Le riflessioni esistenzialiste sulla solitudine e la fugacità della vita che esortano a cogliere il carpe diem oraziano suonano certo scontate, ma Lattanzi sa esprimerle con una regia matura e fluida e nello stesso tempo aliena dalla pedanteria di molti corti d'autore. Non occorre nulla di sofisticato: bastano un sapiente utilizzo della macchina da presa (soggettive, panoramiche, primi piani) e delle locations (il contrasto tra la pace campestre e la frenesia cittadina) unito ad una controllata recitazione da parte degli attori.
Un ragazzo e una ragazza che girano pensosi e malinconici, e una futura madre che deve prendere la metropolitana: sono i personaggi di un cortometraggio che vorrebbe rappresentare la consapevolezza della caducità della vita e della necessità del dare valore a ogni attimo dell’esistenza. Intenzione più dichiarata che espressa, visto che il tutto affoga in una nebulosità verbale, vagamente allusiva, e in una piattezza cinematografica che, unita a interpretazioni attorali elementari, rende pesante l’operazione.
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Zender cliccando sul nome del regista non salta fuori Killing Birds! Nella scheda di quest'ultimo è stato "fuso" con quello di Massaccesi: bisognerebbe dividerli...
DiscussioneZender • 15/07/11 09:30 Capo scrivano - 47726 interventi
Non era questione di fusione Massaccesiana ma di un altro mistero del Programma, che ogni tanto mi fa riscrivere i nomi perché non gli piace come son stati scritti. Hal 9000 in confronto era un innocuo e servile PC da scrivania...