I morti non si contano - Film (1968)

Sulla cittadina di Blackstone incombe la legge del perfido Rodgers: due giovani e scanzonati bounty-killers faranno piazza pulita. Discreto spaghetti western che mescola in maniera piuttosto fantasiosa elementi da feuilleton a svalvolatissime parentesi farsesche caoticamente amalgamate alle brusche impennate di tagliente sadismo filmate con apprezzabile freddezza. La coppia Steffen/Damon funziona solo a metà e non si può certo lodare la piattezza della messinscena. Finale dissacrante. Musiche di Riz Ortolani, fotografia di Franco Delli Colli.

Parte in modo scanzonato, per spostarsi via via su registri più drammatici e violenti adattandosi allo stampo del w.a.i. tradizionale, ben rappresentato dalle figure classiche dello sceriffo corrotto (Lulli) e del prepotente di turno (Induni) e dal desiderio di vendetta. Nota positiva e originale è che Steffen – meno legnoso del solito - e Damon costituiscono una coppia di pistoleri borderline, non esitando nelle loro azioni a ricorrere allegramente anche ai trucchi meno ortodossi. Un film non solo potabile, ma anche, per chi ama il genere, dissetante.