi quella ***** di bocca"; Goodman.
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