Discreto film di Cimino, che ripercorre la storia del famoso bandito Giuliano. Verso il finale sembra un po' tirato via di fretta, ma tutto sommato regge. Cast internazionale che conta inglesi, americani, italiani e che comprende anche dei veri nobili. Buona la prova di Lambert, film da rivalutare.
La parabola criminale e pseudo benefattrice del bandito Giuliano realizzata dal punto di vista americano con enfasi e una punta di melodramma. La ricostruzione storica appare romanzata nonostante le location e le ambientazioni siano accattivanti. Cast internazionale con un monoespressivo Lambert rispetto a un azzecatissimo Turturro. Inspiegabili i titoli dei giornali e i biglietti del bandito in inglese. Nel complesso discreto.
La biografia romanzata del bandito Salvatore Giuliano, vista dagli occhi "americani" di Cimino, è un film deludente. Sbagliatissima la scelta dell'attore protagonista, un Lambert pochissimo espressivo, totalmente annullato nel confronto dal bravissimo John Turturro. E' tuttavia l'insieme la cosa maggiormente deludente, un impianto mediocre e una narrazione piatta che quasi mai (nonostante l'impegno produttivo), coinvolge lo spettatore. Occasione sprecata.
Chi ricerca echi dal Padrino rimarrà deluso perché la vicenda, seppur vista con gli occhi di un americano, è tutta nostrana e riporta la vita del Belpaese. Resta un film discreto ma lunghetto, con un Lambert un po' stucchevole (come sempre), mentre i veri cavalli di razza sono Turturro e Ackland. Tutto sommato uno spettacolo accettabile ma niente di trascendentale. Promozione di stima.
Nel narrare le gesta del bandito Giuliano e della sua banda Cimino mette da parte la storia e preferisce la leggenda. Per il regista americano Giuliano è un bandito romantico, quasi un eroe da western moderno. E anche il tono dato al film è quello di un western messicano con i banditi che assaltano treni e compiono rapine sullo sfondo però dell'assolata Sicilia del dopoguerra. Pellicola non male, ma naturalmente lontana dai capolavori a cui il cineasta ci aveva abituato. Bravo Turturro nei panni di Pisciotta.
Da un romanzo di Puzo una biografia molto romanzata rifiutata quasi all'unanimità da pubblico e critica. Evidentemente Cimino non era interessato alla veridicità del contesto storico-ambientale ed ha preferito girare un turgido dramma dalle atmosfere western con diverse sequenze d'antologia come la sparatoria iniziale nei campi di grano. Lambert è imbambolato, ma il resto del cast a partire da Turturro è ottimo. Il Salvatore Giuliano di Rosi al confronto sembra un documentario al quale si può anche preferire l'epica agiografica di Cimino.
MEMORABILE: La strage di Portella della Ginestra; L'esecuzione del barbiere traditore; L'iniziale sparatoria nei campi di grano; Il tradimento di Pisciotta.
Si nota fin da subito quanto l’approccio scelto da Cimino sia completamente sbagliato, condizionando in maniera irreparabile la fruibilità dell’opera. La scelta di Lambert lascia intendere la volontà di tratteggiare Giuliano alla stregua di un bandito romantico, quasi da letteratura, collocandolo in un contesto in cui i voli pindarici non mancano affatto. Come se non bastasse, la narrazione è incredibilmente piatta e senza mordente e non si stacca mai da terra. Funziona soltanto sul piano visivo, perché le risorse per far bene non mancavano.
Il film più deludente di Cimino che, come da consolidata tradizione hollywoodiana, quando si abbandonano i confini patri se ne infischia altamente della storia dipingendo Salvatore Giuliano come un moderno Robin Hood. Dal punto di vista spettacolare e dell'azione si potrebbe anche rimanere soddisfatti, ma la ricostruzione d'epoca è piuttosto incerta, e Christopher Lambert un protagonista sbagliatissimo; bravi invece Turturro (è Gaspare Pisciotta), Ackland, Stamp e la bella Barbara Sukowa. Meglio riguardarsi il film di Rosi; sarà noioso, ma almeno rispecchia la realtà dei fatti.
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Non so se sia la director's cut o meno, ma raimovie lo ha passato di recente con scene in lingua originale sottotitolate in italiano. Domenica lo ritrasmetteranno: per chi è interessato...
Lo vidi anni fà e mi piacque non poco. Non e certo il miglior Cimino, e l"americanizzazione" di Giuliano stona un pò, ma ha grandi scene di violenza e un respiro epico degno del suo regista
Ma qualcuno l'ha preso ?
La mia copia presa mesi fa' da privato, sigillata, a pochi spicci.
Stasera volevo vederlo, lo scarto, apro e estraggo, ma noto si piega in modo esagerato, un disco sottilissimo, inserisci e non legge (ho un lettore blu-ray).
Riprovato ma nulla.
HomevideoRocchiola • 4/04/18 15:35 Call center Davinotti - 1254 interventi
Credo che l'edizione di cui parlate sia quella marchiata dalla famigerata e misteriosa Quadrifoglio, che ho recentemente ritrovato sugli scaffali della mia videoteca di fiducia. Si tratta di un prodotto accettabile ma di certo non entusiasmante con un video pulito ma slavato nei colori e con una definizione appena sufficiente. Audio italiano un po' basso ma accettabile.
In ogni caso sarebbe da vedere la versione Directoris Cut di 146 minuti unanimamente considerata migliore di quella trasmessa al cinema. Questa versione è stata messa in onda da Rai Movie con i sottotitoli nelle sequenze aggiuntive. Inoltre è stata pubblicata in bluray dalla mitica label americana Shout Factory, ma trattasi di un Region A con il solo audio inglese.
DiscussioneRocchiola • 4/04/18 15:37 Call center Davinotti - 1254 interventi
Confermo che la versione trasmessa da Rai Movie è la Directoris Cut di 146 minuti unanimamente considerata migliore di quella trasmessa al cinema. Inoltre è stata anche pubblicata in bluray dall'americana Shout Factory, ma trattasi di un Region A con il solo audio inglese.
MusicheRocchiola • 4/04/18 15:50 Call center Davinotti - 1254 interventi
Collaboratore abituale del regista Michael Cimino, David Mansfield è un musicista e compositore americano che prima di dedicarsi alle colonne sonore ha accompagnato Bob Dylan nei suo tour dal 1975 al 1978. Nel 1976, Mansfield e altri due membri della band di Dylan, T-Bone Burnett e Steven Soles , hanno formato il gruppo The Alpha Band autore di tre album. Dopo lo scioglimento del gruppo, Mansfield ha continuato a lavorare come musicista in sessioni per svariati musicisti come Dylan, Burnett, Johnny Cash, Nanci Griffith, Roger McGuinn, The Roches, Lucinda Williams, Dwight Yoakam, Victoria Williams, Loudon Wainwright III, Willie Nile e Chris Hillman.
Tra le sue colonne sonore più celebri citò quella del mitico I Cancelli Del Cielo.