The experiment - Film (2010)

Semplificato e semplificante, questo remake mette subito le carte in tavola della situazione (praticamente l'unico che subisce un'evoluzione psicologica dall'assegnazione del ruolo di carceriere è il solo Withaker) banalizzando il tutto con un sottofinale buonista. Peccato, perché a tratti si nota una certa "cattiveria" e in generale il film è ben girato. Bene sia Brody che Whitaker. Da noi direttamente in dvd.

Prendi una manciata di uomini, distribuisci arbitrariamente i ruoli di vittima ed aguzzino, sigilla il tutto ermeticamente e cosa ottieni? Brutte cose. Già l'originale era parecchio forzato, qui si rasenta il ridicolo (cosa fanno gli sperimentatori mentre quelli si menano? giocano forse a tetris davanti ai monitors?), con un finale assurdo. Brody s'è fatto i muscoli nella giungla aliena e ci tiene a farli vedere (ma vestito ha sempre l'aspetto emaciato), l'unico degno di nota è lo sguardo allucinato di Whitaker, memore di ruoli migliori

Inutile come quasi tutti i remake, il film replica un lavoro già poco entusiasmante nell'originale, e lo fa affidandosi ad un Brody che conferma la recente tendenza a sprecare il proprio talento in una serie di ruoli a lui poco consoni all'interno di pellicole molto modeste. Anche Whitaker mi sembra un po' sopra le righe, e la sua trasformazione psichica resta frettolosa e troppo repentina. Il resto è tutto scontato, e non solo per chi conosce già la trama. Nulla da segnalare, dimenticabile in tutta fretta.

Remake del film omonimo tedesco di Olivier Hirschbiegel. Cambiano gli attori ma non la storia, che a differenza del precedente però, sviluppa maggiormente l'inizio e la parte finale. Questo è l'unico pregio in quanto, anche se sembra assurdo affermarlo, viene poco curata l'escalation che porta alla degenerazione dell'esperimento (il film si basa su questo), con il risultato che scene idealmente molto forti vanno a perdere consistenza (la black box diventa un tubo...). Poco incisivo.

L'idea è ottima e la trama è subito coinvolgente, lo sviluppo però lascia un po' a desiderare perché non c'è un vero approfondimento psicologico dei personaggi. Dopo un po' si riduce allo scontro tra i due protagonisti e poco più. Raggiunge la sufficienza perché è girato bene e riesce a coinvolgere, ma poteva aspirare a ben altro. Occasione mancata.

La confezione è ineccepibile, purtroppo manca la sostanza. Brody e Whitaker cercano di fare il massimo, ma se non si è supportati da una sceneggiatura che riesca a scavare a fondo nella psiche dei personaggi, nemmeno loro possono fare i miracoli. Resta l'impressione di un remake inutile che non aggiunge assolutamente niente all'originale. Tutto sommato evitabile...

Ottimo il soggetto, molto meno lo svolgimento del plot in generale che non ha una sceneggiatura vera e propria. Luoghi comuni a go-go ed una serie di caratterizzazioni ormai abusate in questo genere di film dal sapore claustrofobico lo fanno poi precipitare nell'anonimato quasi totale. Rimane solo la buona prova di Whitaker, bravo ad interpretare questo tipo di personaggi con una psicopatia latente e qualche bella frase ad effetto lanciata a casaccio durante il film.

La reclusione forzata di alcuni uomini con compiti differenti sfocia nella violenza belluina e becera. La narrazione presenta alcuni buchi privi di spiegazione nonostante si avvalga di un cast variegato ma accattivante. Il finale è carentemente poco esplicativo e rasenta l'incredulità.

Remake americano di un buon film tedesco di qualche anno prima. La produzione a stelle e strisce realizza un film più veloce e asciutto, con meno senso claustrofobico dell'originale, con meno personaggi e meno violenza rispetto al modello. Gli attori sono ottimi e il duello Brody/Withaker è davvero interessante. Per essere una rivisitazione resta comunque un prodotto più che dignitoso, che dura il giusto e non scade troppo (facile sarebbe) nell'americanata. Forse un po' di cattiveria in più nel finale ci sarebbe stata, ma la scena in pullman con gli sguardi che si incrociano come di risveglio da un incubo è degna di nota.

Basato su un reale esperimento effettuato in Inghilterra, ma con risvolti ovviamente più romanzati rispetto alla realtà. Il film è realmente angosciante toccando gradini molto bassi della bestialità umana. Il paragone con l'originale regge, ottiene consensi per alcune scelte, ma fa storcere il naso per qualche altra trovata. Di sicuro Adrien Brody si muove meglio ed è un personaggio più interessante della controparte tedesca, cosi come l'antagonista principale. Il finale è poco credibile, ma offre spunti di epilogo maggiori.

Film basato sull'interessante esperimento carcerario di Stanford condotto nel 1971 vòlto a determinare quanto sia importante il gruppo di appartenenza e quanto la componente individuale (morale). Un gruppo eterogeneo di individui, diviso in detenuti e guardie, è inserito in una prigione dove si dovrà mantenere l'ordine. Purtroppo il taglio americano che predilige la spettacolarità ha portato all'esagerazione della situazione, evidentemente inverosimile e incredibile (così come gli attori) nonostante l'agghiacciante risultato dell'esperimento.

La mancanza di idee genera film non necessariamente brutti ma inutili. E' il caso di questo remake di un film tedesco che viene realizzato partendo dalla medesima idea ma senza alcun contributo originale tranne quello di avere scelto due ottimi attori come protagonisti. La loro prova viene tuttavia vanificata da una sceneggiatura che tratteggia personaggi monodimensionali e da una regia colpevole di vistosi cali di ritmo che "sopiscono" oltre l'accettabile lo spettatore.

Infelice remake del più fortunato capostipite tedesco. La storia potrebbe fornire un buono spunto per riflessioni psicologiche e umanistiche, ma viene ridotta a un dozzinale film d'azione da situazioni poco credibili, ingiustificate e incoerenti. Detto questo il film è avvincente, il ritmo buono; se siete in vena di cibo fast food è il film che fa per voi.

Ridicola distorsione dello storico esperimento carcerario di Stanford a favore di una zuppa di luoghi comuni da rotocalco economico (repressione sessuale generatrice di violenza, repressione della omosessualità etc). Tale "Freud for dummies" è condotto sul filo dell'irrealtà psicologica per cui Brody (che sfoggia muscoletti da Scooby Doo) in un paio di giorni passa da figlio dei fiori a carnefice per ripassare di nuovo a Gandhi, così, in un fiat. Whitaker fa qualche espressione da Whitaker, ma non salva la pericolante baracca.