Venere nera - Film (2010)

Venere nera

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/11 DAL BENEMERITO COTOLA
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Capannelle 29/10/11 12:16 - 4411 commenti

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Racconto nudo e crudo dove aleggia il sospetto del manicheismo ma bisogna dire, senza sentire uno stupido bisogno di autofustigarsi, che così andavano (vanno?) le cose. Kechiche procede senza soste con la giusta sgradevolezza e ha il merito di non cercare scorciatoie di comodo o melodrammi annunciati. La messa in scena è considerevole sia a livello di attori che di atmosfere e nonostante la tanta carne messa al fuoco i 160 minuti passano bene. Tra Lynch e Ferreri ma con una sua precisa personalità.

Cotola 26/06/11 21:02 - 9043 commenti

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Peggio di una gragnuola di calci in faccia: questo l'effetto che fa il film. Ci si sente continuamente violati come la protagonista ed il suo corpo: si subiscono le sue angherie e violenze. Un film forte, sgradevole, che mette a disagio col suo sguardo spietato ma non compiaciuto. Il regista poteva risparmiarsi qualcosa, ma va detto che il suo non è mai lo sguardo del voyeur e se non arretra dinanzi a nulla, lo fa proprio per provocare sgomento e orrore in chi guarda. In questo modo ci restituisce in modo pieno il dramma della protagonista.

Greymouser 11/07/11 20:49 - 1458 commenti

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Come Grosz e Goya fecero con la pittura, qui il regista ci mostra il dettaglio dei volti e degli sguardi morbosi, saturi di laida bramosia, dei bravi cittadini e borghesi "civilizzati" verso il "fenomeno da baraccone" rappresentato dalla sventurata Boscimana protagonista e oggetto dei turpi desideri di una società ipocrita. Nonostante le masse della sua carne, lei vola quasi leggera fino alla fine nel suo personale abisso, con interpretazione perfetta nella sua necessaria ambiguità. Finale insostenibile nella sua fredda e feroce disumanità.

Deepred89 30/10/11 12:09 - 3706 commenti

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Cinismo alle stelle, ma con una ripetività che alla lunga rischia di stancare. Il film comunque è buono: ben fatto (con ricostruzione storica credibile e verosimile), montato in maniera efficacemente febbricitante e magistralmente interpretato da praticamente tutti gli attori. Non manca però un certo compiacimento (che porta ad allungare eccessivamente alcune sequenze, magari già presentate con poche varianti poco prima), e le forti analogie con La donna scimmia di Ferreri disseminano il film di pesanti deja vu. Comunque interessante e riuscito.

Myvincent 4/03/12 12:25 - 3741 commenti

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Come dismostrare quanto gli uomini cosiddetti civili (incluso quelli della illuminata scienza) siano più bestie degli esseri che loro considerano tali. Il tema è di qualità senz'altro e la ricostruzione minimale fa bene al racconto, ma qualcosa nella recitazione sa di finto e studiato, così come nella sceneggiatura dove abbondano tempi morti e ripetizioni noiose e non funzionali. Ma nella seconda il film vira verso un versante diverso e la tragicità prende il via, riportando la storia su un piano che s'abbina bene alla realtà della storia.

Jandileida 30/04/12 23:53 - 1565 commenti

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Alla fine della storia l'unico che non cambia mai è l'Essere Umano: ci si affanna, ci si accalca, si suda e si apre il portafoglio per vedere l'ultimo spettacolo, quello più nuovo, quello più sconvolgente. In questo è bravo Kechiche a rendere universale la vicenda della Venere ottentotta evitando il compiacimento ma non nascondendo nulla delle umiliazioni subite da Saartje Baartman, in vita ed in morte. Buona anche la ricostruzione ambientale; peccato che la ripetitività di alcune parti finisca per rendere il film prolisso e non tutto necessario.

Cloack 77 5/06/12 10:33 - 547 commenti

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Kechice non si limita a raccontare la tragedia di questa donna, ci obbliga a viverla; non accenna alla minima sinossi, anzi, assistiamo agli spettacoli completi della Venere, al processo completo, al precipizio verso l'inferno senza mai tagliare, ridurre, deformare, scartare. La visione diviene allora un doppio sacrificio, faticoso per una noia ingombrante e duro nell'accettazione di colpe insite e sconosciute della nostra società.

