T-Men contro i fuorilegge - Film (1947)

Ottimo noir appartenente al filone la legge vs il crimine. L'indagine su un gruppo di falsari, con tanto di agenti sotto copertura, è intrigante e raggiunge una buona tensione soprattutto nel finale. Squisitamente chiaroscurale, come vuole il genere, la fotografia. Fastidiosa, datata e fuori luogo la voce fuori campo. Realizzato con la collaborazione del dicastero del tesoro.

Prima di passare alla RKO, Mann gira alcuni film con la piccola Eagle-Lion. T-Men è uno di quelli. È un classico esempio della tendenza "realistica" del genere, ibrido di noir e documentario, con molte curiosità (l'introduzione del vero capo dei T-Men nonchè membro della task-force contro Al Capone). Nel complesso, il film è reso datato da un'invadente e pedante voce over e il vero motivo d'interesse sta nel buon cast e nella splendida fotografia di John Alton, maestro nel creare volumi e profondità con un fascio di luce. Per appassionati.

Due agenti del Dipartimento del Tesoro si infiltrano in un'organizzazione che spaccia banconote false. Gravi rischi li attendono. Buon successo al botteghino per questo poliziesco di stampo documentaristico che, a dispetto di un budget striminzito, vanta una buona confezione (fotografia di John Alton) e un cast assolutamente dignitoso. Assenti quelle ambiguità e sfumature tipiche dei migliori noir (spietati i cattivi, senza macchia e senza paura i buoni) e la voce narrante risulta piuttosto invadente e retorica, ma il ritmo è abbastanza vivace e non mancano i momenti di tensione.

Facendosi passare come gli unici superstiti  di una banda criminale estinta, due agenti del Tesoro si infiltrano in un giro di falsari, correndo grossi rischi... Noir d'impronta semi-documentaria con molti meriti, purtroppo penalizzati da un grosso handicap: il ritmo serrato, la buona fotografia, la colonna sonora incalzante ed un cast senza divi ma con bravi attori renderebbero lo spettacolo avvincente se la tensione non fosse spesso spezzata dalla voce off, didascalica in maniera pomposa e pedante. Peccato non poterla zittire, perché quando tace il film ci guadagna non poco.