Spassosa riproposizione in chiave di parodia di un Grindhouse anni '70, sulla scia dei lavori di Tarantino e Rodriguez. Molto divertente ma carente di sangue, si scatena letteralmente nell'ultima mezz'ora, quando tocca punte di trash veramente notevoli. A qualcuno il film potrà apparire eccessivo a causa della iper-retorica legata alla blaxploitation, la confezione rimane perfetta, forse non tutti lo apprezzeranno.
Parodia di film che già lo erano più o meno involontariamente. E bisogna dire che l'operazione riesce, toccando i tasti giusti e proponendo personaggi ultracaricaturali, che ne sparano di tutti i colori (la riunione dei papponi; L'assurdo ragionamento di gruppo per arrivare alla verità), intrattenendo lo spettatore con pensieri e gesta a dir poco esagerati. Il protagonista è ben calato nella parte; e chi gli ruota attorno (papponi, prostitute, amici e nemici) svolge bene il proprio compito. Nota di merito per il cattivo maestro cinese, che lancia gli oggetti con angoli pazzeschi. Riuscito.
MEMORABILE: Dynamite ricorda il Vietnam: "Prima di morire, quel piccolo muso giallo mi disse qualcosa in cinese come un cartone animato di merda"; I liquoreffetti
Mi dispiace dover bocciare questo simpatico omaggio/parodia della blaxploitation, ma se è innegabile la cura profusa nel ricreare le atmosfere seventies è altrettanto vero che la sceneggiatura non regge proprio 90 minuti. Troppe le gag che non funzionano, perchè troppo tirate per le lunghe o semplicemente perchè brutte (tutti i monologhi di Black Dynamite, insopportabili). Le potenzialità c'erano, ma così com'è finisce con l'annoiare anche i più bendisposti.
Gustoso omaggio alla blaxploitation anni '70, ricrea le atmosfere del periodo con successo grazie ad attori dal look azzeccato, dialoghi scritti nello slang nero di quegli anni, una ricostruzione d'epoca ben fatta (bella la ost funky), nonché montaggio e fotografia reminescenti dei classici del genere senza ricorrere ai soliti trucchetti di editing come le spuntinature da grindhouse. Il film si muove sull'orlo della parodia ma senza distanziarsi troppo dai modelli o scadere nel comico tout-court, anche se l'ultima parte cede a qualche modernismo visivo che tradisce l'origine recente.
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