Schramm 11/08/13 12:58 - 3495 commenti

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Immaginatevelo: Freddie Jones che vessa in pubblico John Merrick in una linea chiusa di150 minuti con rade diversificazioni sul tema. Per rilanciare l'orrore di un abuso lucrativo lungo una vita, Kechiche abusa dello spettatore indulgendo in una tautologia compiaciuta, non meno narcisista di un apparato tecnico e di un afflato figurativo ai limiti dell'iconico che -per carità- spaccano, ma alla lunga si spacca anche qualcos'altro e tutto l'empatico dolore per le sorti della protagonista si commuta presto nella personale passio christi spettatoriale di una visione debilitante.

Redeyes 3/11/13 17:40 - 2449 commenti

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La pellicola che evidenzia le influenze di Ferreri, ma aggiungerei anche Fassbinder, ha dalla sua una veemenza, una capacità di disgustare e impressionare davvero notevole. Parallelamente la lentezza e quindi la lunghezza della stessa smorza un risultato finale che si raggiunge con fatica. Finale stesso che aggiunge dolore e umiliazione e scarnifica ulteriormente la dignità umana. Bello ma faticoso.

Giùan 8/12/13 07:31 - 4559 commenti

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La “grazia” del film risiede tutta nella “orizzontalità” in cui Kekiche tiene la narrazione. Quella di Sarah non è infatti una progressiva discesa agli inferi quanto una dilatata sequenza di allucinati quadri di schiavitù, in ognun dei quali si logora senza gradualità la “patetica” tragedia della venere ottentotta. La monotonia della storia è però esaltata dalla umanità e dalla ipnotica capacità dialettica del franco algerino, instancabile indagatore di sguardi, parole e corpi. Originale e molteplice anche la visione del rapporto “servitù”-spettacolo.
MEMORABILE: Il modo in cui la Saartjie fuma la sigaretta; La sequenza del salotto parigino.

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Daniela 26/12/13 11:15 - 12662 commenti

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Inizia dalla fine, con il corpo esposto agli scienziati a conferma della tesi della superiorità razziale dell'uomo bianco. E la storia di Sarah è tutta narrata attraverso la sua esposizione: mostro da baraccone, curiosità da esibire nei salotti, oggetto lubrico per bordelli, corpo in vendita fino all'estremo oltraggio. Una esposizione prolungata, troppo insistita per non essere programmatica nel suo costringerci alla visione, contaminando anche il nostro sguardo di spettatori "civilizzati". Approccio forse discutibile ma efficace, per un film che non vuole e non può lasciare indifferenti.

Rebis 10/09/15 13:43 - 2337 commenti

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Un essere umano è qualcosa di più delle sue funzioni vitali. E' più della materia che lo costituisce, del pensiero che esprime. Ciò che viene violato, nel film di Kechiche, è più di un corpo, di un'identità; è la persona, è il sacro che la sostanzia, intangibile ma inoppugnabile presenza nella spietata esposizione che la nega, che riduce quel corpo a nulla più dello sguardo che lo osserva. E un grande film Venere nera: ricostruisce la cultura coloniale convocandone la complessità, non per risolverla ma per affermarla, annichilendo il giudizio, silenziando ogni obbiezione.

Saintgifts 5/11/15 19:46 - 4098 commenti

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Siamo nel 1815 e questa è la prima cosa che impressiona; la seconda è che tra i soloni della scienza e i frequentatori di salotti "buoni" parigini (dove vegliarde assatanate di sesso mostrano orgogliose i loro corpi cadenti) non pare ci sia nessuna differenza; anzi, i secondi hanno dalla loro la scusante della depravazione. Saartje Baartman viene violata in ogni modo, nel corpo e nell'anima; Kechiche sceglie di mostrare più volte lo spettacolo, aggiungendo ogni volta gioielli alla Venere ottentotta ma anche più umiliazioni, fino all'impietoso finale.

Pigro 28/11/20 10:19 - 9666 commenti

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La storia vera del fenomeno da baraccone Saartjie Baartman è simile a tante come la Donna scimmia o Handia, ma qui Kechiche affronta la stratificazione delle violenze psicofisiche e culturali: coloniale, razzista, sociale, economica, sessista, "semplicemente" umana, condivisa da aguzzini e amici, giudici e scienziati. Ottima ricostruzione ambientale-antropologica di inizi 800. Protagonista notevole. Intensa regia che scava in primi piani e dettagli in scene molto lunghe, trascinando nella responsabilità della visione anche il pubblico del film.

