Le armonie di Werckmeister - Film (2000)

Le armonie di Werckmeister

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/11 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 4/07/11 12:07 - 1670 commenti

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Tremendamente complesso e criptico, sia nei messaggi che nei richiami, per lo stile di Tarr. Ogni scena un piano sequenza: carrellate, pedinamenti e inquadrature fisse: lo spazio è elemento fondamentale, la base su cui tutto poggia. Dalla sequenza iniziale, la spiegazione di Janos di cosa sia e come avvenga un'eclissi solare si può iniziare a capire la lughezza d'onda sulla quale il regista poggia il suo sguardo. Prima parte introspettiva: si scandaglia l'animo dei personaggi. Seconda ipnotica e fortissima nel raccontare la disperazione interiore ed esteriore.
MEMORABILE: L'invasione nell'ospedale: potenza narrativa disarmante, tecnica e un aura di assoluto realismo, crudeltà e stupidità, si fondono.

Rebis 8/02/12 17:50 - 2331 commenti

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Il circo approda nella piazza di una sperduta cittadina ungherese, con due attrazioni: una balena e un Principe... Un corpo estraneo introdotto in un organismo coerente lo sovverte. Una distonia rivela la convenzionalità di un sistema armonico. Fluido, maestoso, oceanico; carico di suggestioni letterarie (da Bradbury a Dostoevskij) e ostico nella pretesa omissione di moventi, genera il sospetto che Tarr abbia scelto il modo più complesso per raccontare un'idea piuttosto semplice (l'insorgere della violenza, per quanto escatologica, non ha infatti la necessaria forza espressiva). Filosofico.

Enzus79 16/05/14 16:57 - 2863 commenti

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Pur essendo molto "ortodosso" nei modi di fare cinema, Bela Tarr risulta comunque originale. Storia che ha tutti gli ingredienti dei film passati (bianco e nero, lunghi piano sequenza, villaggio semi disabitati) ma propone metafore molto lucide. Non siamo ai livelli di Perdizione o Satantango, però è un film di notevole spessore e convincente.

Cotola 12/07/14 13:43 - 8998 commenti

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Pur non ripetendosi il miracolo e la magia del cavallo torinese, è chiaro che il film sia di qualità. Tarr gira con grandissima maestria e la confezione è perfetta ed impeccabile. A non convincere appieno stavolta è il contenuto o forse lo è la sua rappresentazione: al di là di qualche cripticità (ma il disegno globale appare abbastanza chiaro), si resta un po' freddi e meno rapiti ed angosciati che altrove. Ed anche la potenza visionaria (che comunque non manca), si fa strada solo a tratti. In ogni caso un film notevole o comunque bello.

Kaspar 5/12/15 15:50 - 15 commenti

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Il più “simbolista” dei film di Tarr e quello più espressamente di denuncia. Tratteggia l’accendersi e il propagarsi della paura e della violenza nell’europa in guerra del XX secolo e avanza una riflessione sulla giustizia, sul potere e sull’ignoranza. Nessuna pietà per la storia, per i personaggi, per noi. Nel film coincidono impegno sociale ed espressione tecnica (=poetica) ai livelli del miglior Bresson. Come in tutti gli altri suoi lavori, il risultato filmico risulta da una sinergia straordinaria di tutti gli elementi. Il film ideale per approcciare il linguaggio di Tarr.

Paulaster 1/01/19 17:04 - 4373 commenti

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In un paesino ungherese arriva la balena più grande del mondo. Confronto tra l’evoluzione cosmica (disordinata ma con un senso) e la confusione sociale: la magica calma dello spazio e i canti e la distruzione degli ubriaconi. Girato per piani-sequenza che conquistano sempre l’attenzione. Tarr spiega ogni ruolo con una franchezza esplicita senza scadere nella crudezza. Conclusione (di potenza assoluta) di condanna della nostra società. Discorsi chiari in chiave cattolica di speranza e di pietà mentre si parla anche di superstizione popolare.
MEMORABILE: La spiegazione dei movimenti dei pianeti al bar; Il valzer in camera coi bambini rumorosi a fianco; L’occhio della balena; Il vecchio nella vasca.

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