Significativamente il rocker canadese è tra i pochissimi suoi colleghi a non aver mai scritto libri, ma erano anni che tentava di fare un film: dopo un paio di esperimenti inediti l'occasione arrivò a seguito dell'omonimo (celeberrimo) album. Di backstage c'è molto poco: la performance dei druidi che allestiscono il palco viene diretta da Young come un rito misterico. La "ruggine non dorme mai" e il sound la gratta energicamente: verrà salutato come uno dei padri del punk, ma la vena acida lo conferma come superstite (l'unico) dell'era hippy.
MEMORABILE: Il coro "no rain" ripreso da Woodstock è chiarissimo: sono passati solo dieci anni ma sembrano cento.
Definito dalla rivista Rolling Stones uno dei migliori 500 album musicali di tutti i tempi, Rust never sleeps è anche un film che documenta al meglio (e con pochissimi interventi che non siano la semplice ripresa del concerto) l'esibizione live del cantautore canadese che si conferma oltre che un grande autore un eccellente performer dal vivo, adeguatamente supportato da un grande gruppo.
Nonostante lo apprezzi molto di più "in studio", il concerto in questione rappresenta sicuramente uno dei momenti più significativi del fantastico musicista canadese. Supportato da una band fenomenale, Young riprende con grande classe i suoi brani migliori e c'è anche qualche pezzo di "Comes a Time" (fra tutti "Lotta Love"). Unico appunto: Neil mi soddisfa molto di più con la chitarra acustica che con quella elettrica, in cui risulta leggermente "grezzo".
Sostanzialmente diviso in due parti: la prima nettamente folk che vede Young esibirsi da solo in versione unplugged con chitarra e armonica. La seconda più rock con l'artista canadese che si esibisce insieme ai Crazy Horse. Non un capolavoro, visti anche i mezzi dell'epoca; più che altro una sorta di testamento artistico lasciato a futura memoria per chi non ha avuto la possibilità di vivere la controcultura. Ultimissimi rigurgiti di movimento hippy (il concerto è del '78); c'è molto di autobiografico, nei testi delle canzoni presenti nel film.
Neil Young dimostra di essere un animale da palcoscenico, sia nei momenti intimisti sia nelle cavalcate elettriche qui supportate dai bravi Crazy Horse. Concerto memorabile e voce sempre in bilico tra lo struggente e il vigoroso. Si respirano ancora gli anni hippie, mentre poi sarà mentore del grunge. Instancabile.
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Questo è l'elenco dei brani del concerto al "Cow Palace" di San Francisco del 1978.
Sugar Mountain
I'm A Child
Comes A Time
After The Gold Rush
Thrasher
My My, Hey Hey (Out Of The Blue)
When You Dance I Can Really Love
The Loner
Welfare Mothers
The Needle And The Damage Done
Lotta Love
Sedan Delivery
Powderfinger
Cortez The Killer
Cinnamon Girl
Like A Hurricane
Hey Hey, My My (Into The Black)
Tonigh's The Night