Buiomega71 9/10/21 01:35 - 2910 commenti

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Kechiche tra Browning, Buñuel e un Fellini andato in necrosi. Opera potentissima, impietosa e ferocissima, che si barcamena tra tribunali londinesi e i libertinaggi parigini, con prima parte simil Elephant man per poi proseguire in salotti quasi sadiani e orgiastici, per finire nei meandri di un bordello movie carnale, olezzoso e sudaticcio. Perversioni sessuali voyeuristiche, disezzioni anatomiche che sfociano nell'horror e la scienza ancor più scellerata della debosciata borghesia. E tra vagine infette e continui colpi di tosse, Sarah scruta la morbosità altrui e non sorride mai.
MEMORABILE: Tutta la parte "scientifica" e Sarah che non vuole mostrarsi sotto nuda; Il dildo, la maliarda a seno nudo con Sarah usata come cavalla e le lacrime.
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  • Discussione Schramm • 3/08/11 15:03
    Scrivano - 7694 interventi
    mi potreste cortesemente linkare i subts?
    non li trovo nemmeno a recitare il corano al contrario
    anche inglese o francese sarebbero wundebar!
    grassie
    Ultima modifica: 3/08/11 15:03 da Schramm
  • Discussione Cotola • 3/08/11 20:40
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Io l'ho visto al cinema. Ma posso vedere cosa
    si può fare. Ti faccio sapere.
  • Homevideo Gestarsh99 • 6/10/11 12:20
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione dvd dal 30/11/2011 per Lucky Red:


    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano
    * Schermo Anamorfico 16:9
    * Audio Dolby Digital 2.0
    Ultima modifica: 9/10/21 12:02 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 9/10/21 10:21
    Consigliere - 25998 interventi
    Opera potentissima, dolorosa, ferocissima, che fa sembrare la sopravvalutata Donna scimmia ferreriana un filmetto per bambini, nonostante le quasi tre ore sul groppone (il sottoscritto teme le durate che vanno oltre le due ore, ma quì, come nel secondo segmento del Nymph()maniac vontreieriano, il tempo di esecuzione non mostra mai la sua pesantezza), che si divide in un inizio stile Elephant man (il fenomeno da baraccone  visto come remunerativo guadagno, il crudele padrone senza scrupolo alcuno), per passare , poi, dai tribunali londinesi fino ai libertinaggi dell'altà societa parigina, agli studi della scienza (che si dimostra più scellerata della debosciata borghesia) per finire in zona "bordello movie" tra slanci carnali e olezzosi, voyeurismi sessuali, copule sudaticcie e vagine infette.

    Kechiche si muove , impietoso, tra Browning, Bunuel e un Fellini andato in necrosi, sbattendo in faccia allo spettatore, senza tanti preamboli (e con l'assenza, quasi totale, di colonna sonora) la disumana curiosità e il perverso ludibrio razzista della civiltà occidentale (e anche noi ne siamo impotenti carneficini, anche senza toccare il sedere della "venere ottentotta"", squallido rituale che si ripete ad ogni "spettacolo") e , scelta narrativa notevole che impreziosisce ulteriormente il film, il regista tunisino racconta poco della vita passata della "venere nera", se non a spizzichi e bocconi, amplificandone la sua condanna, regalando i suoi sguardi sospettosi e rassegnati a chi la scruta-sia in termini di mera curiosità, che sia scentifica o sessuale- e ne viola la sua intimità (di straordinaria bravura Yahima Torres, vieppiù presa dalla "strada" e attrice non professionista).

    I continui colpi di tosse sempre più violenti, le lacrime che solcano il suo viso nella pseudorgia nel salotto quasi sadiano dei libertini, il dildo (passato da una leccata all'altra), la vecchia maliarda a seno scoperto che cavalca la "venere nera", le coppiette sul divano che si pastrugnano e si eccitano assistendo al numero circense che sfocia in perversione sessuale, le febbrili danze, la catena al collo, il mostruoso cinismo finale della vendita del cadavere ai "baroni della medicina", per concludersi in una disezzione anatomica che varca i confini dell'horror, tra vagine messe sottovetro nella formalina, cervelli asportati e calchi di impressionante realismo (Kechiche , sui titoli di coda, rende giustizia al cadavere di Sarah, violato anche da morta, con le immagini-vere-del trasporto della sua salma dalla Francia al Sudafrica, con degna sepoltura e commiati tribali).

    "Freak movie" che colpisce come un maglio, dalla miseria dell'animo umano alla dignità che questa donna, nonostante tutto mantiene, all'incontro con un giornalista scandalistico da quattro soldi (scriverò che sei una principessa, alle mie lettrici piacerà), dove tutti pensano al lauto guadagno che la "negra" può dare loro, che sia fiera in una gabbia, oggetto esotico/sessuale, prostituta dalle grandi labbra usate per eccitare i clienti o esaminata, e infine sezionata, come se fosse una specie di extraterrestre.

