Palma d'oro "buiesca" per il
miglior film visto nel 2019
Perchè la sua visceralità travolge come un treno in corsa, perchè i selvaggi e inumani pestaggi ai danni di Jessica Alba e di Kate Hudson fanno un male cane e rimangono negli occhi e nei nervi per molto tempo, non andandosene più via.
Morbosissimo e malatissimo noir andato in acido, vademecum infernale sulla devastazione della mente umana (Casey Affleck, luciferinamente immenso, è l'incanalazione della brutalità e della follia maschile, che esplode furente in momenti davvero insostenibili), dalle atmosfere torbidissime di un pulp irrancidito.
Eppoi momenti di accecante bellezza visiva (il delirante finale fiammeggiante e inaspettato, con quell'esplosione surreale che lo apparenta a quello di
Fight Club) e schegge di impurità perversa (lo stupro della bambina in macchina, la baby sitter sadomasochista e pedofila con le chiappe in fiamme, sdraiata di pancia sul letto. Flashback tanto immorali quanto destabilizzanti, che aggiungono al film quell'alone melmoso che resta appiccicato addosso).
Witterbottom (autore che aveva imbroccato solo un film,
Butterfly Kiss) si aggiudica la palma d'oro annuale vincendo sul favorito George Clooney di
Suburbicon (altra perla di rara cattiveria e disagio nella provincia americana) realizzando uno dei film più intensi e dolorosi degli ultimi dieci anni. E grazie a questo diamante grezzo nerissimo ho recuperato pure la versione del 1976 (che non ha, però, la stessa forza dirompente).
Grandissimo cinema, indissolubilmente buiesco fino al midollo.