Cría cuervos... - Film (1976)

Cría cuervos...
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Titolo originale: Cría cuervos...
Anno: 1976
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Alleva corvi", "Il grido dei corvi".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/08/11 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 28/08/11 16:44 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

Come per un quadro intimista e malinconico, Saura pennella la sua opera di colori scoloriti come il senso di colpa della protagonista, convinta di aver provocato il decesso di suo padre. Bellissimi i flashback atemporali che riportano alla memoria il passato, quel passato che tormenta l'animo e da cui è difficile liberarsi. Un piccolo grande film venato da inquietudine e mistero.

Cotola 3/08/13 11:00 - 9043 commenti

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La pellicola è dominata dalla presenza della morte e del senso di colpa (resi benissimo da Saura), pur essendo un film sull’infanzia, vista dal regista come un periodo “triste e interminabile”. Però si può dare anche una lettura politica della pellicola (Franco era morto da un anno) e vedere in Ana l’incarnazione del popolo spagnolo infantile, incapace di una vera ribellione e che sa solo accontentarsi di sognare di ammazzare il “padre-padrone”. In ogni caso un gran bel film.
MEMORABILE: I flashback in cui Ana rivede la madre. Ana, la nonna e il “veleno”.

Deepred89 4/04/15 10:26 - 3706 commenti

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I titoli di testa (foto sbiadite e quasi mortuarie su dolentissime note un po' alla Passi di danza su una lama di rasoio) sono il perfetto biglietto da visita per un ritratto d'infanzia infelice capace di scavare con sorprendente finezza e inquietante profondità, picchiando duro pur scansando abilmente gli eccessi da lacrima-movie. Nel secondo tempo il film si fa più cinico e ironico e il clima si distende, ma la ferita non si rimargina. Ana Torrent, bravissima, ricorda la bambina del neanche lontanissimo L'immoralità di Pirri. Grande cinema.

B. Legnani 11/08/15 16:01 - 5532 commenti

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Il più importante regista del regime franchista filma una pellicola impossibile fino a un anno prima. Opera intimista, sulla tristezza dell’infanzia (come la pensava anche Truffaut), affidata agli occhioni della spettacolosa Ana Torrent, spaesa un poco nell’accostare fatti attuali a fatti precedenti, ma il meccanismo poi conquista. Curatissimo nei particolari, talora persino crudele nella rappresentazione delle asperità sofferte dalla piccola protagonista. Bello il delicato finale che, a partire dalla sorpresa sotto il lenzuolo, apre il futuro alla speranza.

Rebis 3/08/16 18:45 - 2337 commenti

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La fantasia di Ana è un'eredità materna, uno spettro che la infesta, informandone l'agire, traducendo il tempo in un passato imperituro: è la dimensione in cui allevare le fogge genitorali, i modelli repressivi, la normatività adulta che genera odio, istinto di morte, affezione al dolore che ci ha creati. Al tramonto del franchismo, Saura ricostruisce un mondo infantile - individuale e nazionale - un paesaggio psichico che va aldilà dell'epoca che lo sostanzia. Accuratissima la continua dissolvenza tra dimensioni interiori ed esteriori, passato e presente. Cast di sole donne: straordinario.

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  • Discussione Buiomega71 • 24/09/12 11:11
    Consigliere - 25998 interventi
    Lucius ebbe a dire:
    Può esserlo per te che lo ricordi, inutile,
    non per chi non lo ha visto uscire al cinema;
    è invece molto interessante constatare la libertà di traduzione dell'epoca.


    Scusa Lucius, ma Caesars intendeva un "inutile puntualizzazione" non al film, ma al suo intervento...Conosco Caesars, sicuramente intendeva quello...
  • Discussione Caesars • 24/09/12 11:53
    Scrivano - 16811 interventi
    Si certo, ringrazio Buio per aver interpretato correttamente il mio pensiero, con "inutile" intendevo la mia puntualizzazione, in quanto era già stato assodato quale fosse il titolo con cui era uscito al cinema (però visto che ne avevo un chiaro ricordo mi piaceva dare anche la mia testimonianza).
  • Discussione Lucius • 24/09/12 13:28
    Scrivano - 9051 interventi
    Avevo capito benissimo Buio.
  • Discussione Cotola • 12/08/15 12:36
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Nella sua recensione Buono Legnani ebbe a dire:

    Il più importante regista del regime franchista...


