A tu per tu con una ragazza scomoda - Film (1972)

A tu per tu con una ragazza scomoda
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Titolo originale: Something to hide
Anno: 1972
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo di Nicholas Monsarrat.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/05/11 DAL BENEMERITO STEFANIA
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Stefania 25/05/11 02:34 - 1599 commenti

I gusti di Stefania

Inizia con un breve cameo alla Tennesse Williams di Shelley Winters-Gabriella, vecchia gatta su un tetto che neppure scotta più, ubriaca di gin e di noia, relegata nell'isoletta di Wight e nell'infelice matrimonio col grigio impiegato Harry. Poi, con la sparizione di Gabriella e l'entrata in scena della giovane sbandata Lorelei, si entra nello psicodramma pinteriano con risvolti thriller. Regia mediocre, ma un ottimo Peter Finch sa rendere patetico e agghiacciante il suo personaggio, mediocre e vile anche nella mostruosità. Discreto.
MEMORABILE: La micro-persecuzione della solitaria vicina di casa, infelicemente innamorata di Harry.

Buiomega71 8/01/21 01:09 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Fosco e spietato ritratto della solitudine e della follia (lo sbrocco totale di Finch nel finale lascia il segno). Marcio e sordido più nel contesto che non nelle sequenze (anche se il cadavere del neonato bruciato nella stufetta, simil Landru, della serra è agghiacciante) sottolineato da un linguaggio crudo per l'epoca (da antologia le scenate natalizie di una Winters volgarissima e sfatta ancora sui set di Curtis Harrington) e dall'alienazione di Finch. Tra indisponenti e sboccate ragazzine scappate di casa e esistenze squallide ci pescherà Atom Egoyan per Il viaggio di Felicia.
MEMORABILE: Il puzzo di carne umana che brucia riconosciuta da chi è stato ad Auschwitz; Finch imbraccia il fucile; Il castello di sabbia; Lo sputo di alcool.

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  • Homevideo Buiomega71 • 8/01/21 10:35
    Consigliere - 25998 interventi
    A dir poco terribile la qualità del dvd edito dalla Cult Media, che sembra un master ricavato da una messa in onda da tv privata o regionale, zeppa di righe, rovinose cadute di fotogrammi, audio con fruscii di fondo e leggeri fuori fuoco.

    La label, comunque, avvisa della pessima resa:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images55/PDVD-175.jpg[/img]

    Formato: 1.33:1
    Audio:italiano
    Sottotitoli:italiano
    Durata effettiva 1h, 22m e 48s

    Sull'integralità del film (la versione da 92 minuti) ne parla anche il Mereghetti sulla scheda apposita, e IMDB segnala che la versione americana, con il titolo Shattered, durerebbe 85' contro i 92' della versione inglese originale.

    La versione italiana rilasciata in dvd (con titoli di testa in italiano) dura, come segnalato sopra, 82', e dovrebbe essere la stessa versione che circola negli USA.

    Da noi, per l'uscita nelle sale, come indica Italiataglia, il film ebbe il divieto ai minori di 18 anni, senza tagli, più per il contesto sordido che nemmeno per le sequenze esplicite di sesso e violenza (di cui il film ne è parco), sottolineando almeno due momenti disturbanti, presenti nella versione italiana in dvd (il cadaverino del neonato bruciato nella stufetta della serra, Finch che impazzisce prendendo il fucile) e il metraggio corrisponde alla durata del film in dvd.

    Ho confrontato la versione italiana con quella che gira su Youtube (totalmente fuori sincrono), che è quella originale inglese con il titolo originale (Something to hide) della durata di 92'.

    Le sequenze mancanti sono, alla fine, solo raccordi narrativi che nulla tolgono e nulla aggiungono alla atmosfera malsana del film, e che non riguardo scene "censoree".

    Nella versione italiana mancano:

    Al minuto 18.57. Harry (Peter Finch) che, dopo la coda dovuta all'incidente stradale, si ferma in una stazione di servizio a fare benzina e ha un breve scambio di battute con il propietario (un indiano)

    Al minuto 43.12. Harry che ha un colloquio con il suo datore di lavoro sul progetto degli alberghi da costruire sull'isola e manca anche la sequenza di Lori (Linda Hayden) che sfoglia alcune riviste sdraiata sul letto.

    Al minuto 45.26. Harry che prende il binocolo per scrutare i lavori che si stanno facendo sulla spiaggia (uno scavatore che raccoglie sabbia per posizionarla sul cassone del camion) temendo che questo possa far venire alla luce il suo terribile segreto.
    I minutaggi potrebbo essere sballati, visto che il video caricato su Youtube è differente da quello del dvd.

