Erano gli anni in cui Gassman sfornava film come noccioline ripetendosi all'infinito con sempre meno convinzione. Ma tant'è, il pubblico accorreva e i produttori gongolavano. Qui è un avvocaticchio sfigato e intrallazzone, pronto a cadere come un pollo nell'astuta trappola allestitagli da due diaboliche bellone. Capitani punta alla commedia gialla sofisticata, ma il tutto non si solleva dal livello di una stanca farsa tirata troppo per le lunghe che non appassiona e non diverte. Grande Celi, intriganti le dark lady Pamela Tiffin e Irina Demick.
MEMORABILE: Le imperdibili mises tardi anni '60 di Pamela Tiffin e gli esterni nella Milano dei quartieri alti.
Gassman è un arcangelo, avvocato (cognome: Bertuccia) di due diavole! Commedia grottesca di un uomo di paglia in una fabbrica di plastica, "materiale del futuro", garantisce il Commendator Tarocchi Rosa, quell'Adolfo Celi che è, in fondo, il pezzo forte del film. Film comunque ben congegnato e abile nel disattendere, ad ogni svolta, le aspettative più ovvie, nel condurre per mano lo spettatore in un frastornante girotondo, un gioco di (alta) società puerile e perfido. Così come viene condotto per mano, e preso per il naso, l'avvocato Bertuccia dalle due diavole...
MEMORABILE: L'incredibile residenza di campagna di Tarocchi Rosa. Il cadavere di Adolfo Celi mummificato nella plastica!
Commedia giallo-rosa che nella girandola di equivoci, intrighi, raggiri e avidità rivela la sua appartenenza alla temperie cinematografica fine anni Sessanta, di cui fornisce vivaci spaccati alto-borghesi di lusso e di vizio. Se il vento soffia è essenzialmente per merito di un Gassman ancora con la faccia “sordiana” da discolo mai cresciuto, di un Celi imperioso e megalomane e di una Tiffin conturbante e diabolica; la Antonelli si vede poco, ma questo è sufficiente per non scordarla. Steno è tra gli sceneggiatori e si autocita con una battuta (v. frase memorabile).
MEMORABILE: «Un delitto è stato compiuto al n. 25 di via STEFANO VANZINA…».
Cinema italiano del periodo d'oro. Con tre sole idee, ma anche con tre attori perfetti per il ruolo (senza contare che tutti e tre se lo saprebbero pure creare...) e una regìa che bada al sodo, si licenzia l'ennesimo film decente (**). C'è un calo cospicuo nel finale (abbastanza prevedibile, ma con chiusura un poco "ambigua"). Si lascia guardare, ma fa sorridere vedere Villa Miani (con la sottostante Roma) spacciata per "dintorni di Milano"...
Capitani garantisce al film ritmo e lo dirige con mano sicura; Gassman è in forma, la vicenda frenetica e un po' ripetitiva, ma gioca comunque bene le sue carte. Divertenti le parentesi con Delle Piane, deliziosa la Antonelli (peccato si veda solo brevemente!). Una disimpegnata commedia Anni Sessanta non disprezzabile.
Simpatica commedia giallo-pochadistica diretta con brio e mestiere dal bravo Giorgio Capitani. Il film, pur non essendo il massimo, è comunque sia molto gradevole, con un bel ritmo, tante situazioni esilaranti e una trama niente male: a suo modo un film riuscito. Gassmann è sempre ottimo e in forma, grande Adolfo Celi, affascinanti Pamela Tiffin e Irina Demick. Brevi apparizioni per Carlo Delle Piane e per una giovane Laura Antonelli (ma resta sempre impressa). Finale un po' deludente, ma tutto sommato non rovina più di tanto il film.
MEMORABILE: I cani di Tarocchi Rosa (Celi); Il cadavere di Adolfo Celi mummificato nella plastica.
