The Velvet Underground and Nico - Film (1966)

The Velvet Underground and Nico
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Titolo originale: The Velvet Underground & Nico
Anno: 1966
Genere: musicale (bianco e nero)
Note: Prove per il disco d'esordio dei The Velvet Underground. Aka "The Velvet Underground & Nico: A Symphony of Sound".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/12/10 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 29/12/10 12:25 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

Una sessione musicale dei Velvet Underground, scioltisi solo dopo la morte del chitarrista Morrison. Il filmato, diretto da Warhol, ha valore storico e mostra le prove del gruppo in un garage/studio di registrazione. La musica è psichedelica e ipnotizza all'istante. Al termine due chiacchiere... Consigliato agli ammiratori di Lou Reed.

Il Dandi 17/10/17 18:52 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Grande esempio sì, ma di film o di happening? Voto per entrambi. Warhol confuta - diciamo pure da "analfabeta" - lo scopo stesso del cinema, sperimentandolo sul momento. La prova strumentale dei Velvet Underground alla Factory è ripresa senza interruzioni e cercando di assecondare la dinamica della musica: Warhol si "chiude" con mezzi tecnici banali (zoom e fuochi) con lo stesso entusiasmo con cui Ari (figlio di Nico) suona le maracas che qualcuno gli ha appioppato. Accidentale anche il finale, interrotto dalla polizia chiamata per il volume molesto. Unico.
MEMORABILE: Gli sbalzi d'umore del figlio di Nico, Ari, il bambino di quattro anni catapultato al centro della session, che non sappiamo se invidiare o compatire.

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  • Curiosità Lucius • 29/12/10 12:28
    Scrivano - 9051 interventi
    Velvet Underground
    The Velvet Underground & Nico
    di Simone Coacci

    Un aneddoto apocrifo, in genere attribuito a Brian Eno,chiarisce l’importanza di questo debutto ben più della consueta pletora di precisazioni storiografiche: The Velvet Underground and Nico (Verve,1967) vendette solo poche centinaia di copie alla sua uscita ma ciascuna di quelle persone che lo acquistarono oggi è un critico musicale o un musicista. Difficile azzardare un termine di paragone o rintracciare un gruppo altrettanto influente nella storia della musica rock.
    Decifrarne l’imprimatur sonico significa ricostruire la genealogia di tutta la scena alternativa (che forse,senza di loro,oggi neanche esisterebbe o sarebbe completamente diversa da come noi la conosciamo) e,in parte,di quella commerciale: dal punk “detroitiano” a quello “settantasettino”, dall’ art-rock alla new wave,dal raga-rock all’indie-noise,dal glam all’acid-folk,attraverso un certo pop “d’essai”. Con loro nacque un modo di fare musica libero,caotico ed indipendente che la lente deformante della contemporaneità ha poi trascolorato nella miriade di sfumature stilistiche odierne. L’album era un centro di gravità permanente in grado di attrarre i fermenti più artisticamente eversivi e socialmente devianti del proprio tempo per trascenderli in un calvario di decadentismo urbano,tradurli in suoni espiatori e taumaturgici. Un universo estetico che serbava alla trasgressione e all’edonismo un ruolo assai marginale,a dispetto di quanto si è spesso vaniloquiato o supposto. Una linea immaginaria ma invalicabile fra prima e dopo, un’opera d’arte che,nell’era della riproducibilità tecnica,avvicinava a grandi passi il rock alle neo-avanguardie.
    La gloria del complesso e con essa la sinistra rivoluzione copernicana che mutò per sempre gli orizzonti della musica popolare,sfidando in un duello all’ultimo sangue i limiti della forma-canzone (i tre accordi di chitarra,il tempo in 4/4),si compenetra di quattro elementi fondamentali.
    L’iconografia fra Pop Art e Cinema Underground. La Pop Art era Andy Warhol ed Andy Warhol era la Pop Art. Andy scuote l’establishment con le sue “Campbell Soup” nel 1959 e poi si siede divertito a vedere l’effetto che fa, Andy fonda la sua Factory e nel 1963 comincia a produrre film catatonici,ossessivi,costruiti su un’unica inquadratura fissa come “Sleep” e “Empire”,nel 1965 Andy smette di dipingere e si dedica ad una complessa strategia multimediale che abbraccia anche la musica. I Velvet non sono,come qualcuno erroneamente sostiene,la sua creatura,ma soltanto uno specchio della propria onnivora ambizione estetica; come da copione egli interviene su un’opera d’arte già preesistente apportandovi appena qualche ritocco,la sua firma d’autore. Andy cerca di addolcirne la negatività presentandoli a Nico;Andy li inserisce nel cast di un film “Venus in Furs” e in uno spettacolo “The exploding plastic inevitabile”,un bombardamento di luci,immagini e musica a volumi ciclopici;li introduce al milieu della Lower East Side popolato di teppisti,drag queen,drogati e prostitute che diverranno i protagonisti delle loro canzoni; Andy ,infine,disegna la famosa banana della copertina “sbucciabile” che,in tiratura limitata,rivelava un interno rosa fallico.
  • Discussione Herrkinski • 27/10/13 18:53
    Consigliere avanzato - 2631 interventi
    Morto Lou Reed, all'età di 71 anni. Inutile sottolineare ulteriormente l'importanza di questo musicista, dato che la sua storia parla da sè. Che brutto periodo per l'arte...
  • Discussione Buiomega71 • 27/10/13 18:55
    Consigliere - 25998 interventi
    Lo ricordo con simpatia (nei panni di sè stesso, oltretutto) nel folle e delirante Flippaut (mio "guilty pleasure")
  • Discussione Zender • 27/10/13 19:10
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Eh sì, a me non ha mai fatto impazzire (salvo qualche bel pezzo), ma sulla sua importanza non si discute proprio.
  • Discussione Gugly • 27/10/13 19:54
    Portaborse - 4710 interventi
    Una pietra miliare nella storia del rock mondiale.R.I.P
  • Discussione Disorder • 27/10/13 22:23
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Quasi non ci credo. Uno dei miei artisti preferiti in assoluto, da sempre.
    Proprio oggi, camminando per la strada, avevo visto in una vetrina una zucca colorata e mi ero messo a canticchiare la mia canzone preferita di Lou, Halloween Parade. Il ritornello dice proprio "questo Halloween sarà da ricordare, perché tu non ci sei più"...
    Grande, grandissima perdita per la musica.
  • Discussione Disorder • 27/10/13 22:32
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Lo ricordo con simpatia (nei panni di sè stesso, oltretutto) nel folle e delirante Flippaut (mio "guilty pleasure")

    Io lo ricordo anche in Palermo Shooting di Wenders, sempre nei panni di se stesso. Sembrava proprio un uomo molto tranquillo e simpatico.
  • Discussione Il Dandi • 19/10/17 14:55
    Segretario - 1488 interventi
    AKA "The Velvet Underground & Nico: A Symphony of Sound"

    https://en.wikipedia.org/wiki/The_Velvet_Underground_and_Nico:_A_Symphony_of_Sound