Opera prima di Weir che già definisce gli architrave della sua poetica - la sfiducia nel progresso tecnologico latore di un medioevo prossimo venturo; l'impulso sovversivo della gioventù; il legame misterico tra Natura e Cultura - nondimeno, ingenuità e approssimazioni del racconto sopravanzano le intuizioni figurative. L'anarchia tra generi, lo sguardo ironico, hanno una forza eversiva sintomatica di quella "nouvelle vague aussie" che avrebbe dato di lì a poco importanti segnali di stile. Memorabile la comunity freak alienata nell'outback australiano. Curioso, ma inferiore alle aspettative.
E' un poutporri interessante, l'opera di Weir, che attinge da vari temi horror e freak per rielaborare in salsa australiana una storia di una comunità locale anche inquietante che vediamo intenta a gestire da par suo il riciclo dei materiali ferrosi. Tanti personaggi che si completano ma non sono tutti disegnati benissimo a iniziare dal protagonista. Divertenti i vari rituali praticati dagli abitanti e sicuramente un gustoso antipasto per tutto quanto avverrà in Mad Max.
Peter Weir HA DIRETTO ANCHE...
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Mauro, ho visto che hai messo la locandina riportante il titolo "The cars that ate people" (alternativo a quello originale "The cars that ate Paris"). C'è un motivo? Perche in rete non è difficile trovare locandine con il titolo originale.
Tra l'altro ho letto che "The cars that ate people" ha un montaggio diverso, non autorizzato da Weir (qui il link: http://www.peterweircave.com/cars/differences.html )
Scusa Mauro. Sarà la centesima volta che te lo chiedo ma... continuo a vedere la vecchia locandina. So che c'è da schiacciare dei tasti per vedere quella nuova ma non ci riesco (ho provato con tutti gli F, anche schiacciando CTRL o SHIFT ma non succede nulla).
DiscussioneZender • 21/04/11 12:29 Capo scrivano - 47698 interventi
Eh eh, è sempre questione di cache. Basta che clicchi Ctrl+F5. Se ancora non te la vede clicca allora sul titolo ed entra nella scheda.
Il 20 settembre dovrebbe uscire (sempre per la RHV)un cofanetto dedicato a Peter Weir e contenente:
- Le macchine che distrussero Parigi (1974)
- The Plumber - L'uomo di stagno (1979)
- L'ultima onda (1977)
Zender, mi sembra improprio schedarlo come "commedia": anche se il taglio è ironico e grottesco si crea un'aspettativa che il film non può certo soddisfare... Credo lo si possa collocare nel "thriller" (di orrorifico ha certe atmosfere e i temi, ma non la sostanza) oppure nel più ampio contenitore del "drammatico".
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Ultimo spettacolo: inediti illustri", venerdì 17 aprile 1987) di Le macchine che distrussero Parigi: