Melancholia - Film (2011)

Melancholia
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Von Trier croce e delizia, ancora una volta: repentine aperture di grande talento e sincera ispirazione celate tra le spire di involuzioni stilistiche che riportano in auge il “dogmatico” abuso della camera a mano. Delle due parti di cui è composto il film, che portano il nome delle due sorelle protagoniste, la prima ha l'unico merito di cogliere meravigliosamente l'ambiguità insondabile di una Kirsten Dunst perfetta per il ruolo, la seconda quello di immergere il film nella turchese attesa di un evento fin lì appena accennato, con il pianeta Melancholia che compare all'alba del nuovo giorno sotto gli occhi stupefatti dei “sopravvissuti” al matrimonio. Le intuizioni nel cinema di Von Trier...Leggi tutto non sono mai mancate, anche se il nuovo prologo che semicongela l'azione per animare autentici quadri in leggero movimento il cui significato si coglierà solo in seguito scompare di fronte alla forza dell'incipit che apriva in modo stupefacente ANTICHRIST. Lì il ralenti per potenziare, qui per stuccare lasciando intuire la pretenziosità dell'operazione, che pure pare legittimare le sue ambizioni quando coglie prospettive mirabilmente illuminate che suggeriscono la via per una dimensione altra. Ma l'eterna celebrazione del rito matrimoniale tra danze, discorsi e progressive avvisaglie di una situazione via via meno sostenibile riporta tutti sulla terra, scuotendoci inutilmente dall'apatia attraverso l'instabilità perpetua dell'inquadratura. Ma l'ocra spento degli interni fatica a riportarci lì dove si era immaginato di poter fuggire a tratti nei pimi minuti, e c'è bisogno di uscire ancora nel giardino della villa colorato dalla notte per ritrovare tracce di quell'incanto, recuperando magari nella silhouette della Dunst distesa nuda sull'erba la sintesi mirabile della silente comunione tra uomo e natura. Ritmi lenti a dir poco, scarsi spunti narrativi e cinema che prova in ogni modo di affrancarsi dalla forma classica per raggiungere risultati che per soddisfare appieno dovrebbero combinare meglio gli elementi a disposizione senza limitarsi a colpire l'immaginazione saltuariamente.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/06/11 DAL BENEMERITO DIDDA23 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/11/11
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Von Leppe 26/10/11 19:19 - 1262 commenti

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Dopo l'ottimo Antichrist, purtroppo Trier torna alle riprese mosse, che trovo fastidiose (quindi la mia valutazione conterà anche questo aspetto). Non ho mai apprezzato questo modo di girare i film di Lars, ma per il resto trovo che il regista danese sia migliorato nelle trame, come in quest'ultima opera dal sapore fantascientifico, con sequenze visionarie ottime. Ambientazione notevole, in un castello non troppo valorizzato dalla fotografia e movimenti di macchina, mentre le riprese dei pianeti sono spettacolari.
MEMORABILE: L'alba del pianeta Melancholia.

Xamini 26/10/11 15:32 - 1252 commenti

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Lavoro che riesce nella difficile impresa di risultare micidiale rottura di maroni e contemporaneamente grande esercizio di stile. Incurante dello spettatore, Von Trier si concede musica e ralenti in un'intro onirica che è un finale a rovescio. Poi approda alla sua amata camera a mano e ha l'idea geniale (ma poco digeribile) di sintetizzare l'inutilità delle sovrastrutture umane e la sinossi di una classica vita matrimoniale all'interno della sola giornata di nozze (anzi, di festeggiamenti). E infine, procede in ulteriori metafore che vedono protagoniste a contrasto un'eccellente Dunst, bella e terribile come il pianeta di cui accoglie la luce, e la brava Gainsbourg, bruna e fatta di paure terrene. Sopra a tutto, l'inevitabile.
MEMORABILE: La sposa che trascina i legacci, la Dunst nuda alla luce, tutta la lunga sequenza iniziale e l'epilogo.

Gestarsh99 24/10/11 20:03 - 1395 commenti

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Irradiata dal chiarore sacrale di un aulico calligrafismo pittorico-wagneriano, quella di Von Trier è una proiezione necrologica più ponderata e rassegnata rispetto alla furente espiazione autolesionistica del precedente Antichrist: combattere e rifuggire la propria distruzione non ha più alcun senso, barlumi di speranza per un'umanità marcia e indegna di vivere non ce ne sono mai stati. Al raziocinio non resta che abbandonarsi all'Apocalisse inevitabile, già scritta nei moti astrali ma vigliaccamente occultata da una scienza presuntuosa, da sempre nuda e inerme dinanzi al tutto della Morte.
MEMORABILE: Kirsten Dunst stesa nuda sull'erba, illuminata solo dall'inebriante luce notturna dell'incombente e ipnotico pianeta Melancholia.

Hearty76 24/10/11 12:53 - 258 commenti

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Malinconia... o catalessi! Spettacolari i primi dieci minuti e gli ultimi cinque, per il resto lascivo e noioso. S'indugia troppo sullo stato d'animo della depressa protagonista, che diventa presto insostenibile. Bellissime le scene del pianeta che regala sublimi visione poetiche, ma solo quelle. Il contesto, ossia il dualismo interiore col quale gli umani affrontano il mal di vivere e la morte, poteva essere reso in meno tempo. Di quei film il cui trailer alletta e inganna. Fa molto pre-2012.

Cotola 26/10/11 00:44 - 9043 commenti

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Oibò, che "bella" festen di nozze. Von Trier abbandona (quasi) le provocazioni e torna a "dogmatizzare" nella forma, ma c'è anche spazio per riverberi anticristeggianti, ed in parte anche nei contenuti. Peccato però che dopo i primi dieci minuti di grande bellezza formale, ma che lasciano il tempo che trovano, il film si incanali su un binario più "tradizionale" che sfocia in un vicolo cieco sia dal punto di vista del significante che del significato. Forse però c'è meno spocchia del solito: o no? Mediocre ma con un suo blando perchè.
MEMORABILE: Justine a Claire: <<La terra sta per sparire ma non merita il nostro dolore. Non preoccuparti: non se ne accorgerà nessuno>>

Didda23 11/06/11 02:26 - 2426 commenti

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Il prologo (che è pure il finale) è molto curato esteticamente e per lo stile ricorda l'inizio di Antichrist; le due parti hanno risultati opposti: la prima ("Justine") è soporifera e i dialoghi non sono per nulla incisivi, si salva la Dunst che riesce a dare forma ad un personaggio complesso; la seconda ("Claire") è decisamente più interessante, anche se risulta eccessivamente fredda e asettica mentre l'intento va nella direzione opposta. Nel finale manca la giusta potenza: sparare musica classica al massimo per dare pathos non basta. Dividerà.

Satyricon 23/10/11 00:45 - 147 commenti

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In questo film Trier ripercorre lo stylish slow motion usato in Antichrist che personalmente trovo qui di grande impatto emotivo (oltreché visivo). Minuzioso riassunto di tutto il film introdotto con un surrealismo ipnotico e di dirompente bellezza. Bravissima la Dunst che tiene incollati nella prima parte, mentre la seconda è l'avvio all'epilogo. Continua il filone introspezionale all'interno dell'"ES" che è difficile da connotare, ma Trier lo fa in modo umile ed affascinante. Bellissimo film.

Greymouser 21/10/11 15:22 - 1458 commenti

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Alla fine restano impresse le tante sequenze di superba immaginazione pittorico-visionaria, e ci si accorge che tutto il resto è vanità: navigando a vista sul non detto e non mostrato, Von Trier crea situazioni narrative di puro pretesto per sostenere il cammino concettuale sul tema della Natura Panica, già avviato in Antichrist. Le metafore sono facili, ma la rappresentazione è spesso possente. Insospettabilmente straordinaria la Dunst, incarnazione-controparte del pianeta melanconico. Molto Von Trier, un po' meno grande cinema.

Rebis 2/11/11 17:51 - 2337 commenti

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Astra inclinant non necessitant. Quelli di Lars inclinano (alla depressione) e determinano (la distruzione di massa). Allegoria-cinema della Nigredo, si autoriassume in 10 pacchiani minuti di tableaux vivants (cui prodest?), dilaga in una gratuita festa di morte culminante nel solipsismo, poi si replica a oltranza: la simbiosi tra Justine e Melancholia ne fa una Stalker (sa fare la conta esatta dei fagioli!) unica guida per Claire consumata dall'orrore. Le emozioni, eventualmente, le liberano gli interpreti. Il film è banale come un catastrofico alla Emmerich: è solo più algido, pedante e noioso.

Mickes2 29/10/11 15:17 - 1670 commenti

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È il dramma silenzioso che acquisisce forma. Pellicola dolente e negativa, disperatamente cupa, senza pietà. Von Trier rade al suolo la speranza, ridicolizzandola; abbatte ideologicamente le piccole-grandi pulsioni dell'essere umano, quelle che dovrebbero dare un senso alle cose e alla vita; costruisce un ritratto distruttivo e spietato sulla società e la famiglia borghese sull’orlo del baratro. Durissimo apologo sulla depressione non risparmiando nessuno, anzi, tutto ciò è scandito in un approssimarsi continuo e ineluttabile della tragedia.
MEMORABILE: "La Terra è corrotta... non c'è alcun bisogno di affliggersi per lei. Nessuno sentirà la sua mancanza"; Il prologo; L'epilogo; Charlotte Gainsbourg.

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Bjorn 7/11/11 21:09 - 32 commenti

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Amato. Odiato. Scandaloso ed irriverente. Ecco che Lars Von Trier torna a far sognare i suoi spettatori con un film sul tema dell'Apocalisse. Ma non solo. Un film audace, bellissimo e di straordinario effetto scenico e fotografico, superbamente girato e colmo di riferimenti artistici ed onirici. Due mondi opposti e diversi (Melancholia/Terra o Claire/Justine?) che collidono inevitabilmente tra loro in una costretta ed orbitale danza di morte che porterà all'annullamento di entrambi, così uguali ma così diversi tra loro. Assolutamente superbo.
MEMORABILE: La sposa che cammina e non riesce trascinando i legacci con sé. Immagini di Melancholia e collisione. Prologo ed epilogo.

Atticus85 10/11/11 13:47 - 107 commenti

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Come sempre accade per Von Trier, il film è un crudele concentrato di insostenibile violenza emotiva che sfocia in un finale tanto sconcertante quanto gratuito, codardo e infantile. La dissoluzione della vita passa attraverso una supponenza nichilista che infastidisce, un abbandono fatale che provoca scoramento. C'è un profondo senso tragico che non riesce a disvelarsi, resta ben chiuso nelle fisime insolvibili del suo autore. Tuttavia è un film che va visto, se non altro per la spropositata bellezza visiva e per le ottime attrici protagoniste.

Puppigallo 10/11/11 16:07 - 5273 commenti

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Melanchonica mattonata, che però sa regalare flash audiovisivamente accattivanti e qua e là coinvolgenti. Siamo al cospetto di una dolorosa presa di coscienza, che emergerà in un momento considerato tra i più felici, per poi, come in una sorta di effetto boomerang, coinvolgere la fonte (il crollo), che con poche, dure parole era riuscita a cambiare il corso degli eventi. Colpisce abbastanza l'esercizio di stile pre-titolo (praticamente, un sunto). Purtroppo però, si arriva alla fine boccheggiando; e questo non è bene. Allegorie e metafore (Melancholia) non bastano, ma si può comunque vedere.
MEMORABILE: Lei: "Io arranco tra tutti quei fili di lana grigi, che mi si attaccano alle gambe...sono così pesanti da trascinare".

Nancy 23/11/11 21:01 - 774 commenti

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La morte al suo apogeo arriva illuminata da una dolce luce bluastra: la drammaticità, vero fondamento del film, è resa magistralmente da Von Trier attraverso una lenta successione di suggestive immagini e la colonna sonora tratta dal Tristano e Isotta. Lo spettacolo dell'assoluto, una seconda parte che fa ben dimenticare qualche lentezza della prima. Una danza cosmica che è danza di spiriti, corpi e arte, di una bellezza sconcertante, che trascende l'umano. Ogni scena è una suggestione: improvvisa, effimera, inquietante. Superba la Gainsbourg.
MEMORABILE: L'ultimissima scena della grotta magica; Il prologo; La tintarella al chiaro di Melancholia della Dunst.

Jofielias 24/11/11 08:34 - 170 commenti

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Qualche regista aveva provato a catturare l'essenza della depressione filmando personaggi prostrati. Von Trier non s'accontenta e scaraventa il pianeta Melancholia verso la Terra, annichilendo così ogni speranza e filmando la vera essenza della malattia. Questa è anche la crisi emozionale di una società al collasso: Justine, la profetessa, sa che nonostante le rassicurazioni degli esperti la fine è vicina, sicché costruire, vivere - e illudersi - non ha più senso. Una devastante metafora, l'espressione del puro genio artistico.
MEMORABILE: La favolosa sequenza iniziale al ralenti (Il sogno di Justine?)

Pennylane 27/11/11 18:56 - 6 commenti

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Non esistono vie di mezzo: questo film o si ama o si odia. Personalmente mi è piaciuto molto, nonostante la lentezza della prima parte. Colori fantastici, inquadrature che sembrano veri e propri quadri. La Dunst bravissima, superba la Gainsbourg nella seconda parte.
MEMORABILE: Prologo; Epilogo; La Dunst che trascina i legacci.

