A cuore freddo - Film (1971)

A cuore freddo

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un continuo sovrapporsi di piani temporali con flashback lunghi, brevi e brevissimi che frammentano senza sosta il crudo racconto di un viaggio in auto della coppia protagonista (Enrico Maria Salerno e Rada Rassimov): lei una ex hippy giovane con un fisico do sballo e due occhi azzurri di rara intensità, lui un banchiere ricchissimo completamente rapito dalla bellezza di lei, conosciuta per caso sulla strada. Nonostante un primo periodo di "non- belligeranza" (ovviamente rivissuto in flashback), la coppia scoppia quasi subito per colpa di lei, refrattaria ad ogni tentativo di sedarne lo spirito belle. L'amante è l'inevitabile conseguenza, ma il suo animo insospettabilmente...Leggi tutto feroce non si fermerà a quello. Ghione, regista e cosceneggiatore, riprende discretamente le schermaglie tra un Salerno arrendevole quasi irriconoscibile (giusto qualche timido scalto d'ira qua e là) e una Rassimov che passa non senza qualche titubanza nella recitazione da momenti di assenza, di riflessione, ad altri di irragionevole vendicatività. Largo spazio lasciato a un credibile ritratto della comunità hippy romana, location talvolta affascinanti (la città fantasma) e una svolta conclusiva del tutto imprevedibile ma figlia legittima del cinema di quegli anni. Un film solare, quasi sospeso per lunghi tratti in un'atmosfera magica ma che a ben guardare sembra avere ambizioni superiori ai mezzi in campo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/10/11 DAL BENEMERITO FAUNO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/05/15
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Fauno 4/10/11 21:13 - 2212 commenti

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Uno dei film con più cattiveria in assoluto e in una sola direzione. In questo ruolo la Rassimov in versione bionda (specie se con pinocchietti e stivali) è insuperabile, mentre Salerno è bravo perfino nei panni del marito straricco, straremissivo e pochissimo altro. Fondamentale notare che gli hippies, pur sfogando qui una violenza da film pulp, non rinnegano mai i loro principi. La Descombes è poi la stessa vista in Orgasmo e conferma il suo ruolo negativo, ma globalmente c'è da domandarsi come si possano subire angherie a iosa e affronti del genere...
MEMORABILE: La scenata dopo 25 minuti dovrebbe esser presa a modello di un millennio, ma tutte le altre sopraffazioni fan paura quanto un thriller.

Dusso 10/09/14 08:43 - 1566 commenti

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Sinceramente il montaggio su più piani temporali è piuttosto fastidioso oltre che a lungo andare noioso, così come la violenza finale, tirata troppo per le lunghe. Del regista preferisco decisamente altro, anche se meno serio. Colpiscono molto comunque i dialoghi e le situazioni tra Salerno e la Rassimov, con un paio di scene memorabili. Ottima la Rassimov, ritmo un po' troppo lento anche causato dal montaggio.

Deepred89 10/09/14 13:10 - 3709 commenti

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Un bis settantiano visionato "al buio" può sempre riservare sorprese, ma è difficile sospettare che un VM14 datato 1971 possa lasciare un simile senso di amarezza. Si parte col solito matrimonio allo sbando con hippies sullo sfondo, il tutto ben diretto, musicato con classe e montato sapientemente, poi il clima comincia a farsi teso e ciò che viene colpisce duro, in maniera sicuramente gratuita (Salerno poi è dipinto con un candore che manco Cestiè), ma in anticipo su Boorman o Craven e senza ombra di catarsi. Ghione sapeva il fatto suo.

Lucius 25/11/14 19:26 - 3015 commenti

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Una magnetica Rassimov interpreta una hippie entrata suo malgrado nella vita di un ricco borghese che la tiene legata a sé da un rapporto ossessivo. Un concentrato di pulsioni, desideri indomiti e un certo masochismo intrecciati in un meccanismo a orologeria, con una miccia che una volta accesa porterà a una deflagrazione di violenza, ma anche di liberazione. Nessuna gabbia, neppure la più dorata, potrà mai imprigionare uno spirito indomito. Un torbido delirio la cui parola d'ordine è uxoricidio.

Homesick 29/04/15 15:22 - 5737 commenti

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Salerno e la Rassimov sono attori di una classe oggi perduta e il loro passo a due tra l'agio borghese e la libertà hippy - e tra il contegno e la subordinazione di lui e i capricci e le provocazioni di lei - è eseguito con la densità e l'artistica eleganza del cinema settantesco, complice altresì il virtuoso effetto dello sfasamento temporale. Poi Ghione cambia rotta, e per dimostrare la sua antropologia della ferocia, dell'avidità e della vigliaccheria si spinge sino all'exploitation più irritante e gratuita. Salerno qui è candido e inerme come un agnellino, ma presto saprà farsi lupo.
MEMORABILE: Sulle riserve di caccia: «Quando un animale uccide un uomo, questo si chiama ferocia; quando un uomo uccide un animale, questo si chiama sport...»

