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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Terry Jones, il regista di tutti i film dei Monty Python, si stacca dalla navicella madre (il gruppo nel frattempo si è sciolto) e tenta la via personale con una commedia molto inglese che però, forse anche per via di una eccessiva “femminilità” (tutto il cast principale è composto da donne o uomini travestiti), fallisce il colpo e non riesce mai ad essere veramente divertente. Jones prende a modello la vicenda accaduta a Cynthia Payne per poi raccontarne le gesta in modo ironico: la protagonista Julie Walters, non più giovanissima, si prostituisce per necessità e apprende il mestiere tra mille equivoci in un bordello gestito da un'anziana che quando non riceve gli “ospiti” fa la maglia....Leggi tutto Gran parte del divertimento dovrebbe venire dei rapporti con i clienti meno “ortodossi” (il sadomasochista, il timido, quello che si veste da scolaretto...), che però nella maggior parte dei casi si risolve in gag già viste e non particolarmente azzeccate. Resta così solo il tocco felice di Terry Jones, comunque capace di dare una certa vivacità alla storia. L’ex Monty Python conosce i tempi comici, guida il cast con mano felice (ma i personaggi più simpatici sono uomini, come il padrone di casa che si fa pagare l’affitto “in natura” e che poi, recandosi al bordello, trova tra le donne “in servizio” proprio la sua inquilina)... Vorrebbe insomma percorrere la strada della commedia inglese “arzilla” e brillante, insolita almeno nel tratteggio dei personaggi. Ma vi riesce solo in parte: il soggetto e la sceneggiatura di David Leland (ossessionato dalla figura della Payne al punto di dedicarle anche il suo primo film da regista, VORREI CHE TU FOSSI QUI!) sono scadenti.

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Buiomega71 20/02/14 00:38 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Irrivirente, logorroica e scoppiettante commedia sui vizi e sporcaccionate del finto perbenismo inglese. Jones si rivela narratore eccellente e qua e là si sentono le zampate dell'ex Monty Python (il travestismo, feroci battute e turpiloquio, il tumultuoso arrivo della polizia al bordello, la ragazza truccata da falena, i vecchi rincitrulliti e le loro ridicole perversioni). La prima parte ha un gusto quasi loachiano per il sottoproletariato (bravissima la Walters), nel secondo "sbraca" nel febbrile Jones touch. Deliziosa la musica di John Du Prez. Gustoso.
MEMORABILE: Tutta la parte al matrimonio della sorella di Christine (con geniale colpo di scena en travesti); L'irruzione della polizia al bordello; Il filmino porno.

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  • Discussione Buiomega71 • 20/02/14 10:12
    Consigliere - 25998 interventi
    Non ho mai amato granchè la comicità corrosiva dei Monty Python, ma ho sempre trovato , sia nel Sacro Graal che nel Senso della Vita, momenti surreali eccezzionali, quasi un Jodorowski ludico e comicarolo

    In Personal Services c'è un Terry Jones sorprendente narrativamente, che sì tira zampate al vetriolo care al gruppo comico inglese (il travestismo, alcuni feroci dialoghi e volgari battute, la tumultuosa irruzione della polizia-girata coi controcosi-al bordello, i festini nel bordello con tanto di geniale filmino porno, la ragazza travestita da falena e pittata d'oro, le perversioni ridicole e pagliaccesche dei facoltosi e rincitrulliti clienti), ma sa regalare momenti di cinema realistico, quasti lochiano nel tratteggiare il sottoproletariato inglese (soprattutto nella prima parte), con toni anche drammatici, tra topaie e affitti da versare, furibonde liti familiari e incomprensioni al matrimonio della sorella della Walters, spezzati da sogni ad occhi aperti (la Walters e l'incontro galante con un principe, raggiunto previo ascensore), nonchè di sequenze emblematiche e inattese (la Walters, in un villaggio vacanze, che vede un uomo completamente nudo sul balcone dirimpetto al suo,nell'ebrezza della notte tra grilli e calura, lo segue e scopre che...)

    Jones scardina il buoncostume inglese, con vecchi porcaccioni altolocati che realizzano le loro fantasie "perverse" (tra cui, irresistibili,: Un giudice con cappellino da scolaretto che si fà picchiare sul popò, un avvocato che si veste da scolaretta lesbo, un esattore delle tasse legato a guinzaglio e frustato che vuole la "pioggia d'orata", un altro che vuole farlo alla "francese" con fellazio al rossetto, un notaio che si fà chiudere-rivestito con una tuta in latex fetish-in un bugigattolo con lampeggiante rosso, un vecchio colonello che prima si fà masturbare-sequenza esilarante per grottesco e demenzialità- e poi si traveste da odalisca!), dove Jones la butta sul surreale e il ridicolo, senza morbosità , ma col sorriso stampato sulla faccia.