Capannelle 27/11/11 00:56 - 4411 commenti

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Caro Lars, se nel tuo intimo desideri ammantare di pessimismo ogni cosa che ti circonda e speri nella fine del mondo quello è un problema tuo. Per quale motivo riproporre un Festen annacquato, programmatico, modernizzato con la steadycam dove la protagonista (un splendida Dunst, almeno quello) è rosa dai dubbi ma capace di un amplesso occasionale alla buca sette? E poi cambiare registro aspettando Melancholia con dialoghi e pretese registiche ai confini della realtà? Sì, alcune immagini sono suggestive, ma il quadro complessivo sgonfia invece che esaltare.
MEMORABILE: La Dunst illuminata/ravvivata da Melancholia.

Myvincent 27/11/11 08:21 - 3741 commenti

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Due donne, sorelle, due storie concatenate come due film separati. Al solito Lars von Trier fa prediligere le immagini (bellissime peraltro nell'incipit pittorico) e l'essere emotivo dello spettatore, complici la fotografia eccezionale e le musiche struggenti. Poca importanza ha la storia, pur nella sua essenzialità simbolica, rispetto a ciò che viene suscitato a un livello "sottocorticale", senza finti lirismi. Brave tanto la Dunst che la Gainsburg, praticamente opposte.

Deepred89 19/12/11 03:20 - 3706 commenti

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Ad un prologo di rara pretenziosità (magistralmente fotografato) seguono praticamente due film a sè stanti, accomunati dai dogmeggianti traballamenti e dai deprimenti (in tutti i sensi) personaggi. Scialbo il primo capitolo alla Festen, con la mdp che vaga spiritata alla continua ricerca delle scollature della Dunst. Molto meglio il secondo, in bilico tra Soluzione finale e il coevo Another Earth, con buone intuizioni, discreta atmosfera e qualche immagine suggestiva. Puerili gli utilizzi di Wagner e di Millais. Noiosetto, ma interessante.
MEMORABILE: Dopo innumerevoli, sofferti rimandi, il torace della Dunst esce finalmente allo scoperto: notevole, ok, ma non ditemi che si tratta di nudo artistico...

Galbo 28/01/12 05:55 - 12392 commenti

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Irritante film con pretese autoriali completamente disattese. La disgregazione della persona parallela a quella del pianeta poteva essere idea vincente, a patto di portare avanti una storia. Qui la vicenda manca totalmente specie nella prima parte noiosa e irritante, anche se sostenuta da un'ottima prova di Kirsten Dunst. Va un pò meglio nel secondo episodio ma si giunge stremati alla fine della visione e si fa il tifo per il pianeta distruttore. Presuntuoso.

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Saintgifts 31/01/12 00:24 - 4098 commenti

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Gli uomini (quelli grandi) non ci fanno una bella figura all'interno di questa lunga disgressione sul male del secolo. Troppo romantici, troppo beoni, troppo corrotti, troppo codardi e infine usati come semplici penetranti. Le donne invece sono coraggiose anche quando si disperano, allegre anche quando non riescono a prendere un taxi sotto casa e infine fantasiose a trovare rimedi contro la fine del mondo. Scordavo; sono anche belle e brave. Tecniche e forme usate a sostenere un po' la baracca e attrici a sostenere tutto. Presunzione a gogo.

Schramm 1/02/12 20:23 - 3495 commenti

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Melancholia inizia laddove l'anticristo chiosava, ovvero dalla dedica a Tarkovskij: con un'enfasi da spot, parte portatore sano di un Solaris in negativo, sovrascrivendo Lec su Durer con fare sempliciotto e usando Wagner come delegato. E' infatti l'aria del Tristano e Isotta a introdurci scene da un matrimonio oltre l'orlo di una crisi di nervi. (L)ars amandi delenda est. Nel mentre il nostro depresso di fiducia ricorda d'aver citato Millais, ed ecco che ci rimarca con rinnovata superficialità che la vita fa schifo e gioca a thanatos libera tutti. Il tutto a ritmi da ernia testicolare.

Luchi78 5/03/12 15:31 - 1521 commenti

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Von Trier, come al solito, non lascia indifferenti. Nel prologo si prova ad imitare l'affascinante incipit di Antichrist, ma l'effetto è meno coinvolgente. Intrigante la prima parte, la follia di una famiglia arrivata completamente alla frutta e i primi squilibri mentali della bravissima Kirsten Dunst; poi si passa ad una seconda parte più in sordina, nell'attesa del famigerato pianeta che rischia la collisione con la terra. Criptica la sceneggiatura, molti i virtuosismi di Von Trier, ma complessivamente mi sembra un film riuscito a metà.
MEMORABILE: Kirsten Dunst nuda sulla roccia, fusione completa dell'uomo con la natura.

