Troppo sole - Film (1994)

Pazzesco, superesagerato. Una comicità "urlata" eccessiva, tarata per tre-quattro minuti, stronca in un'ora e mezza anche l'eroico spettatore meglio disposto. La Guzzanti anche qui ha tocchi geniali, ma nel complesso la cosa è insopportabile. Il personaggio migliore è Lalla, perché è l' "eccesso meno eccessivo"; non male la dj e la psicosciampoterapeuta; i momenti migliori sono le canzoni (la vetta - Una donna che piange - purtroppo è coperta nell'incipit dalla voce di Lalla). Non è vero che il film non c'è: c'è troppo, il che può essere peggio che non esserci.

Ben 14 ruoli per la Guzzanti ed oltre a lei nessuna comparsa pronuncia più di poche parole. Uno sforzo notevole, il tentare di fare un film con un unico attore, che purtroppo non riesce a dare i suoi frutti: la pur brava Sabina non è certo Peter Sellers ed i personaggi sono eccessivamente caricaturali, ma il problema maggiore è la trama decisamente esile. Il giudizio non va oltre il mediocre, mancando pezzi davvero geniali che almeno avrebbero dato un senso all'insieme. Forse le parti simil-video musicale sono i momenti più riusciti. Trascurabile.

All'uscita, il film fu accolto malissimo da pubblico e critica. Per quanto mi riguarda penso che questa reazione negativa fosse dovuta al fatto che "Troppo sole" è tutto tranne quello che ci si aspettava dalla Guzzanti. Alcuni personaggi li aveva già portati, con successo, in tv, ma qui è tutto molto più "forte", grottesco, sgradevole, fuori misura. Il tipico moralismo guzzantiano, che tanto piace al pubblico medio di sinistra, è così esasperato da diventare quasi rarefatto. In sintesi un film curioso, coraggioso e terribilmente autolesionista.