Quella trattata nel corto è una storia di violenza molto sottile. Una violenza non solo fisica ma anche psicologica che induce a un rapporto vittima/carnefice morboso. Il regista riesce a comunicare con efficacia questo effetto grazie a fermi immagine e flashback inseriti nei momenti chiave della narrazione. Ben fatto.
Molto bella l'idea di parlare della violenza sulle donne attraverso l'emozione di una fotografa che rivede in una cliente i suoi stessi lividi e la sua stessa sudditanza psicologica. A Santi non serve mostrare il fatto, gli basta suggerire, con azzeccato minimalismo, la sofferenza inficcata nella quotidianità di chi ha subìto. E lo fa senza alcuna retorica, accompagnando lo spettatore verso un finale aperto, colorato di commozione.
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Da segnalare una curiosità che ho notato. Quando la protagonista riceve il messaggio sul cellulare, in alto sulla schermata dello stesso, appare il nome del mittente "Christian Bal...". Potrebbe essere stato mandato dall'addetto della fotografia del cortometraggio Christian Balducci (ma anche no, è solo una mia supposizione). Non che sia importante, ma mi è sembrata una curiosità e come tale l'ho inserita. Buona visione a tutti!!!
DiscussioneZender • 18/01/11 18:47 Capo scrivano - 47726 interventi
Pinhead80 ebbe a dire in curiosità: Quando la protagonista riceve il messaggio sul cellulare, in alto sulla schermata dello stesso, appare il nome del mittente "Christian Bal...". Potrebbe essere stato mandato dall'addetto della fotografia del cortometraggio Christian Balducci (ma anche no, è solo una mia supposizione). Hai fatto molto bene a inserirla, caro Pinhead, è molto divertente, e anzi te l'ho spostata in curiosità. Chissà se è come dici... Non lo escluderei affatto.