Enzus79 17/03/12 10:23 - 2895 commenti

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Nonostante sia molto lento, è un film comunque da apprezzare per le tematiche che Lars Von Trier affronta (natura/uomo) ma anche per quanto riguarda il lato tecnico. Kirsten Dunst giustamente premiata per l'interpretazione, ma è la Gainsbourg a mio avviso la migliore.

Giùan 7/11/12 21:47 - 4559 commenti

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Certo Antichrist era un così definitivo atto di dolore da rendere impraticabili nuovi sentieri cinematografici, tuttavia continuo a preferire questo Von Trier melancolicamente astioso eppure disarmato al pomposo Autore di oscure trilogie. Così se il prologo tenta il supponente confronto con quello del precedente capolavoro e la seconda parte difetta della necessaria potenza trascendente, "Justine", mescolando fellinismi e bunueliani angeli sterminatori, conferma il danese uno dei pochi artisti dialettici e stimolanti del cinema contemporaneo. Siderale.
MEMORABILE: La velenosa Rampling e l'untuoso Hurt; Le "assenze" della Dunst durante la festa nuziale; La Gainsbourg che fa il bagno alla Dunst.

Homesick 26/11/12 17:39 - 5737 commenti

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Centotrenta minuti del cinema d’autore più pretenzioso e piatto, che ricorre ad allarmismi da fine del mondo – la minaccia planetaria – per rigirarsi su stantii patemi d’animo e depressioni familiari senza recar alcun nuovo apporto. Immagini languide, artefatte e asettiche – persino il nudo della Dunst al chiaro di “Melancholia” vede smorzato il proprio potenziale erotico-panico-artistico - inghiottono dialoghi vacui e le interpretazioni di un cast all-stars che marcia con la vigoria di un cadavere. Cui bono?
MEMORABILE: «Perché non ci riuniamo tutti al cesso?».

Buiomega71 7/12/12 00:50 - 2910 commenti

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Il film si apre con il volto irrigidito della Dunst e sua maestà Von Trier regala l'incipit più bello, onirico e ipnotico degli ultimi anni. C'è la stessa aurea malefica e la stessa angoscia di Antichrist (gli insetti, i boschi, qualcosa di terribile che stà per accadere) e il finale rimane di una potenza visiva devastante che spazza via lo schermo. Qualche passaggio cede alla noia e a volte si ha come l'impressione che Lars giri a vuoto. Non è il suo capolavoro, ma trasuda comunque pessimismo vontreieriano e dona momenti visivamente straordinari.
MEMORABILE: Udo Kier che si rifiuta di guardare in faccia la Dunst; La Dunst che fa pipì e guarda verso Melancholia; Le realistiche crisi depressive della Dunst.

Ryo 5/01/13 23:31 - 2169 commenti

I gusti di Ryo

Dopo Antichrist, Lars ci prende gusto nel creare una trama che inizia con un genere e finisce con un altro. Infatti, dopo un'introduzione dalla grafica favolosa fatta di sequenze in slow motion, ci viene raccontato (telecamera alla mano per niente stabile) un dramma psicologico, mentre nella seconda parte un film catastrofico (ma sempre psicologico). Interessante scrutare i comportamenti dei vari personaggi e i cambiamenti di fronte a due situazioni completamente diverse. Contiene alcune sequenze fotograficamente splendide, dai colori meravigliosi.
MEMORABILE: La Dunst nuda, sdraiata alla luce di Melancholia; Le dimissioni di Justine; L'imbarazzo di Tim.

Hackett 28/03/13 07:26 - 1867 commenti

I gusti di Hackett

Von Trier si conferma ancora una volta regista di razza, che non lascia indifferenti nel bene o nel male. I suoi film hanno il potere di lasciarti spaesato (dubbioso persino sul fatto che ti sia piaciuto o meno quello che hai visto) ma ti entrano dentro. Anche questo Melancholia, con le sue immagini stupende, i suoi tempi lunghi, il suo prologo pittorico e con quel senso incombente di catastrofe, ti entra sotto la pelle. Fa in modo che ci pensi anche nei giorni a seguire e nasca in te la voglia di un'altra visione. Se non è bravura questa...

Ford 12/05/13 17:46 - 582 commenti

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L'apocalisse intima di un disaster movie romantico e essenziale, lento e anemico come il dramma di chi non può far altro che aspettare la morte, di chi in quella luce blu vede una natura che possiamo sì sfruttare ma mai definitivamente. Un trionfo immaginifico di nevrosi e insensatezza diretto da un Von Trier che sa dosare la sua esplosiva vena registica in favore di quella sempre più grande e inevitabile palla blu.

