Il terzo capitolo (peraltro ii più interessante dell'intera saga assieme al primo) non c'entrava nulla con Michael Myers e il dottor Loomis. Con questo numero 4 si ritorna invece all'antico (visto anche l'insuccesso riservato al povero Tommy Lee Wallace che aveva provato ad allontanarsene), ovvero al Myers mascherato, immortale e inesorabile di sempre. Che questa volta, data l'assenza di Jamie Lee Curtis, se la prenderà con la di lei figlia - e quindi sua nipotina - Jamie Lee (notate l'astuzia nella scelta...Leggi tutto del nome, che rimanda immediatamente a quello dell'attrice). L'inizio crea subito ottime aspettative: una fattoria abbandonata al tramonto, nella desolazione della campagna americana; qualche zucca intagliata, un fantoccio di paglia, cigolii sinistri. Splendido, ma solo illusorio. Si passa subito al trasferimento di Myers (ma non era bruciato in un incendio alla fine del capitolo 2? Boh, nessuno ne parla) in ambulanza, dove prontamente risorge mettendo subito in allarme il dottor Loomis (un Donald Pleasence sciancato, ustionato, eroico) che parte per Haddonfield e avvisa i poliziotti del ritorno imminente di “The Shape”, il quale vorrà sicuramente uccidere la nipotina undicenne. Per una volta tutti gli credono da subito e comincia la caccia notturna, che coinvolge anche i cittadini muniti d’ogni tipo di arma. La nipote intanto se ne gira per le strade accompagnata dalla sorella acquisita. Il film, impreziosito dalla caratteristica fotografia a tinte blu e nere, segue il solito schema: qualche accoppamento (pochi e nemmeno ben realizzati), la maschera bianca che esce dal buio, il finale catastrofico per Michael. Ma c'è un epilogo inatteso, che si riallaccia al celebre prologo cult del primo HALLOWEEN.
Il film, dimenticata l'esperienza "mistica" del terzo capitolo, riprende la storia dalla conclusione del secondo Halloween impostando la narrazione su un ritmo sostenuto e trincerato dietro la salda regia del veterano Dwight H. Little, in grado di conferire un look accattivante alle sequenze d'azione.
Jamie Lloyd (Danielle Harris) è la consanguinea (nipote) che sopperisce all'assenza di Jamie Lee Curtis ed è ovviamente al centro delle attenzioni di Michael, che torna a distanza di dieci anni (trascorsi segregato in un manicomio criminale).
Dei vari seguiti il migliore, se non altro per il colpo di scena finale spiazzante. Ben diretto dallo specialista del genere Little, si avvale di un ottimo ritmo, belle scene gore e di una regia abile nel creare una certa suspense. Per l'occasione ritorna anche Donald Pleasence nel ruolo del dottor Loomis, scampato non si sa come al catastrofico finale del secondo. Che sia immortale come Myers? Il resto del cast non è proprio una cima.
MEMORABILE: Lo sconvolgente colpo di scena finale.
Come dice il sottotitolo, il film segna il ritorno di Michael Myers, che era assente nel pur buon terzo capitolo. Purtroppo il ritorno non è in grande stile come ci si sarebbe potuti (o dovuti) aspettare e nonostante il film scorra abbastanza piacevolmente, è uno stereotipo dall'inizio alla fine, con Myers che si materializza in ogni spigolo all'improvviso, i soliti colpi di scena, le solite vittime idiote e via dicendo. Poco sangue sullo schermo e Donald Pleasence con una patacca in faccia a simulare una bruciatura sembra particolarmente stordito.
E la saga di Halloween torna a vedere le avventure del caro assassino immortale Michael Meyers e per l'occasione torna resuscitato anche Pleasence (ma non era morto nell'esplosione? Mah, avrà anche lui sette vite come i gatti). Gli effetti di sangue sono ben curati, c'è una buona atmosfera cupa e il colpo di scena finale spiazza notevolmente. Da vedere.
Divertente quarto capitolo della saga di Halloween (in realta è solo il terzo, visto che il precedente Halloween 3 non c'entra nulla). Siamo ancora ad Haddonfield (Illinois, anche se poi in realta il film è girato nello Utah) dove Michael Myers ritorna 10 anni dopo e vuole uccidere sua nipote. Divertente e nulla più, con diversi buchi di sceneggiatura.