Trivex 11/05/15 08:58 - 1744 commenti

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Indubbiamente controverso, amaro e inquietante. Oltretutto il dramma ha una dinamica - almeno per me - inaspettata e questo contribuisce senza dubbio positivamente. Personalmente, però, ho trovato la prima ora del film estremamente noiosa, nonostante rappresenti spaccati sociali sicuramente attendibili per l'epoca (e in parte riscontrabili forse anche al giorno d'oggi). I personaggi sono caratterizzati con discreto profitto, anche se con il "direttore", nella sua assurda ingenuità, forse si è calcato troppo la mano.
MEMORABILE: Il "gioco" di borsa facile; Il coltello impugnato con la banconota.

Markus 27/05/15 10:59 - 3690 commenti

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Un dramma borghese composto di bramosia, slealtà, un finale al cardiopalma e viva tensione rivela un cinema, quello degli anni Settanta, capace di essere avveduto e allo stesso qual tempo istantaneo che, rivisto oggi, assume un valore aggiunto che non è sempre e solo scaturito dalla nostalgia. Improbabile la Rassimov nei panni di un’ex hippie; più plausibile, invece, quello della mogliettina capricciosa (in tale contesto dà il meglio di sé); in contrapposizione Salerno miscela magistralmente conformismo e debolezza.

Herrkinski 4/06/15 04:28 - 8119 commenti

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Interessante dramma che mette in scena un rapporto controverso; se da un lato la fredda cattiveria egoistica della protagonista sembra a senso unico, Ghione riesce anche a creare una certa ambiguità nel personaggio di Salerno, a cavallo tra sottomessa ingenuità e becero maschilismo. Le ostilità deflagrano grazie all'elemento esterno degli hippies nel finale catartico e crudele, che amplifica le assonanze con certi lavori di Di Leo, su tutti Brucia ragazzo, brucia. Non male il montaggio alternato tra presente e brevi flashback; avanti sui tempi.
MEMORABILE: L'assalto e il finale.

Giùan 17/08/15 16:45 - 4562 commenti

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Con gli altri film di Ghione condivide l'indubbia originalità tematica, frenata però da paradossali inibizioni (leggasi pure superficalità) cinematografiche. Qui la consunzione della coppia borghese (ritratta con declinazioni diverse da Ferreri o Lattuada o Spinola, per citar nomi che vengono in mente alla visione della pellicola), s'innesta su modulazioni thriller, che anticipano Autostop rosso sangue restando tuttavia abbozzata più nella dinamica narrativa che nello studio dei personaggi (troppo inerte Salerno, stagliatissima Rada, evasivi gli hippies).

Panza 3/04/16 13:38 - 1842 commenti

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Hippie vs borghesia: tematica già usata da altri registi con stili diversi (vedi, ad esempio, Guerrini e Baratti) e qui ripresa da Ghione con uno stile particolare che affascina nel montaggio e nella sovrapposizione di più piani temporali. Soffre di una certa lentezza nell'avvio che serpeggia per tutta la durata, ma la conclusione amara e inaspettata è davvero un colpo di classe per come viene rappresentata. Bravo Salerno nei panni del marito impettito di fronte alle provocazioni di una conturbante Rassimov.
MEMORABILE: Le sedie mosse dal vento.

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Marcolino1 19/06/17 19:07 - 553 commenti

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Il film è sostanzialmente un dramma sentimentale girato e recitato dignitosamente, con i relativi cliché senza grande inventiva. Fortunatamente troviamo una svolta di efferata violenza che ricorda, con le dovute differenze, L'ultima casa a sinistra di Craven che alza un po' il tono. Attuale ciò che il regista comunica: gli elementi della trasgressione e della contestazione antisociale sono assimilati e trasformati dai ricchi speculatori in una moda, mentre i finti trasgressivi demoliscono il capitalismo sguazzandoci dentro e assorbendone i privilegi.
MEMORABILE: Le banconote trasformate dall'artista dissacratore; Dopo la violenza, gli hippie rinunciano al bottino: sono la vera emarginazione, senza compromessi.

Alexpi94 27/10/17 13:12 - 186 commenti

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Un vero e proprio gioiellino tra i vari prodotti post sessantottini a sfondo contestatario. Enrico Maria Salerno particolarmente misurato e molto in parte in coppia con una bella e spregiudicata Rada Rassimov. Le location sono magnifiche mentre stupenda (e a tratti quasi malinconica) è la colonna sonora composta da Stelvio Cipriani. Finale molto crudele e inaspettato, assolutamente da rivalutare!
MEMORABILE: Le sequenze hippy con in sottofondo la versione strumentale di "Lyonesse" e l'incontro tra Enrico e Silvana.