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Yamagong 31/10/13 14:29 - 274 commenti

I gusti di Yamagong

Dopo un periodo di calma piatta, un Von Trier mai così ispirato torna in cattedra a impartire un'altra grande lezione di cinema! Colpisce innanzitutto la fotografia, appannata e caliginosa, che restituisce all'occhio dello spettatore un sogno a occhi aperti fosco e allucinato. L'idea di suddividere il film in due parti distinte è certamente ostica (la prima, che introduce il personaggio della Dunst, è un po' tirata per le lunghe), ma alla lunga vincente. Bellissimo il riassunto introduttivo, ricco di stupefacenti simbolismi immaginifici...
MEMORABILE: "Niente è perfino troppo per te, Jack. Il mio odio per te e la tua azienda è tale che non riesco a trovare le parole per descriverlo"; L'inizio.

Nando 25/06/13 15:10 - 3814 commenti

I gusti di Nando

Narrazione visionaria con accenni fantascientifici in cui la psiche umana viene scandagliata con discreta forma. Immagini suggestive e poesia a iosa nonostante qualche lungaggine di troppo. Buon cast, con una Dunst eccelsa che mostra un accattivante corpo nudo. Menzione per un Hurt in buona forma.

Pinhead80 12/07/13 11:12 - 4758 commenti

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Grande cast per un altrettanto grande film girato da Lars Von Trier. L'approssimarsi dell'arrivo del pianeta Melancholia traccia il mondo di due sorelle diverse tra loro ma attratte l'una dall'altra (così come accade ai pianeti Terra e Melancholia). La forza distruttrice di Melancholia/Dunst spacca il mondo a oggi conosciuto Terra/Gainsbourg. La deflagrazione morale prepara all'avvenimento rendendelo ineluttabile e per certi versi meno doloroso. Necessario.

Paulaster 29/10/13 17:15 - 4417 commenti

I gusti di Paulaster

Col prologo si parte estasiati dalla bellezza, poi arriva la limousine in curva... Von Trier spezza un film in cui la prima parte è caustica e fredda e la sposa fa di tutto per evitare la festa (faticoso il ruolo della Rampling e la rincorsa allo slogan); la Dunst riesce a essere intensa in una fotografia calda. Seconda parte più emotiva in cui torna un'attenzione introspettiva e si segue meglio essendo lineare, seppur incomba la catastrofe. Anche stavolta il regista riesce a dar vita a sprazzi di visioni sceniche coi soliti spigoli a cui ci ha abituato.

Mtine 8/01/14 17:51 - 224 commenti

I gusti di Mtine

Un sontuoso panegirico di Von Trier con identificazione del regista con la protagonista del film: depresso e malinconico per eccellenza, capace però di tirare fuori le sue qualità nei momenti di pericolo. Ad una prima parte lenta e poco riuscita ne segue una seconda emozionante e chiarificatrice. Interessante è il cambio di ruoli nel film fra le due sorelle che si troveranno a essere vicendevolmente curante e curata. La camera a mano è un mio personale nemico cinematografico, ma qui si fa sopportare.
MEMORABILE: L'accecante luce azzurra nel finale.

Belfagor 18/09/15 13:59 - 2690 commenti

I gusti di Belfagor

L'umore del titolo è il più difficile da rappresentare nell'arte: tumulti interiori uniti al distacco emotivo nella contemplazione della realtà, il tutto nel segno di una stoica cupezza. Nella seconda parte, grazie alla fotografia dai toni freddi e alle sofferte interpretazioni delle sorelle Dunst-Gainsbourg, Lars riesce a cogliere il significato di questo temperamento. La prima parte, invece, è una bolsa e chiassosa copia di Festen che appesantisce irrimediabilmente il risultato finale. Voto mediato fra la boiata e il capolavoro.

Fauno 21/01/16 23:51 - 2212 commenti

I gusti di Fauno

Lo si può tranquillamente vedere, in concreto, come una fatale e imponderabile collisione fra pianeti, ma si ottengono risultati strabilianti ad analizzarlo in astratto, con un Von Trier che utilizza un numero limitato di attori per un margine temporale ancor più definito e rappresenta tramite essi (senza colpo ferire e col sorriso sulle labbra) le ipocrisie, le frustrazioni, le futilità e gli umori negativi più reconditi dell'umanità intera, che lui vede allo sbando, alla fine! Immagini straordinarie, botta e risposta epocali. Sul voto non ho alcun dubbio...
MEMORABILE: Fra le tantissime il prologo che alla fine si scopre essere un sunto del film.

