Cinematograficamente pari a zero e fatto non con due lire ma con una, è uno strambissimo film diretto (forse) da tale Luigi di Maria (alla sua unica regia e poi pessimo direttore della fotografia in un paio di pellicole). Trama incredibile: basti pensare all'inizio (con il segretario del Professor Matt Beat che si trasforma per sbaglio in Riccardo Del Turco) o al finale...
Al di là dell'immaginabile e dell'inimmaginabile. Probabilmente il peggior musicarello della storia. Al confronto i film di Fizzarotti sono capolavori di sceneggiatura. Ad eccezione di Leonardi, i cantanti non recitano: con i pretesti più assurdi li si inquadrano mentre cantano nei posti più disparati. Girato probabilmente a casa del regista, con suoi amici che vi recitano. Mi confermano che il sindaco sia interpretato da Galliano Sbarra. C'è Pagnani. Esperienza indimenticabile.
MEMORABILE: La citazione (nascosta) del bollettino della vittoria di Armando Diaz.
Assurdo e sgrammaticatissimo musicarello che colpisce per i farneticanti pretesti escogitati per far cantare i divi (o meglio, per inserire le scene nelle quali cantano i divi, dato che si tratta praticamente di veri e propri inserti). Per il resto tanta confusione e tanta noia, con terribili scenette pseudocomiche e una scialbissima tramina sentimentale che, inglobata nel vortice di follia e bassezza tecnica, finisce quasi per scomparire. Chiaramente la tematica del contrasto generazionale si limita al titolo. Pessimo, ovviamente.
MEMORABILE: L'improvvisa entrata in scena di Riccardo Del Turco; L'atlante delle canzoni.
Seminale per capire a che livello fossero arrivati i musicarelli alla ricerca di una spettacolarità ingenua. Qui si immagina un professore, tale Matt Beat, che oltre ad aver inventato un "allegroforo" (vedere per credere) ha un atlante delle canzoni di cui avremo un ampio saggio in proto-videoclip davvero tristi. Se il professore restasse in scena sempre avremmo un capolavoro, ma purtroppo ci tocca sorbirci una storiella sentimentale banalissima. L'apice lo si raggiunge quando si spaccia una brutta piscina per Palma di Maiorca. Che tempi, gente!
La cosa più affasciunante del film (a parte il geniale titolo) consiste negli espedienti che vengono usati per tenere insieme i vari spezzoni nei quali i diversi cantanti eseguono il loro brano. Una specie di anticipazione dei canali tematici musicali, che almeno ha il pregio di consentire di dare un volto a cantanti e gruppi di seconda fascia. Un'esperienza che potremmo definire lisergica.
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DiscussioneZender • 12/05/14 07:27 Capo scrivano - 47726 interventi
D'accortdo aggiungilo (così come lo chiama Imdb, ovvio).
DiscussionePanza • 12/05/14 13:10 Contratto a progetto - 5203 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Panza e Legnani ebbero a dire di questo film, parlandone in DISCUSSIONE GENERALE per QUELL'AMORE PARTICOLARE: B. Legnani ebbe a dire: Dusso ebbe a dire: Ci sono però fonti discordanti
"Sull'autore di questo film c'è stato un alone di mistero. Carlo Martinelli, autore di soggetto e sceneggiatura, pare fosse registrato anche come regista (pseudonimo James K. Stuart) al Ministero. Tesi avvalorata anche da Aldo Bernardini quando curava i volumi Anica (Il Cinema sonoro 1930-1969, editato del 1992). Gino Pagnani, intervistato qualche anno fa, affermò invece trattarsi di Luigi De Maria, un direttore della fotografia" Roberto Poppi
E resta un enigma chi interpreti il prof. Matusa...
E se fosse tale Marc Tynell, citato nei titoli di testa, che italiataglia.it, identifica come lo stesso Martinelli?
Molto probabile, che il soggettista fosse anche il protagonista. Inoltre il fatto che fosse spesso in scena rende qasi ovvio che a dirigere ci fosse spesso un altro, per esempio il direttore della fotografia, De Maria.
DiscussioneDusso • 6/03/17 11:53 Archivista in seconda - 1830 interventi
Possiamo esserne sicuri al 100%? nonostante tu stesso da un confronto fotografico tendevi ad escludere la cosa anche se non totalmente.
Se non ho inteso male ti basi "solo" sul fatto che il sito Italia Taglia tra parentesi identifichi il regista con il nome del protagonista?
Dusso ebbe a dire: Possiamo esserne sicuri al 100%? nonostante tu stesso da un confronto fotografico tendevi ad escludere la cosa anche se non totalmente.
Se non ho inteso male ti basi "solo" sul fatto che il sito Italia Taglia tra parentesi identifichi il regista con il nome del protagonista?
Loro si basano sui documenti ministeriali, per cui è decisamente probabile.
DiscussioneDusso • 6/03/17 13:00 Archivista in seconda - 1830 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Dusso ebbe a dire: Possiamo esserne sicuri al 100%? nonostante tu stesso da un confronto fotografico tendevi ad escludere la cosa anche se non totalmente.
Se non ho inteso male ti basi "solo" sul fatto che il sito Italia Taglia tra parentesi identifichi il regista con il nome del protagonista?
Loro si basano sui documenti ministeriali, per cui è decisamente probabile.
Scrivo qualche informazione sul regista di questo film, figura rimasta misteriosa a lungo, al punto che qualche studioso, tempo fa, non aveva escluso che si potesse trattare di pseudonimo, vista anche la diffusione del nome.
Carlo Martinelli (1918-1969) era un giornalista e scrittore, oltre che direttore editoriale per la casa Nerbini. Era figlio di Renzo Martinelli, noto giornalista (1888-1964), anche corrispondente di guerra. Negli Anni Quaranta Carlo Martinelli pubblicò due gialli, con pseudonimo William Kent: "L'enigma di una notte" (1942) e "L’impossibile verità" (1943), riediti nel 1946 con i titoli "La morte chiama dal buio" e "...e il giorno nuovo spuntò".