    Per mia curiosità ti chiedo: intendi dire (come credo più probabile) che Saura è il più importante regista che operò durante il franchismo oppure che Saura era franchista (cosa non sembrerebbe dai contenuti di molti dei suoi film?).
  • Discussione B. Legnani • 12/08/15 13:10
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    Nella sua recensione Buono Legnani ebbe a dire:

    Il più importante regista del regime franchista...


    Per mia curiosità ti chiedo: intendi dire (come credo più probabile) che Saura è il più importante regista che operò durante il franchismo oppure


    Esatto. Intendo questo.
    Poi, sulle appartenenze politiche dei registi e degli uomini di cultura in generale nei regimi monopartitici, le sfumature sono innumerevoli. Si va dalla piena adesione, al trovare un modus vivendi, alla piccola critica tollerata (pensa a Trilussa o agli umoristi sovietici che se la prendevano con la burocrazia), alla apoliticità eccetera.
    Ultima modifica: 12/08/15 13:11 da B. Legnani
  • Discussione Cotola • 12/08/15 13:11
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Grazie. Ero curioso poiché ultimamente mi sto riavvicinando a questo regista (ho appena recensito lo splendido La caccia) e volevo capire bene la cosa. Poiché per quel poco che ho visto i suoi film mi sembra che non avallino per nulla il franchismo.
    Peccato che molte sue pellicole sono al momento di difficile reperimento con qualsiasi tipo di canale.
    Speriamo vengano "ristampate" almeno in dvd.
  • Discussione B. Legnani • 12/08/15 13:42
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    Grazie. Ero curioso poiché ultimamente mi sto riavvicinando a questo regista (ho appena recensito lo splendido La caccia) e volevo capire bene la cosa. Poiché per quel poco che ho visto i suoi film mi sembra che non avallino per nulla il franchismo.


    Vedi, l'errore - a mio parere - che noi spesso facciamo nell'andare a vedere opere fatte durante un regime consiste nel pensare di trovarvi una lettura che sia necessariamente allineata al regime medesimo.
    E' una cosa che trovo assurda, come testimonia il fatto che ci siano un sacco di film italiani Anni Trenta che non avallano il regime: semplicemente non ne parlano. Nel caso di Saura (che purtroppo non conosco, oltre al film da cui siamo partiti), pertanto, non c'è avallo, ma probabilmente non c'è neppure critica velenosa, altrimenti mica restava in Spagna... I problemi con la censura, da quel che capisco, nacquero per Saura da una rappresentazione neorealista che causò tagli, come capitava con la censura democristiana che, come è noto, in àmbito teatrale fu in qualche caso più severa rispetto agli Anni Trenta!
    Non voglio riaprire un discorso già chiuso ma, allargando il discorso, io non sono d'accordo con chi vede (te compreso) ne GLI ORRORI DEL LICEO FEMMINILE un'atmosfera chiusa gretta cupa, come rappresentazione del regime franchista.
    E non perché Madrid e Barcellona erano - in realtà - fra le città più vive d'Europa anche negli Anni Sessanta, ma perché le atmosfere del film in questione sono esattamente le atmosfere che servono per quel tipo di film, sia esso girato nella Spagna franchista, nella gelida Lapponia o nel Nicaragua sandinista... Trovarci una critica al regime allora vigente mi pare una forzatura ex post, come quando vediamo una terribile commediaccia scoreggiona degli Anni Settanta e le diamo *** perché Montagnani, che lì regge il filmucolo, poi si confermerà bravissimo anche nella Serie A e un culo come quello della Cassini lo cercheremo inutilmente nei quattro decenni successivi...
    Con amicizia
    BL
    Ultima modifica: 12/08/15 13:45 da B. Legnani
  • Discussione Cotola • 18/08/15 15:31
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Ciao Buono,
    scusa se rispondo solo ora alle tue interessanti considerazioni aggiungendone alcune mie

    tu hai detto:

    Vedi, l'errore - a mio parere - che noi spesso facciamo nell'andare a vedere opere fatte durante un regime consiste nel pensare di trovarvi una lettura che sia necessariamente allineata al regime medesimo.

