Boon il saccheggiatore - Film (1969)

Tratto dall’ultimo romanzo di Faulkner, è un film godibilissimo grazie ad un azzeccato tono scanzonato (che riprende quello delle pagine del grandissimo scrittore americano) e ad un ritmo veloce e scorrevole che lo rende piacevole dall’inizio alla fine. Il tutto è impreziosito dalla presenza di McQueen e di un cast di tutto rispetto.

Il titolo italiano punta sul personaggio di Steve McQueen, ma in realtà non c'è un vero protagonista se non Lucius (Mitch Vogel), il bambino di 11 anni che, aiutato da Boon, scoprirà il mondo dei grandi e crescerà lui stesso. Il film parte piuttosto in sordina, anche se aiutato da ottime immagini, da una magnifica auto gialla e dà l'impressione di non troppo convincimento da parte di tutti, specie della regia. Poi strada facendo qualcosa in più offre, ma bisogna arrivare alle ultime battute per arrivare al ritmo e al coinvolgimento che merita.

Due innocue facce da schiaffi e un ragazzino più maturo e giudizioso di loro partono per Memphis. Lungo il percorso vivranno diverse avventure. Racconto di formazione che offre una visione dell’America d’inizio 900 all’acqua di rose in cui nessuno è davvero cattivo e alla fine trionfano i buoni sentimenti. Il film ammorbidisce ancor di più i toni già piuttosto teneri del romanzo di Faulkner. La messa in scena è curata nei minimi particolari ma il contenuto non va oltre l’avventura per ragazzi. McQueen ci mette la faccia coadiuvato da alcuni caratteristi di razza.

Da un romanzo del Premio Nobel William Faulkner una storia di iniziazione alla vita per un ragazzino cresciuto sotto l'egida del nonno, un ricco proprietario di una scuderia il quale ha appena comprato un'automobile. Tale automobile, nel giro di quattro giorni, servirà a fare di questo ragazzino un uomo. Ad accompagnarlo nel suo percorso, lo scanzonato Steve McQueen e il divertente Ruper Crosse. Film gradevolissimo.

La vera protagonista del film è la splendida Winton Flyer gialla, tra le prime automobili americane (siamo nel 1905) e forse McQueen, da appassionato di motori qual era, era lì per quella; e per dimostrare di essere un attore di gamma più varia, come dieci anni dopo con "Nemico del popolo". Purtroppo Rydell realizza un film gradevole, ben ambientato e curato ma anche già datato, nel 1969 della "New Hollywood". Alcuni dialoghi e situazioni sono più sbarazzini, permissivisti, ma fino alla fine l'interesse suscitato è alquanto relativo. Per ragazzi del tempo.