Myvincent 9/08/18 07:54 - 3744 commenti

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Terribile davvero! La storia coniugale fra un ricco industriale e una ex-hippy dà al regista l'occasione di raccontare del solito contrasto fra gli ideali post-sessantottini e l'italiano borghese che pensa solo ai soldi. I personaggi, stereotipi di centinaia di discorsi fatti al bar, non cedono solo perché interpretati con professionalità. Voli pindarici continui fra passato e presente servono solo a farci aspettare pazientemente quel finale che arriva e che addirittura si tinge di giallo!
MEMORABILE: Le lunghissime gambe di Rada Rassimov.

Keyser3 18/09/23 22:59 - 444 commenti

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Decisamente soporifero per la prima metà, nella quale si sente tutto il peso dei cinquanta e passa anni della pellicola: il classico dramma borghese con aspirazioni alte, che mal si traducono sulla scena. Poi, con la parte on the road, finalmente il film decolla e si sublima in un finale livido e pessimista come pochi, che sicuramente sarà stato d'ispirazione a Festa Campanile. Buona la caratterizzazione dei due protagonisti: la Rassimov, capricciosa e fredda come un serpente e Salerno, inetto e meschino. Alla fine il saldo è sufficiente.
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  • Discussione Galbo • 15/05/15 05:47
    Consigliere massimo - 3991 interventi
    Per me fermarsi ai pallini è fuorviante, il giudizio sul film deve venire fuori dalla recensione; il "pallinaggio" è una sintesi estrema anche se a mio avviso non si possono considerare i due pallini espressione di sufficienza ma semmai di un voto equivalente al 5 1/2...
  • Discussione Zender • 15/05/15 07:09
    Capo scrivano - 6 interventi
    Graf, le definizioni date dai pallini sono a volte un po' equivoche proprio per non essere troppo categorici con chi li intende in modo leggermente diverso. I voti in decimali non cambiano nulla. Come vedi già sul 7 ci sono opinioni di molto diverse. Sono con Galbo per il 2 Ora chiudiamola qui che questo è il post di Salerno e di A cuore freddo. Tutto era nato solo per rispondere velocemente a Homesick. Chi vuole continui sul Davibook dove ovviamente se ne può parlare anche per giorni.
    Ultima modifica: 15/05/15 07:09 da Zender
  • Discussione Graf • 15/05/15 23:27
    Fotocopista - 908 interventi
    Va bene.
    Risponderò sul Davibook ed evidenzierò quello che non mi convince ancora.
    Ultima modifica: 15/05/15 23:42 da Graf
  • Discussione Fauno • 28/05/15 15:36
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Per Markus: mogliettina capricciosa???? Porca p***ana...una così non la augurerei al mio peggior nemico. Da vedere al cinema è una spettacolo, ma nella vita...alla larga, vade retro Satana! FAUNO.
  • Discussione Markus • 28/05/15 16:48
    Scrivano - 4775 interventi
    Beh sì, dietro il mio "capricciosa" si cela un mondo malefico che chi ha visto il film sa di cosa sto parlando. Personaggio complesso quello offerto dalla Rassimov. Un buon film.

    Che belli gli anni Settanta!
  • Discussione Fauno • 28/05/15 22:23
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Infatti fra film e dossier di politica nazionale e internazionale me li sto divorando in lungo e in largo.

    Gli anni '60 son stati quelli del sogno e della grande illusione,i '70 del fermento e dell'attivazione su tutte le linee,una presa di coscienza a 360°, gli anni '80 quelli della disillusione per alcuni e della pacchia godereccia per molti, come se dovessimo stare tutti in panciolle, e dal '90 in poi sempre più un disastro...

    Ma chissà...magari fra 50 anni si dimostrerà che questi son stati anni straordinari. Non si può mai dire. FAUNO.
  • Discussione Kanon • 28/05/15 22:45
    Fotocopista - 835 interventi
    Fauno ebbe a dire:

    Ma chissà...magari fra 50 anni si dimostrerà che questi son stati anni straordinari. Non si può mai dire. FAUNO.


    Al peggio non c'è mai fine
  • Curiosità Alexpi94 • 23/03/18 01:19
    Galoppino - 177 interventi
    Dalla collezione Alexpi94 il flano del film:

  • Musiche Lucius • 25/03/21 11:16
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:                                                            
    [img size=300]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images56/accuo.jpg[/img]
    Ultima modifica: 25/03/21 22:38 da Lucius
  • Homevideo Kubrick68 • 4/01/24 12:45
    Disoccupato - 3 interventi
    Confermo che la versione data da Rai Movie 9 anni fa è quella integrale, inoltre la pellicola possiede una qualità video ottima e un 16/9 - 2:35:1 che gli rende ( finalmente) giustizia.
    Ultima modifica: 4/01/24 14:55 da Zender