Secondo sequel (il terzo capitolo era un apocrifo) di uno degli slasher più famosi della storia del cinema. Il risultato non è poi nemmeno tanto male, visti gli esiti dei capitoli che verranno realizzati successivamente. Il problema principale però è la ripetitività che caratterizza questo film e quelli successivi. Difficile, infatti, distinguerli l’uno dall’altro (almeno dopo un po’ di tempo dalla visione) a meno di non essere fan accaniti della serie.
Senza troppo questionare, chi era morto alla fine del secondo capitolo resuscita (Loomis è malconcio ma deambula, Michael è in coma) e chi era sopravvissuto muore (Laurie, che nel mentre ha dato eredi al male). Accantonata l'idea di serializzare capitoli apocrifi "a tema" (paventata dal III) si torna in carreggiata Myers. L'atmosfera, tetra e spettrale, c'è tutta (a partire dai bellissimi titoli di testa) e l'idea della discendenza malefica è funzionale. Peccato il racconto sia largamente approssimativo, il gore esiguo e le azioni raccordate alla meno peggio. Finalone memorabile e gratuito.
Dopo 10 anni (nella storia, ma in realtà sono 7) Michael Myers torna a mietere vittime e con lui il suo acerrimo nemico, il dottor Loomis (un sempre grande Donald Pleasence). Il personaggio della Curtis viene dato per morto e la trama ci presenta una sua ipotetica figlia, nuova vittima prediletta di Michael. La storia è piena di toppe, ma il ritmo è altissimo, la paura (soprattutto nella seconda parte) c'è e non me la sento di non dire che questo film sia buono. Ancora da vedere.
Il problema dei film slasher è che appartengono ad un genere piuttosto limitante e in molti casi, se non sono girati particolarmente bene o se non sorretti da qualche buona idea, si afflosciano su loro stessi diventando ripetitivi ed in definitiva noiosi. Ne è un ottimo esempio Halloween 4: parte discretamente, reintroducendo Michael Myers e Loomis, ma si perde presto in scontati ammazzamenti girati con poca fantasia. Mezzo pallino in più per il finale, crudo e citazionista.
Godutosi a sonno pieno una pausa ristoratrice di ben 10 anni (7 nel nostro calendario effettivo), il cattivissimo Mike si stiracchia senza sbadigli dal coma letargico e torna al suo sporco lavoro più ringalluzzito che mai. Carpenter aveva mollato le redini supervisorie già alla fine del terzo capitolo e purtroppo in questo film suspense e terrore sembrano non celare più quel substrato "teorico" inquietante ed incomunicabile che aveva survoltato la saga sino ad allora. Ciò che salta a pelle è un mero spavento epidermico, una punturina di zanzara il cui prurito va via con un po' d'acqua.
MEMORABILE: La bionda infilzata alla porta con la canna del fucile; L'epilogo "scavoliniano" a bruciapelo (l'ereditarietà del Male, l'eterno ritorno...)
Secondo sequel che segue le vicende di Michael Myers. Qui la qualità è nettamente superiore ai precedenti capitoli, con una sceneggiatura che, seppur presenti qualche forzatura, riesce pian piano a convincere e a funzionare, proponendo una trama vincente e un finale spettacolare totalmente inaspettato.
MEMORABILE: I clienti del pub che si fanno giustizia da soli... sulla persona sbagliata ma poi... lasciano fare alla polizia che "è pagata per fare quel lavoro"!
Anche se le azioni assassine di Myers vengono ristrette solo all'ultima parte del film, non siamo di fronte a una brutta pellicola. Anzi, il ritorno di Myers viene studiato tramite una buona sceneggiatura e una bella atmosfera destinata a sfocare nel finale malato che riesce a spiazzare anche lo spettatore più smaliziato.
Il terzo apocrifo Halloween, come tale, si era preso una vacanza dalla figura di Myers e pur tuttavia a questo quarto appuntamento si poteva ben arrivare con scarse attese. Invece il film non è affatto male, e anzi riesce a regalare momenti orrorificamente suggestivi (vedi il finale), uno svolgimento non certo di particolare imprevedibilità ma con una sua efficacia schietta, una congrua rappresentazione dell'implacabile mascherato, una regia di buon livello. E guarda tu che arriviamo pure a tre pallini!