    La Walters è bravissima a tratteggiare una maitresse cinica e logorroica (che non riesce a trovare il vero amore), e che sfrutta il potere delle istituzioni attraverso il sesso e i suoi vizi

    Sicuramente Jones non dice nulla di nuovo, ma e come narra la vicenda che diventa irresistibile, approfondendo la psicologia dei suoi strampalati personaggi (sia prostitute che improbabili clienti), regalando momenti di grande cinema visivo (la ripresa esterna del bordello con sottofondo la canzone "Mary's boys child", l'arrivo della polizia-un pò come nel Sacro Graal, che alla fine, interrompeva le riprese-), nonchè di momenti da antologia (la scoperta, nei bagni delle signore, del travestismo di Dolly, il feticismo per i vestiti da donna del padrone di casa, il magistrato beccato dalla polizia e lasciato in un campo come un sacco di patate, con il cellophane nero sulla testa, i preservativi storpiati in preventivi-ci sono pure quelli neri per i...negri!-, tutta la parte finale al bordello-che pare più una kitshissima casa di riposo con tette e culi al vento)

    Delizioso il commento musicale di John Du Prez, e la fotografia del futuro mago della luce dei Coen, Roger Deakins

    Menzione speciale per Shirley Stelfox, puttana scafata e dalla lingua tagliente, ora tutrice severa e sculacciona, studentessa lesbo con treccine, terribile dominatrix, che gira in cadillac e fà i week end in Arabia Saudita (giusto per compiancere uno sceicco ottuagenario)

    Mi pareva, a volte, di vedere un Histoire d'O: Ritorno a Roissy e un Madame Claude filtrato dalla vena corrosiva dell'ex Monty Python (questo, credo, sia il suo primo film dopo lo scioglimento dal gruppo), oppure un Tokyo Decadence "sbarazzino", e molto dello strombazzato Irina Palm viene da qui.

    La Walters, in guepierre e tacchi alti, emana sensualità e forza femminea risolutiva allo stesso tempo, circondata da poliziotti invadenti, vecchi porcaccioni-ma in fondo pezzi di pane timidi e impacciati-ricconi obesi che la vogliono sposare, padri conflittuali (bellissimo e commovente l'arrivo del padre al bordello), sorelle insopportabili e amori mai vissuti (se non sognati ad occhi aperti)

    Uno sguardo, ora tenero, ora irriverente, sul "mignotta movie", che acquista sapori deliziosi, con una chiusa finale degna del miglior sketch del "demenziale" gruppo inglese.
    Ultima modifica: 20/02/14 13:23 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 20/02/14 18:25
    Consigliere - 25998 interventi
    Zender, ho letto un pò in giro, ma chiedo a te visto che sei un fan dei Monty Python

    Vedendo Personal Services, scopro che Terry Jones mi piace molto come regista (almeno in questo suo film, che tra l'altro e uno dei suoi "minori"-non che ne abbia diretti a camionate, a dire il vero...Mentre Life of Brian mi aveva deluso abbastanza)

    Ora, ci ho visto molto (almeno in alcune sequenze) Il Sacro Gaal e Il senso della Vita (due su tutte: la polizia che fà irruzione nel bordello, come nel finale del Sacro Graal che interrompeva le riprese, la prostituta truccata da falena e pittata d'oro, come le rugbyste nude de Il Senso della Vita, o il bordello visto dall'esterno, con la canzone "Mary's Boys Child"), ma nulla che possa far venire in mente Terry Gilliam (regista, che per altro, non mi ha mai convinto)

    Insomma, Il Senso della Vita so che e diretto dal solo Jones (e si vede), ma per quanto riguarda Il Sacro Graal, che e stato diretto in tandem dai due Terry, perchè mi odora più di Jones che non di Gilliam? (leggo anche su Wikipedia che , sul set, i contrasti tra i due erano fortissimi, e cozzavano uno con l'altro, tanto che Jones decise che nelle prossime regie-sui film del gruppo, Life of Brian e Il senso della vita, appunto-avrebbe avuto il controllo assoluto)

    Sono io che ci vedo solo Jones (in Personal Services mette in ombra pure la sceneggiatura di un talento come David Leland, per il suo "strabordare") o c'è altro?

    Tu, che sai dirmi (da fan) in proposito?
    Ultima modifica: 20/02/14 18:29 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 20/02/14 18:36
    Capo scrivano - 47774 interventi
    Ti dico anch'io che le regie di Gilliam e Jones son diversissime, due stili proprio molto diversi. Gilliam è molto più folle e pretenzioso, Jones più "tradizionale". Nel Senso della vita però mi pare che il primo episodio (il palazzo che si sposta tipo veliero) sia diretto da Gilliam, e la doversità col resto del film si vede. Credo che nel Sacro Graal Gilliam facesse soprattutto i fumetti animati, ma è sicuramente molto più di Jones.
  • Discussione Buiomega71 • 20/02/14 18:53
    Consigliere - 25998 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ti dico anch'io che le regie di Gilliam e Jones son diversissime, due stili proprio molto diversi. Gilliam è molto più folle e pretenzioso, Jones più "tradizionale". Nel Senso della vita però mi pare che il primo episodio (il palazzo che si sposta tipo veliero) sia diretto da Gilliam, e la doversità col resto del film si vede. Credo che nel Sacro Graal Gilliam facesse soprattutto i fumetti animati, ma è sicuramente molto più di Jones.

    Ah, vero, le animazioni...Infatti mi pareva (in Personal Services) di vederci molto Sacro Graal e Senso della vita (più per alcuni accenni e situazioni similari, visto che il flm e parecchio distante-non con qualche scheggia-dell'umorismo dei Monty Python)

    Quello che pensavo...Ecco la forza e la personalità di Jones, davvero sorprendenti...

    Grazie Zendy...