Piccolo classico (misconosciuto) della commedia demenziale, il film è figlio dell'umorismo un po' greve dei suoi autori che confezionano una pellicola forse troppo urlata ed esagerata ma che colpisce nel segno caratterizzando i personaggi con i toni della farsa (forse un po' troppo volgare) ed affidandone l'interpretazione a un duo molto efficace di attori, De Vito e l'estroversa ed esuberante Bette Midler.
Un De Vito ispirato, vulcanico e straripante (odia a morte la moglie) e una Midler (belva inarrestabile; una furia per i due poveri rapitori, almeno all'inizio...) sono le carte vincenti di questa commedia che vive di parecchi alti e alcuni bassi. Bisogna ammettere che spesso ci si diverte (De Vito vs Muffy il barboncino, come si prepara per la polizia con finte lacrime, all'obitorio). Niente male anche l'idea del fraintendimento (i due che credono morta la Midler). il ritmo è quasi costante e, nel complesso, il film è buono e dura il giusto.
MEMORABILE: De Vito descrive Muffy all'amante: "Quel piccolo, peloso sacchetto di cacca del suo cane".
Commedia leggermente divertente, lontana dalla comicità non-sense del trio ZAZ ma comunque godibile, specie nel finale, quando gli equivoci arrivano all'intreccio conclusivo e si assiste a scene di delirio. Purtroppo le risate non sono numerose e cominciano ad arrivare oltre metà film. La parte iniziale mostra una sottile ironia tragicomica. Ottimo tutto il cast, con DeVito superlativo.
Scatenata commedia trascinata da una grande performance di DeVito (avido e cinico, come riapparirà anche in pellicole successive) e da una trama zeppa di equivoci che portano a gag quasi sempre riuscite. Il ritmo è buono, anche se con dei cedimenti nei momenti affidati alla coppia di rapitori e i comprimari tutti ben scelti a partire dalla vulcanica Midler fino al giovane Bill Pullman. Notevole.
Esilarante e brillante commedia ricca di verve con un'irresistibile Bette Midler. Può quasi considerarsi un dittico con Affari d'oro: in entrambe le produzioni infatti c'è da sbellicarsi. Due commedie brillanti immancabili in ogni cineteca che si rispetti. A partire dai bellissimi titoli iniziali animati il regista catapulta lo spettatore nella comicità d'èlite hollywoodiana. Come sbarazzarsi della propria ingombrante consorte per godere dell'eredità. Trama semplice, realizzazione incredibile. Molto, molto divertente.
MEMORABILE: L'arredamento kitsch della villa dei due.
In procinto di ammazzare la ricca moglie che detesta, un industriale ha un apparente colpo di fortuna: gliela rapiscono, minacciando di ucciderla se non pagherà un ingente riscatto... Ultima regia della premiata ditta ZAZ, meno folle rispetto alle precedenti rientrando nell'alveo della commedia brillante, sia pure con accentuati elementi parodistici. Il ritmo talvolta rallenta, soprattutto quando sono in scena i due ingenui rapitori, ma alcuni buffi equivoci e soprattutto la presenza di uno scatenato De Vito, piccoletto ringhioso, garantiscono sorrisi e risate. Da riscoprire.
MEMORABILE: La rapita nel sacco; La videocassetta; I tentativi per liberarsi del cane; Le telefonate
La precisione e la follia di questa sceneggiatura è qualcosa di assolutamente irreale. Non c'è un momento senza un'idea. Non c'è nulla di più lontano dalla comicità demenziale tipica degli ZAZ, ma questa commedia con qualche spunto black qua e là è vicina alla perfezione, per come è stata scritta. Anche recitata in modo super da un Danny De Vito strepitoso; tra gli altri da citare una Helen Slater assolutamente deliziosa. Gran film, da vedere e rivedere.
A un marito fedifrago viene rapita la moglie. Commedia sui dolori matrimoniali che, esaurita subito la componente gioiosa portata da DeVito, riesce ad evolvere nel ribaltamento di situazioni. Qualche componente è grossolana (le maschere dei rapitori, l'amante e il dvd al commissario) oppure frettolosa negli sviluppi (il serial killer) e di certo si poteva scrivere meglio la sceneggiatura. Ci si diverte grazie alla verve comica della Midler e all'interpretazione doppiafaccia di DeVito. Nel finale si nota lo stile demenziale dei registi.
MEMORABILE: La Midler che prende a pugni DeVito; Le prove degli stereo; Il riconoscimento dell'uomo di colore.
Non il migliore dei film di DeVito, ma sicuramente dignitoso nella sua semplicità. I registi sono però maestri della comicità demenziale e riescono a dare al film un tono leggero e spigliato che, senza bissare i grandi caposaldi del genere, diverte in maniera sobria. DeVito avido riccastro è una garanzia e la Midler è schizzata abbastanza da mettere in crisi sia il marito che i suoi rapitori, Reinhold (ancora in versione bravo ragazzo) e la Slater. Finale telefonato, ma ci sta. Da vedere? Sì. Da collezionare? Ni...
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