MEMORABILE: L'atteggiamento vigliaccamente incoerente dei cittadini, da vero sprofondo americano.
Ritorna l'uomo nero dalla maschera bianca, dopo 10 anni di coma vigile e con un unico obiettivo: spargere sangue. La preda è una povera bambina urlante (tra l'altro brava interprete), figlia della sua prima vittima. Per essere al suo esordio, il regista se la cava bene (pur con ritocchi splatter successivi), tenendo bene in tiro le atmosfere tipiche dei primi capitoli della sugosa saga. Due finali: uno "aperto", l'altro inaspettato. Promosso!
Il sunto è che Michael Myers, nipotina e compagnia cantante altro non fanno che andare su e giù per le stradine di Haddonfield; fortuna vuole che oltre a un paio di sequenze azzeccate ci siano gli ottimi titoli di testa, polverosi e calorosamente tetri e che si tenti il colpo gobbo con un finale abbastanza coraggioso. Troppo poco? Forse, considerando anche che gli omicidi o sono stati sforbiciati oppure son stati montati malissimo. Votazione in eccesso, ma solo per il bene che voglio alla saga.
Rivisto dopo tanti anni l'ho in gran parte rivalutato. Trattasi in realtà di un cripto remake del primo che mantiene una sua certa dignità. In più ci mette qualche buona idea (come quella della nipotina, una bravissima Danielle Harris bambina che non sarà mai più così efficace), una regia che mantiene la tensione a un buon livello e azzecca alcune scene, un Pleasence, ottimo come sempre che tiene su letteralmente l'intero film, specie nella prima parte. Certo nella seconda il film un po' s'inceppa con situazioni già viste, ma il finale è ok!
MEMORABILE: L'inizio con le riprese del deserto; La fuga di Michael dall'ambulanza; La Harris che sceglie il costume di Halloween uguale a quello di Michael.
È inevitabile che arrivati al numero quattro la storiella inizi a stiracchiarsi e a mostrare i segni delle forzature. In maniera sbrigativa tornano Myers e Loomis smentendo la loro scomparsa e ricominciando la consueta caccia all’uomo. Fondamentalmente ci si ferma qui, anche se bisogna riconoscere la genialità del colpo di scena finale. Visivamente ha un discreto colpo d’occhio, con luci blu che tagliano il nero della notte e una confezione spiccatamente anni ottanta. Qualcosa di salvabile si trova, anche se il fiato comincia a essere corto.
Quarto capitolo della saga di Halloween (terzo in realtà dopo la perentesi del Signore della notte). Il timone passa a Dwight H. Little, Carpenter e Debra Hill abbandonano definitivamente il franchise. E si vede. Noia, lungaggini inutili, zero tensione e scene che tentano inutilmente di scimmiottare le celebri sequenze del capostipite. Pleasence tenta di salvare la baracca ma non ci riesce. Rimangono qualche momento action sul finale (Little è un regista d'azione) e la chiusa con l'ereditarietà del Male.
La storia ambientata anni dopo i fatti avvenuti nel film di Carpenter e ha come protagonista la figlia di Laurie Strode, rimasta orfana dopo che il personaggio della Curtis è morto (fuori scena) in un incidente stradale. Pur nella sua semplicità il film si rivela essere un ottimo B-movie, nettamente superiore a molti successivi seguiti. Il colpo di scena finale è azzeccato e impreziosisce ancora di più il film. Da vedere.
Dopo la parentesi sci-fi del terzo film, si torna a Michael Myers, che dopo dieci anni si risveglia dal coma e si mette sulle tracce della figlia di Laurie (la piccola e brava Danielle Harris). Il plot è tutto qui: un po' di stalking myersiano, incubi a occhi aperti e omicidi brutali (Michael sembra sempre più un butcher à la Jason), ma l'atmosfera è deliziosamente festaiola, fra zucche, dolcetti e scherzetti, persino più che nei precedenti capitoli. Gran ritorno (seppur inspiegabile) di Pleasence. Nulla di che, ma godibile. Finale invece ottimo.
