The grandmother - Corto (1970)

Primo film di spessore di David Lynch, pittore folgorato dalla possibilità di "dipingere" immagini in movimento. Ed in effetti in quest'opera già intrisa della sua poetica visionaria molte scene sono composte con qualità pittoriche, a cui si unisce una cura maniacale per la trama sonora. Un bildungsroman molto sui generis in cui coesistono in equilibrio precario illuminazione, straniamento, perversione e realizzazione di se attraverso i sentimenti e la conoscenza. Bellissimo.

Fa la pipì a letto, i genitori lo maltrattano violentemente e allora lui pianta un seme da cui nasce una nonna buona. L'infanzia infelice nelle mani di Lynch diventa un vero incubo, pauroso e agghiacciante, dove sul letto compaiono macchie gialle sempre più grande e dove gli adulti hanno un ghigno demoniaco. Un vero abisso di dolore fustigato da una visionarietà kafkiana che mescola i volti stuccati di biacca con i disegni animati naif dello stesso regista altrettanto inquietanti. Una tristezza infinita dilagante...

L'opera di Lynch alla quale sono più legato e che contiene in sé tutta la sua poetica condensata in poco più di mezz'ora. Pur essendo evidentissima l'influenza di Frans Zwartjes, sia a livello visuale che sonoro, lo stile di Lynch rimane unico ed entusiasmante: bianco e nero, colore, stop-motion, cartone animato, surrealismo, avanguardia, il tutto intriso di un'angoscia primordiale, cupa e assordante. Un lavoro di una potenza espressiva difficilmente eguagliabile, se non dallo stesso Lynch.

Discorso sull'orrore del cinema, sull'errore della famiglia foriero di perfezione estetica e perversione estatica. Lynchaggio a colpi di forma fuggitiva e segni incerti, ove due meno cumulativi formano l'uguale a tutto ciò che vuoi/credi. O un più (o meno). O rotaie per un binario morto d'ogni codice. Un più che scapriola diventando per. Materia pura senza concetto (quanto Bacon!), dopo averci detto che ferita metafisica è l'alfabeto, Lynch sporca i panni puliti della famiglia (l'umanità, tutta); parlando di terra ce la leva da sotto i piedi, inumando di brividissimi e Meraviglia.