Rebecca Miller, figlia di Arthur Miller e della fotografa Inge Morath (figlia d'arte quindi) prima scrive questo romanzo e poi ne fa un film che dirige con bravura. Pippa Lee si ritrova, a metà della sua vita, a volersi conoscere veramente ed inizia così a ricordare il suo passato. Flashback che si alternano al presente mostrano diverse Pippa Lee, ma sempre una donna che aspira alla libertà e all'indipendenza, passando attraverso esperienze le più diverse. Notevole cast, che recita con bravura, ottima sceneggiatura, colonna sonora appropriata.
Pippa è una bella donna matura che parrebbe aver avuto tutto dalla vita, ma dietro la superficie di perfetta padrona di casa, moglie e madre si celano ricordi dolorosi, rimpianti, malinconie... Ritratto di una donna fragile e forte nello stesso tempo, tracciato con mano delicata, sottilmente ironica, anche nei momenti più drammatici (il rapporto con la madre iperattiva e depressa, quello conflittuale con la figlia), ottimamente interpretato da Wright, attorniata da un cast prestigioso con Arkin sugli scudi, mentre Reeves convince meno.
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Rebecca Miller dirige un film tratto da un suo romanzo che ci consegna un bel ritratto femminile, una donna che giunge ad un bivio della propria esistenza, in cerca di nuove motivazioni di vita. La interpreta egregiamente Robin Wright in un film che ha il suo punto di forza in dialoghi e sceneggiatura, oltre che nelle buone interpretazioni di tutto il cast, con speciale menzione per il bravissimo Alan Arkin che interpreta lo stesso personaggio in età diverse essendo sempre credibile.
Buon film sorretto da una efficace sceneggiatura che riesce ad allacciare spunti leggeri e meno leggeri nella giusta misura e per tutta la durata. In questo modo non diventa pesante né troppo stereotipato, pur mantenendo una certa presa su chi guarda e un suo stile di racconto. Alcuni nomi forti del cast hanno parti ridottissime (dalla Moore alla Rider) mentre la Wright e Arkin sanno destreggiarsi bene.
Filo conduttore di questa commedia è il passaggio da madre in figlia, di inquietudini, nevrosi ma anche di senso di indipendenza e autoaffermazione. Pippa, in età già matura improvvisamente, sente il peso di un passato che l'ha costretta in ruoli inautentici e cerca un possibile riscatto nei confronti di marito, figli e l'ambiente che avverte come esaurito. Nonostante la fluidità del racconto, che alterna passato e presente e qualche tratto ironico, si nota una certa meccanicità che enfatizza i troppi luoghi comuni di una certa classe sociale.
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