    Unico momento di "tenerezza" e umanità accade proprio alla clinica degli scienziati, dove uno di loro la ritrae in un contesto bucolico di quasi normalità (quasi come una venere botticelliana), tutto il resto sono botte, umiliazioni, cinismo, solitudine e lacrime, dove la "venere ottentotta" sembra rassegnata, consolandosi negli unici vizi che può permettersi (fumando sigari e trincando peggio di un marinaio).

    E Kechiche passa da una Londra con sfondo in CG ai salotti parigini tra dame e ruffiani, vecchie merchese vogliose e criptogay, tra padroni che le urlano addosso e vallette agghingate come mistress, fino alle prostitute del bordello che se la radono e ridono tra loro, con lo sguardo di Sarah che tutto osserva, come se, in realtà, i veri animali siano quelli che stanno applaudendo, affogati nelle loro risatine di dileggio e nelle loro frivolezze proibite, concupiti ciecamente nella libido del fascino esotico (ma che, a differenza della medicina, si fermano e si indignano alla vista delle sue lacrime).

    Se la capziosità non mi piglia sarebbe tragica. Ma, in due momenti, ho avuto quasi l'impressione che Kechiche abbia voluto omaggiare il cinema di Steven Spielberg:

    La prima alla locanda, dove si assiste alla gara di bicchierini da tracannare a più non posso tra Elina Lowensohn e un tizio, pressapoco identica a quella con Karen Allen nei Predatori dell'arca perduta (e guarda caso, come nel film di Spielberg, vince lei).  La seconda (tra i momenti più commoventi del film) e alla prima  festicciola nel salotto parigino . dove Sarah , con il suo strumento musicale a corde, ripete, perfettamente, le note del violinista, come gli uomini di Lacombe entravano in contatto con gli alieni, musicalmente, in Incontri ravvicinati del terzo tipo.

    Il patetismo (che magari, quà e là, faceva capolino nell'uomo elefante lynchiano) viene completamente bandito dal regista della Vita di Adele, altro punto a favore di un opera dura, cruda e inesorabile, ma che necessita almeno di una visione, per come non sia cambiato molto l'aspetto razzistico della "supremazia" della razza bianca.

    E noi, come Sarah, scrutiamo, assistiamo in silenzio, impotenti, e forse anche complici del nauseabondo razzismo, e, come lei, non sorridiamo mai.

    Non ho mai visto testa umana più simile a quella delle scimmie Frase lapidaria (detta da un medico fa venir ancor di più i brividi) che fa vergognare, chi assiste e ascolta, di appartenere al genere umano.



    Ultima modifica: 9/10/21 14:39 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 9/10/21 10:39
    Consigliere - 25998 interventi
    Ottimo il dvd edito dalla Lucky Red.

    Formato: 1.85:1
    Audio: italiano, inglese, francese, afrikaans
    Sottotitoli: italiano, italiano per non udenti.
    Come extra solo il trailer.
    Durata effettiva: 2h, 39m e 20s

    Immagine al minuto 1.37.58.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/PDVD-234.jpg[/img]
    Ultima modifica: 9/10/21 12:03 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 9/10/21 13:48
    Consigliere - 25998 interventi
    Nel commento del buon Schramm si legge, linkato: Freddie Francis che vessa in pubblico John Merrick 

    Sospetto fortemente che si intenda Freddie Jones e non Freddie Francis
  • Discussione Zender • 9/10/21 13:53
    Capo scrivano - 47782 interventi
    OK, ne parlo con Schramm e vedo se c'era un errore e poi correggo, grazie.
  • Discussione Buiomega71 • 9/10/21 13:55
    Consigliere - 25998 interventi
    Zender ebbe a dire:
    OK, ne parlo con Schramm e vedo se c'era un errore e poi correggo, grazie.

    Naturalmente ho chiamato anche lui, essendo l'autore del commento
  • Discussione Schramm • 9/10/21 19:53
    Scrivano - 7694 interventi
    schramm sempre meno buon e vieppiù calamotà naturale. si trattasi di mio refuso da sonno perso. quando chiesi a zendy di linkarlo non ci feci caso (e dire che avevo anche più volte riletto il commento) e a quanto sembra il buon zendy nemmeno :)

    imperativa la correzione immediata, chiamo subito il capomastro. grazie buione!