Mi dispiace.
Che possa
riposare in pace.
Mario Caiano ha diretto dei buoni e solidi western ma affermare che sia stato
un "capostipite" del western all'italiana, come si legge qua e là, secondo me,
è un falso storico. Dicendo ciò non credo di offenderne la memoria, che merita
il più grande rispetto.
Nel 1963-64 si viveva
il primo periodo di crisi del cinema italiano dal dopoguerra...Il numero dei biglietti venduti stava riducendosi per effetto della concorrenza della TV (anche se erano nell'ordine
di 6-700 milioni all'anno...Una pacchia in prospettiva odierna….)
Nell'ambiente cinematografico si cercavano
febbrilmente nuove strade...Il genere peplum
era agli sgoccioli e se ne cercava uno nuovo che lo sostituisse
nei favori del pubblico. La commedia all'italiana non avrebbe, da sola, potuto reggere
il sistema produttivo di Cinecittà, Totò era in declino e Franco e Ciccio più di…
10 film all'anno non potevano fare….
Occorreva
un colpo d’ala.
Nessuno avrebbe immaginato che il nuovo genere fosse il…western, uno dei generi
più vecchi e sfruttati da quando il cinema è venuto alla luce.
Diciamo che il film
Le Pistole non discutono di Caiano è derivativo del western classico e diciamo subito che senza il contemporaneo
Per un pugno di dollari di Leone
sarebbe subito finito nell'anonimato avendo fatto, tra l’altro, un incasso normale. A quest’ora nessuno parlerebbe
di capostipite se non ci fosse stato
l’altro film di Leone.
Sergio Leone è, dunque,
l'unico "capostipite", del western all'italiana. L'ha inventato lui
da solo.
Gli altri si sono solo
diligentemente accodati.
Va da sé che
gli altri registi avrebbero offerto, affrontando il western all'italiana, il loro personale contributo
di creatività e fantasia (in primis Corbucci, Tessari, Valerii, Sollima ma anche Ferroni, Garrone lo stesso Caiano…) ma sempre
all'interno del solco tracciato da Leone.
Per i “western”
di Clucher e Zingarelli andrebbe fatto un discorso a parte...
Ultima modifica: 23/09/15 03:40 da
Graf