Gippal 5/03/17 10:26 - 89 commenti

I gusti di Gippal

Rimanere stoici anche di fronte alla "conflagrazione universale" non può che indicare un certo tipo di indolenza, di depressione (!!) che ci porta a non avere pretese: "tanto le cose andranno male". E, con una tale visione della vita, cosa c'è di bello nel mondo? Che c'è di tanto ottimistico, di tanto meraviglioso? Uno sfracello interiore che corrisponde a uno sfracello esterno. E mentre tutto cade, vita però fluisce... ma per quanto ancora? Kirsten Dunst è perfetta, voluttuosa, irresistibile.

Bubobubo 24/12/18 11:57 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Sul finire della propria finta autobiografia, lo Zeno sveviano preconizzava una catabasi all'inferno nucleare come conditio sine qua non per la catarsi dell'umanità: passa il tempo, ma non i disagi esistenziali, che esplodono come un bubbone infetto in questo decadente apologo della miseria terrena. La figura peggiore la fanno gli uomini, inetti al meglio, quando non (anche corporeamente) inconsistenti. Kirsten Dunst, bellissima e algida, è la protagonista perfetta: febbrile nella prima metà, distaccata nella seconda. Potente, disperato.
MEMORABILE: L'incipit.

Faggi 30/03/19 20:06 - 1549 commenti

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Melodramma apocalittico funzionante con la forza delle immagini, ora esplicite ora evocative e insinuanti: potrebbe essere un muto - con qualche didascalia lì dove la parola aggiunge segni o chiarisce il narrato - e filerebbe ugualmente liscio. L'artefice maneggia l'irrazionale, scende negli scantinati dell'anima e distilla visioni. Questa la definitiva: la Terra (ammantata di languore e umore nero) è divorata dalla fisica dionisiaca (soave, libera, violenta) del pianeta errante: una danza attrattiva (erotica) annichilente. E nichilismo sia.

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Thedude94 19/12/19 00:59 - 1096 commenti

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Il fardello della depressione viene trattato da Von Trier in quest'opera seducente attraverso una metafora che fa riferimento a un pianeta (Melancholia) che è in procinto di schiantarsi sulla Terra. Le due magistrali protagoniste sono la Dunst e la Gainsbourg, le quali vivono in maniera infelice l'una la vita in generale, l'altra il terribile avvenimento che sta per accadere. Il regista ci fa entrare nelle loro vite con riprese a mano calzanti e penetranti; la fotografia varia: calda nella prima parte, fredda sul finire.

Anthonyvm 5/07/21 02:21 - 5686 commenti

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Von Trier racconta la fine del mondo puntando la macchina da presa su una vita allo sfascio (matrimonio fallito in partenza, la depressione che ne consegue, apprensioni familiari) e riesce ad accalappiare lo spettatore dalla prima all'ultima inquadratura. Merito anche di un prologo apocalittico in slow-motion di estasiante bellezza compositiva, che fissa ben in profondità i paletti del mood generale, nonché di un signor cast con la coppia Dunst-Gainsbourg in prima linea. Paesaggi bucolici di grazia pittorica, nichilismo devastante e un finale che non ammette controbattute. Ottimo.
MEMORABILE: John Hurt si intasca i cucchiai; Il discorso della Rampling; Il maritino va in bianco; La pipì sul prato; La Dunst nuda al chiaro di luna; Il finale.

Daniela 1/08/21 11:19 - 12660 commenti

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Dapprima la perdita delle coordinate personali come preludio della catastrofe planetaria, in seguito la depressione come portatrice di una saggezza superiore che rende consapevoli della realtà che ci circonda, si tratti del numero dei fagioli in una bottiglia oppure della anomalia di un'umanità in procinto di scomparire per sempre, inghiottita nel nulla cosmico. Lars von Trier al suo meglio/peggio, ovvero brevi cenni dell'universo, in un film a tratti suggestivo (il prologo, la sposa nuda) ma schiacciato sotto il peso delle proprie ambizioni autoriali e non privo di banalità. 