MEMORABILE: Michael (che si è alzato di statura) infila i pollici nella testa delle vittime, scanna a mani nude e schiaccia crani; Il finale macabro e inatteso.
Primo sequel del secondo film. Myers redivivo è stavolta a caccia della nipotina. A tratti, sentendo il dr. Loomis mettere in guardia gli agenti sul fatto che Michael non sia umano, si ha quasi l'impressione di trovarsi in uno dei vari sequel di Dracula della Hammer in cui il vampiro/Lee resuscitava ogni volta mentre puntualmente Van Helsing/Cushing si preparava a dargli la caccia. Effettivamente Myers non è altro che un "nuovo mostro" che si va ad aggiungere a quelli della tradizione gotica (e di Halloween). L'horror-soap continua.
Chi avrebbe scommesso che al quarto film il personaggio di Michael Myers potesse ancora suscitare interesse? Proprio pochi, ma quei pochi sarebbero diventati milionari perché Little azzecca un film molto solido, senza punti morti, ricco di mind games e, dulcis in fundo, persino ben interpretato dalle giovani protagoniste (Harris e Cornell). Sotto l'attenta custodia del regista e di Pleasence il film, accompagnato dal classico e indovinatissimo motivetto musicale, si riaggancia alle idee originali senza chi si avverta la frattura temporale. Ce ne fossero.
Myers torna in grande spolvero dopo che il bellissimo numero III ne vedeva la mancanza. Il protagonista è tirato a lucido, feroce come sempre, inesorabile come il tempo che passa. La piccola Danielle Harris è interprete valida, ma il vero protagonista è quel Pleasence che mostra in ogni fotogramma la fatica nel dover combattere il male vero. Ultimi frame con Myers molto american style, in linea con l'epoca. Finalone coraggioso. Peccato solo per alcune scene di lotta non perfettamente coreografate. Rimane comunque uno dei migliori sequel della saga. Buon livello di splatter.
MEMORABILE: Loomis viene preso a bordo da un guidatore bislacco.
Sono passati dieci anni dalla notte del massacro di Haddonfield e Michael Myers è sempre ricoverato a causa delle tremende ustioni riportate. Ma il suo compito non è ancora arrivato al termine. Interessante seguito della saga di Halloween che vive una seconda giovinezza grazie al ritorno alle origini e al suo folle protagonista. Rispetto al passato gli omicidi non sono proprio così cruenti e i malcapitati si organizzano in fretta e furia per contrastare il demonio fatto in persona. Nel cast si distingue sia per personalità che per bravura il solito Pleasence nei panni del Dr. Loomis.
Dwight H. Little sviluppa una pellicola che presenta una forzatura dietro l'altra, dalla morte di Laurie Stroad off-screen al ritorno di Loomis dopo essere esploso precendente con Michael. Inoltre Michael viene caratterizzato malissimo con sequenze e uccisioni al limite del ridicolo che non rendono giustizia al personaggio. Difatti, durante il corso del film, la maschera di Myers cambia in determinate scene.
MEMORABILE: La scena in cui Michael lancia il tipo della centrale elettrica sui cavi elettrici, per quanto orribile e surreale.
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Lucius ebbe a dire: Il film inizia dove terminava Halloween 2, confermando che il terzo capitolo è avulso alla serie.
In realtà il quarto capitolo inizia 10 anni dopo la fine del secondo: Laurie, nel mentre, ha avuto il tempo di figliare e di morire... Il terzo capitolo della saga invece è avulso solo in merito al soggetto, ma da un punto di vista produttivo (vista la presenza di Carpenter) il film è da ritenersi regolare...
DiscussioneRaremirko • 26/10/18 22:04 Call center Davinotti - 3862 interventi
Buio, Halloween 4 è seocndo te il miglior sequel che hai visto su Halloween?
DiscussioneRaremirko • 26/10/18 22:04 Call center Davinotti - 3862 interventi
Herrkinski ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Che Roba, torna pure Castle a fare Myers... In realtà appare in una manciata di scene ma la parte del leone la fa James Jude Courtney.