    Questo è vero. Anche se in realtà io a volte commetto "l'errore" contrario: non mi aspetto cioè che il film avalli per forza il regime ma anzi cerco se vi sono elementi, magari tra le righe, che lo criticano.

    un sacco di film italiani Anni Trenta che non avallano il regime: semplicemente non ne parlano.


    Qui ti chiedo: ma non parlarne non può voler dire in qualche modo non dico avallarlo ma fare finta di nulla per evitare problemi? Perché magari parlarne, anche nei suoi aspetti più banali, rischierebbe di mettere in luce cose sgradite al regime?

    Nel caso di Saura (che purtroppo non conosco, oltre al film da cui siamo partiti), pertanto, non c'è avallo, ma probabilmente non c'è neppure critica velenosa, altrimenti mica restava in Spagna...

    Su Saura non posso esprimermi nemmeno io poiché ho visto solo due film che però mi sembrano non dico conflittuali col regime ma sicuramente critiche. E d'altronde Crìa Cuervos come detto anche da te sarebbe stato impensabile appena un anno prima.

    Non voglio riaprire un discorso già chiuso ma, allargando il discorso, io non sono d'accordo con chi vede (te compreso) ne GLI ORRORI DEL LICEO FEMMINILE un'atmosfera chiusa gretta cupa,
    come rappresentazione del regime franchista... perché le atmosfere del film in questione sono esattamente le atmosfere che servono per quel tipo di film, sia esso girato nella Spagna franchista, nella gelida Lapponia o nel Nicaragua sandinista...


    Certo l'atmosfera è quella giusta per il tipo di film e ciò sarebbe valso anche se la pellicola fosse stata ambientata nei luoghi da te citati. Però magari non è detto che non si possa sfruttare un'atmosfera di quel tipo per operare qualche sottolineatura politica.

    Trovarci una critica al regime allora vigente mi pare una forzatura ex post

    Su questo ti appoggio (quasi) pienamente anche se letture di questo tipo si leggono spesso nella storia del cinema. Pensa a Kracauer ed alla sua lettura di certi film tedeschi (specie quelli dell'Espressionismo) che vennero visti come anticipazione del regime nazista. La teoria è affascinante ma è chiara che lascia perplessi poiché non è stata fatta in contemporanea con l'uscita di quelle pellicole (e allora sarebbe stata più convincente),
    ma solo successivamente a bocce ormai ferme da parecchio tempo.

    Scusa per la lunghezza e grazie per la pazienza e soprattutto grazie per la chiusa del tuo post.
    L'amicizia è ricambiata
  • Discussione B. Legnani • 18/08/15 15:54
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Cotola ebbe a dire:


    un sacco di film italiani Anni Trenta che non avallano il regime: semplicemente non ne parlano.


    Qui ti chiedo: ma non parlarne non può voler dire in qualche modo non dico avallarlo ma fare finta di nulla per evitare problemi? Perché magari parlarne, anche nei suoi aspetti più banali, rischierebbe di mettere in luce cose sgradite al regime?



    Talora sì, talora no. Altrimenti se ne dedurrebbe che in un regime sarebbe impossibile fare un film di pura evasione, il che, ovviamente, non è...
  • Homevideo Lucius • 28/08/19 15:33
    Scrivano - 9051 interventi
    Dvd targato Multimedia San Paolo Audiovisivi.

    Durata: 105’

    Audio: Italiano Mono 2.0, Spagnolo Mono 2.0
    Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti

    Extra: Scheda critica su Cria Cuervos di Pino Farinotti; Sguardo critico sulla filmografia di Carlos Saura di Pino Farinotti.

    Immagine al min. 45:46

    Ultima modifica: 28/08/19 18:02 da Zender