Magi94 4/08/23 21:56 - 952 commenti

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Si salva una sola cosa in questo fiume di estetismo narcisista firmato Lars Von Trier: l'idea sconvolgente della fine della Terra che inevitabilmente si sta per scontrare con un gigantesco pianeta alieno. Bellissime quindi le scene che ruotano attorno a Melancholia e alla sua danza ingannevole. Tutto il resto sembra una veste un po' eccentrica da mettere a questa storia. L'intera prima parte è vacua ed evitabile, mentre i personaggi sono caratterizzati con fastidiosa ruffianeria (la macchina a mano e i primissimi piani!) nella seconda. Con un'idea simile si poteva fare diversamente.
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  • Discussione Fauno • 22/01/16 15:03
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    In termine medico va benissimo ernia inguino-scrotale, quando grasso e al peggio anse intestinali escono dall'addome e prendon la via dell'inguine e poi dello scroto (nei cani di razza gigante ne ho vista qualcuna). In tutti i casi, anche per orchiti o tumori testicolari quali sertoliomi il risultato è la ptosi o abbassamento scrotale. Essendo un rivestimento esterno lo scroto non può prolassare. FAUNO.
    Ultima modifica: 22/01/16 15:12 da Fauno
  • Discussione Zender • 22/01/16 17:45
    Capo scrivano - 47776 interventi
    Ma che bellezza :) Spero si possa chiudere qui la questione medica.
  • Discussione Rebis • 22/01/16 18:02
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Geniale. Una discussione davvero melancolica :D penso che Lars apprezzerebbe.
  • Discussione Fauno • 22/01/16 22:00
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Io però faccio la parte di Claire. Devo vedere Antichrist ma questo film me lo sto godendo ancora...FAUNO.
  • Discussione Rebis • 22/01/16 22:44
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ah, sei in piena maratona vontrieriana vedo... in bocca alla volpe :)
  • Discussione Fauno • 29/01/16 17:31
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Non so cosa darei adesso per recuperare uno dei film introvabili che cerco da una vita, ovvero La città dell'ultima paura di Ausino, e magari fare un parallelo anche con Intrighi fra le stelle di Fons. Mi darebbe una carica che mi lascierei andare al primo approfondimento, adesso che ho lo scanner. Ho letto il commento di Socrate. Magari fosse un polpettone indigesto...Se solo penso alla fotocopia non interamente stampata e allo strumento artigianale del bambino mi sembra di volare. FAUNO.
  • Discussione Schramm • 29/01/16 17:59
    Scrivano - 7694 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Non so cosa darei adesso per recuperare uno dei film introvabili che cerco da una vita, ovvero La città dell'ultima paura di Ausino.

    lo cerco anch'io per mari e per monti da una vita e mezzo, invano. durante la preparazione dello scorso schrammfest ho contattato ogni possibile collezionista per averlo in bill ma non ce l'hanno neanche gli scambisti storici più accaniti. e dire che certe locali early 80's lo trasmisero un più che discreto numero di volte (credo che ai tempi lo vide mco). proprio giorni fa provando a cercarlo per l'ennesima, mi sono imbattuto in deliziosi racconti del regista sulla lavorazione del film: riprese effettuate in pieno agosto la mattina presto, con operatori vestiti da vigili per deviare il traffico residuo... ma al CSC non ne hanno copia?
  • Discussione Mco • 29/01/16 18:58
    Risorse umane - 9970 interventi
    Esattamente Schramm, lo vidi eoni fa e poi, scomparse le tv scomparso il film...
    Eccezionale il parallelismo proposto da Fauno con il lavoro di Angelino Fons (che in tv passava con il titolo La casa).
    Wow, che belle sensazioni sa generare questo forum!
  • Discussione Fauno • 29/01/16 19:15
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Domanda superflua Schramm...Ti pare mai che quei 10-12 film che cerco da una vita non li chieda a cadenza trimestrale al CSC? Tanti che qualche anno fa non li avevano ora li stanno riversando...Ma quello per ora è introvabile. Salvo non si trovi la bobina. E non è neanche quello che cerco più assiduamente, ma a vedere Melancholia per forza di cose mi è scaturito il pensiero. Se qualcuno la prossima volta mi vuol seguire al CSC si faccia avanti per tempo...FAUNO
  • Discussione Raremirko • 13/02/19 00:09
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    A chi interessa:


    Per gli appassionati del cinema di Lars von Trier c’è un nuovo modo di guardare le sue opere: al MHKA, museo d’arte moderna di Anversa, è infatti possibile ammirare Melancholia: The Diamond. Il film del 2011 è proiettato grazie a un doppio diamante da 12 carati, che grazie a un casco per la realtà virtuale mostra le immagini dell’opera, un progetto che il regista danese vorrebbe estendere anche agli altri lungometraggi della sua filmografia. Melancholia: The Diamond sarà proiettato fino al prossimo 5 maggio e von Trier ha dichiarato che il prossimo film potrebbe essere Le onde del destino, del 1995