Peppermint candy - Film (1999)

Peppermint candy
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Titolo originale: Bakha satang
Anno: 1999
Genere: drammatico (colore)
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/11 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 17/05/11 19:32 - 1458 commenti

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Regia formidabile quella di Lee Chang-dong (Poetry, Oasis), in un film che comincia con l'atto finale di un suicida, e che percorre poi a ritroso - prima di Memento di Nolan - l'ultimo ventennio della sua vita. Una vita attraversata con accidia e cinismo, lasciando cadere nel vuoto le cose più belle. Ma quando arriviamo all'origine, il cerchio si chiude e tutto ci è chiaro. L'innocenza perduta e le sue conseguenze, le ombre che preludono alla fine. Abbiate pazienza quando all'inizio non tutto sembra comprensibile, sarete ripagati da un capolavoro inaspettato.

Mickes2 31/10/11 17:40 - 1670 commenti

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Rimpianti, importanza per i piccoli grandi gesti della vita, piccoli oggetti. Vent'anni a ritroso che scandiscono un meccanismo dolente che riflette sul passato e sulle cose perdute. Delle caramelle alla menta rimangono un misero appiglio per ricordare gli aspetti piacevoli, le gioie, gli amori passati, ma che ancora a sua volta ne scandiscono le sofferenze, riaprendo vecchie ferite momentaneamente chiuse. Durissimo percorso colmo di disillusione, in cui il protagonista scivola ineluttabilmente in un baratro da cui è ormai impossibile risollevarsi.
MEMORABILE: L'incipit; L'uccisione accidentale; Il finale.

Daniela 16/11/11 07:40 - 12654 commenti

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Un uomo disperato si suicida facendosi travolgere da un treno. Da qui parte un viaggio a ritroso sui binari del tempo attraverso vari momenti della sua vita, fino a "ritornare" nello stesso luogo, vent'anni prima, il tempo della speranze e delle illusioni. Film dalla struttura circolare di perfetta costruzione drammatica, in cui ogni particolare si incastra nel racconto e nulla è casuale. Tanta abilità potrebbe ingenerare un'impressione di freddezza, ma si viene invece emotivamente travolti dalle vicende del protagonista, che ha perduto tutto prima ancora di perdere la vita. Commovente.
MEMORABILE: Di notte, lungo la ferrovia, solo e ferito, il soldato incontra una studentessa...

Pigro 14/01/12 09:45 - 9662 commenti

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Il suicidio di un uomo sotto un treno, e poi a ritroso per 20 anni nella sua vita, per capire i motivi del gesto e scoprirne tanti e, in fondo, nessuno. La vivacità del film, con le sue canzoncine pop, è il vivido orizzonte contro cui si staglia la disperazione esistenziale del protagonista, portatore di una desolazione interiore che esplode di volta in volta nella rabbia o nelle lacrime, nella violenza o nella follia. Un film che trasmette una fortissima tensione psicologica e trascina in un gorgo nichilista verso un finale immensamente amaro e commovente.

Lupoprezzo 14/08/12 18:22 - 635 commenti

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Un dolorso viaggio a ritroso di un uomo morto (da tempo): le sue speranze, i suoi sogni, il suo amore, perduti (uccisi) per sempre nelle dolenti zone d'ombra della vita. Ma la pellicola è anche un'occasione per l'ex scrittore Lee Chang Dong di ripercorrere in modo partecipe la storia del suo paese dalla fine degli anni 70 fino alle soglie del nuovo millennio. La narrazione all'indietro è il punto forte del film: valorizza e amplifica i ricordi (una memoria presente e incessante) e le emozioni. Intensa la prova di Sol Kyung-gu.

Cotola 18/08/12 17:00 - 9039 commenti

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Viaggio a ritroso nella vita di un suicida che viene svelata progressivamente con una serie di flashback. Nulla di nuovo? Forse. Eppure questo sisema narrativo giova alla riuscita del film soprattutto da un punto di vista emozionale poichè ci permette di capire gradualmente il baratro che il protagonista si scava pian piano sotto i suoi piedi. Alla fine ci si sente avviluppati da ciò che succede. Ennesimo colpo gobbo alla coreana: molto bello.

Schramm 20/09/13 15:29 - 3495 commenti

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Anatomia di un suicidio. Sembra De Oliveira che rilegge Nolan o viceversa, in realtà l'esprit è genuinamente coreano. L'à-rebours di un confesso-che-non-ho-vissuto è però curiosamente sparigliato: intimamente raccolto laddove dovrebbe esondare, cristallizzato laddove ci si aspetta l'irruenza, sempre formalmente teso al medesimo auto-inghiottimento del protagonista, e come lui sempre emotivamente schermato. Così che ci si annoia piuttosto che commuoversi, si resta colpiti e affondati solo per pochi attimi, e più da una irreprensibile forma che da un contenuto che si vorrebbe lacerante.

Kinodrop 17/02/19 19:18 - 2945 commenti

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La scelta narrativa di raccontare a ritroso un gesto fatale, invece di generare tensione lo diluisce in una falsa successione temporale. Che il personaggio sia problematico lo si evince sin da subito, quanto alle ragioni del gesto drammatico, si perdono nella psico-sociologia di un mondo estetico con cui è difficile sintonizzarsi fino in fondo. Se nella prima parte si accende la curiosità per i quadretti temporali (non tutti dello stesso spessore), via via si perde il contatto emotivo coi personaggi pur riconoscendo l'impegno di fondo del regista.
MEMORABILE: L'orrenda musica; Le caramelle in caserma; Il litigio a suon di ramazza; Il fragile escamotage per chiudere con l'inizio.

Cinecologo 14/06/20 13:42 - 51 commenti

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Protagonista di questa eccelente opera seconda è il treno che, nel suo percorso lungo i binari, incrocierà auto e pedoni che, per effetto ottico, sembreranno procedere all'indietro. Similmente l'uomo, messo con le spalle al muro dalla vita, dovrà compiere un percorso a ritroso nel tempo della propria esistenza per ricomprendere se stesso: gnothi sauton socratico che lo condurrà all'ineludibile gesto fatale. Ma, come dirà lui stesso - sottolineando la dimensione circolare dell'esistenza, nonché della struttura del film - "ritornerò!"
MEMORABILE: La prospettiva sui binari vista dal locomotore di un treno che apre ogni capitolo del film

Giufox 11/01/23 18:35 - 324 commenti

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Boato iniziale per poi proseguire, a ritroso, in punta di piedi nella spirale di una vita sfumata. Carrellata di melodie semplici e chiaroscuri, riesce a convincere per la sua vena esistenzialista, ma dubitare del parallelismo tra rotaie e flashback che strozza il racconto più che esaltarne la personalità è ammissibile. Salda la poetica della violenza quotidiana che troverà altre interessanti riflessioni nei lavori successivi.

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  • Discussione Daniela • 5/11/11 15:29
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    A Mickes2 - Grazie per la dritta!
  • Discussione Mickes2 • 5/11/11 20:17
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    di nulla ;)
  • Musiche Kanon • 13/11/11 12:09
    Fotocopista - 833 interventi
    La canzone che il protagonista ascolta in auto, insieme alla ragazza, è "Catch the rainbow" dei Rainbow.
  • Musiche Cinecologo • 14/06/20 13:45
    Galoppino - 30 interventi
    Molto bella tutta la colonna sonora del film. Tanto che ne è stato prodotto un album. Al momento in cui scrivo lo si può ascoltare integralmente su Youtube cercando "Peppermint Candy OST"