    Immagine al minuto 00.42.07 del dvd Cult Media

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images55/PDVD-177.jpg[/img]
    Ultima modifica: 8/01/21 11:42 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 8/01/21 11:18
    Consigliere - 25998 interventi
    Fuori dalla Hammer quel che rimane è la paura

    Fosco e torbido melodramma che si illumina di riverberi malati e sordidi, con un Peter Finch in preda all'alienazione, alla solitudine e alla follia (che degenera, di botto, nell'imprevedibile finale violento, dove imbraccia il fucile).

    E la solitudine e le squallide esistenze umane (dalla ragazzina scappata di casa, incinta, sboccata, menefreghista, indisponente, mentalmente instabile, alla vicina di casa vogliosa, appelata da Finch come "cagna in calore", fino al vecchio ambulante in riva al mare, che si aggira come un fantasma, e che sà riconoscere l'acre odore della carne umana che brucia per via del suo internamento ad Auschwitz , che sarà determinante per l'agghiacciante segreto che custodisce Finch) sono il perno focale di questo sgradevole melò sputato dall'inferno.

    Si inizia subito con una Shelley Winters volgarissima e sfatta (che sembra ancora stia sui set di Curtis Harrington), che sputa addosso a Finch (il marito succube) rabbia e alcool, rinfacciandole pure di essere impotente, si prosegue con Finch che vive un esistenza grigia e solitaria fino all'incontro con la diciasettenne gravida, che porterà non poco scompiglio alla sua vita monotona (proverbiale è un sinistro stradale e la coda che ne consegue).

    E se la minorenne è più rozza e scurrile (nonchè insopportabile) di un camionista di Liverpool, l'esistenza di Finch comincia ad andare in pezzi (assenze sul lavoro e facendo di tutto per coprire, alla vista dei curiosi vicini ficcanaso, la presenza della ragazza in casa), ma una volta che il bebè nasce (la ragazza vorrebbe "scolare via" l'ingombrante nascituro) cominciano i guai.

    Pervaso da un linguaggio cinico e crudo (almeno per l'apoca), questo nerissimo viaggio nel delirio e nella dissociazione comincia ad assumere i tratti di un horror (cosa davvero brucia, nel suo fornello situato nella serra, Finch novello Landrù? La sanità mentale di Finch che vacilla e confonde la scomparsa della ragazzina con quella della moglie avvenuta anni fa, il finale che sbrocca nella insania omicida totale), dove Finch si destreggia tra rompiscatole, un cadaverino di cui sbarazzarsi, e la polizia che bussa alla porta.

    Grande regia di Alastair Reid, che parte teatraleggiando e finisce in zona Psycho coi nervi a pezzi, anticipando l'occhio sbarrato di Marilyn Burns di Non aprite quella porta con quello della Hayden appena sveglia e dando a Atom Egoyan l'imput per il bellissimo Il viaggio di Felicia.

    Il castello di sabbia che nasconde il terribile segreto di Finch, la ragazzina molesta che le rovina i vinili e fa casino in casa prima di partorire, una vicina impicciona zitella e con le smanie, un datore di lavoro che le stà addosso, una moglie scomparsa nel nulla, un vecchio ex deportato che tutto vede e tutto sa, un poliziotto ficcanaso, un bebè che continua ininterrottamente a piangere, quel fumo nero e quell'odore dolciastro che esce dal caminetto e la mente che và, comprensibilmente, in tilt.

    Da antologia Finch, in evidente imbarazzo, che si reca in un negozio di articoli per neonato.

    La stesse miserie umane che ritrarrà Bolognini per il suo Gran bollito, in uno dei film british più sordidi (più che per il malsano contesto che nemmeno per le immagini) degli anni 70.

    Piccola gemma nera da recuperare che nulla ha da invidiare agli psychodrammi coevi americani.
    Ultima modifica: 8/01/21 18:57 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 8/01/21 15:07
    Consigliere - 25998 interventi
    Notare la frase di lancio, sulla sinistra nel manifesto dell'edizione americana che lo titola "Don't open the window", presa di peso da quella de  L'ultima casa a sinistra (il film di Reid fu distribuito negli states solo nel 1976)

    https://www.imdb.com/title/tt0069299/mediaviewer/rm433168897/?context=default
    Ultima modifica: 8/01/21 19:36 da Buiomega71