Un po' commedia, un po' giallo, questo film di Capitani, incentrato intorno alla figura di un avvocato di scarso livello, manipolato da un riccone che lo utilizza come fantoccio per mascherare i suoi affari. Commedia godibile, che il regista dirige con scioltezza, potendo contare su un valido cast, nel quale a sopresa Adolfo Celi è più efficace del protagonista Gassman, che esagera nei "giogionismi" attoriali.
Cinquecento contro Rolls Royce, spiantato contro riccone, donne contro tutti. La parte più debole in questa commedia tinta di giallo-rosa mi è sembrata proprio lui, il protagonista, Gassman. Troppo cartolinesco l'avvocato da lui rappresentato, al limite del fastidioso. D'accordo, deve essere in balia di tutti, personaggio meschino e inetto, ma qui Gassman è anche in balia degli altri interpreti, tutti in parte, mentre lui parte per la tangente con il suo repertorio di espressioni eccessive (buone in altri contesti, fuori luogo qui).
Divertente film di Giorgio Capitani. Sempre bello rivedere la ormai lontana Italia degli anni 60-70. Gassman fa valere le sue doti, la Tiffin la sua bellezza, ma è ottimo anche il resto del cast. Niente di spettacolare ma un film che supera la sufficienza. Bene anche la colonna sonora di Umiliani.
MEMORABILE: Il cameo della Antonelli; La plastificazione nel finale.
Commedia nera di indubbio intrattenimento, con una sceneggiatura la cui ripetitività e banalità del soggetto (a parte, forse, la parte finale proto-lenziana) è colmata dal buon ritmo narrativo e dalle brillanti prestazioni attoriali (Celi forse il più spassoso). Confezione di buona resa visiva, con scenografie gustosamente sixties e inquadrature dalle curiose angolature. Nella media delle commedie nostrane dell'epoca e dunque niente male.
Un Gassman scatenato per una vicenda molto comica ma discontinua: la sceneggiatura cambia stile e perno della situazione più volte. Poco male però, gli interpreti sono tutti all'altezza (c'è anche un grande Celi e un Delle Piane molto divertente) e il ritmo scorre veloce. La regia di Capitani aggiunge un tocco di bizzarria tra inquadrature sbilenche e veloci movimenti di camera. Gradevole.
L'arcangelo del titolo è un avvocaticchio di scarso talento e ancor più scarsi scrupoli morali, prima turlupinato da una biondina bugiarda, poi assunto dall'amante di questa, un grosso industriale che lo sfrutta per i suoi loschi affari, finché... Fra le innumerevoli commedie interpretate da Gassman in quegli anni, una delle meno riuscite, nonostante il cast di pregio (perfetto Celi nel ruolo di ricco arrogante, simpatico Delle Piane), per colpa di una sceneggiatura raffazzonata con epilogo stiracchiato. Anche Gassman eccede in piaggerie, convincendo poco. Camei per Antonelli e Capannelle.
MEMORABILE: "Quindici anni di carriera. Cause dibattute nove. Cause perse dieci... ed ancora non so come ho fatto"
Divertente commedia degli equivoci che poggia su uno spunto abbastanza debole ma ben costruito sulle capacità degli attori maschi e sulle seduzioni delle attrici. In particolare Gassman è ammirevole, Celi sa come al solito tenere la parte del ricco antipatico, Delle Piane aggiunge quella pennellata che lo rende come sempre indimenticabile. La trama gialla è meno interessante delle situazioni da pochade.
MEMORABILE: Lo strip per invogliare Gassman a suggerire il delitto perfetto.
Prevenduta all'estero con un titolo difficile da giustificare, la commedia di Capitani sembra porsi come una parodia del giallo lenziano per ricercare (senza davvero riuscirci) contorni grotteschi e un sofisticato taglio internazionale. Gassman esagera: il ruolo dell'avvocato di mezza tacca donchisciottesco ma povero, che vorrebbe cavallerescamente proteggere la fanciulla traviata ma non è all'altezza, pare scritto pensando piuttosto a Sordi. Celi è invece perfetto come industriale perfido e la Tiffin in versione sexy e lunatica è un credibile motore dell'azione. Mediocre.
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