Razorback - Oltre l'urlo del demonio - Film (1984)

Razorback - Oltre l'urlo del demonio
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il razorback è un cinghialone di forza spropositata, capace persino di tranciare una casa in due e di trascinarsela dietro (è uno dei pochi buoni momenti del film); insomma, un nuovo mostro da affiancare ai vari squali, coccodrilli giganti, toponi e via dicendo. Oddio, assistendo al modo con cui Mulcahy ce lo fa vedere (poco) e a giudicare dalle bave che ne impiastrano le fauci ricorda più l’ALIEN di Giger, ma tant’è... Solitamente la critica tende ad essere indulgente nei confronti di RAZORBACK esaltandone la fotografia, magnificando gli insoliti paesaggi australiani (siamo dalle parti di Sydney) e la qualità indubbia di alcune riprese. Tutto...Leggi tutto vero, ma il film in sé vale poco: la storia è insulsa, la tensione non esiste, il ritmo è lento, il cast anonimo, il cinghialone si mostra solo nel finale (dopo averci deliziato con veloci primi piani del muso in un paio di occasioni) e non riusciamo a intuirne bene le proporzioni. Mulcahy infatti preferisce soffermarsi su cinghialini di poco conto che scorrazzano in ogni inquadratura. I dialoghi sono mediocri, le soggettive del mostro sembrano messe lì giusto per buttare l'idea nel mucchio, incongruenze e ingenuità si sprecano. Di buono c'è che mancano le urla, le grida vendicative, la volgarità gratuita, il sensazionalismo forzato degli horror americani.

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Undying 26/06/08 19:04 - 3807 commenti

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Curioso prodotto, ascrivibile al genere "animali assassini", che si sviluppa in uno splendido paesaggio naturale (è girato in Australia). Pur essendo, in sostanza, una riproposizione del più riuscito (e celebre) Sfida a White Buffalo (1977), il film riesce ad oscurare la pochezza di budget (riscontrabile negli scarsi effetti speciali) grazie ad un sapiente uso delle luci e ad una regia dinamica e ritmata.

Patrick78 14/01/09 17:34 - 357 commenti

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Altro esempio di Ozploitation. Questa volta il canovaccio è quello di film molto più noti come Lo squalo. Il classico tema della lotta dell'uomo contro la Natura viene qui portato agli eccessi classici del cinema australiano che ancora una volta si conferma di qualità più che buona. Molte scene abbastanza scioccanti, anche se il temuto Razorback (un cinghiale gigante) lo si vede per pochi minuti sullo schermo. Funzionale e determinante ai fini del successo della pellicola lo scenario del deserto australiano ed un paio di personaggi-freaks. Animalesco.
MEMORABILE: Il razorback che si trascina dietro la parete di una casa.

Puppigallo 6/03/09 11:28 - 5258 commenti

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Il mega cinghiale corazzato (i normali proiettili gli fanno il solletico) mancava. Peccato però che sia proprio il gigasuino a vedersi poco, a parte il capoccione con zanne. Il resto del film è più che altro una sorta di documentario sui buzzurri del luogo (Gamulla, in Australia) che passano la loro vita a bere e a sparare e scuoiare canguri e cinghiali, corazzati e non. Diciamo che, in un cortometraggio, ci poteva anche stare, ma qui il brodo risulta annacquato, nonostante qualche sequenza interessante e un utilizzo particolare dei colori notturni. Si nota comunque un certo mestiere.
MEMORABILE: "Cosa cacciate in Canada?" domanda il buzzurro australiano. "Cervi". E lui: "Cervi? Che roba è?"; Il mega cinghiale si porta via mezza casa.

Herrkinski 28/11/10 02:25 - 8072 commenti

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La storia in sè, pienamente riconducibile all'allora fiorente filone degli animali assassini, è poca cosa. A rendere un buon prodotto il film di Mulcahy sono la sua buona mano dietro la mdp, fotografia e luci a dir poco suggestive, la bellezza dell'outback australiano e le buone musiche; anche gli SPFX e gli interpreti tutto sommato sono sopra la media (peccato solo per il mediocre doppiaggio italiano). Insomma, tra i vari Ozploitation del periodo questo si guadagna quasi la palma di serie A; oltretutto è invecchiato benissimo. Buono.

Greymouser 15/05/11 14:37 - 1458 commenti

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Non è da buttare questo singolare beast-movie del discontinuo Mulcahy, soprattutto tenendo conto del budget non eccelso che il regista aveva a disposizione. Gli effetti speciali molto spartani sono compensati da una regia lucida nel valorizzare tutti gli aspetti della trama e delle situazioni, e soprattutto la tenebrosità del mega-cinghiale, sicchè non si resta delusi, nel complesso, anche perchè il genere degli animali assassini non è certo ricco di perle preziose...

Tomastich 7/04/12 10:30 - 1255 commenti

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Arrivano i cinghiali! Sotto questa battuta c'è veramente un film con le scatole quadrate: imponenti ambientazioni, sangue che gronda da tutte le parti, attori che sembrano realmente "fatti". Anche il mega facocero è creato bene, nonostante il film non abbia effetti da Hollywood. Sottovalutatissimo!

Ducaspezzi 12/10/12 23:18 - 222 commenti

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Un mastodontico suinide semina il panico, innanzitutto, nella vita privata di un brav'uomo che avrà un gran daffare per convincere gli altri membri della piccola comunità australiana ove si svolgono i fatti, dell'esistenza del furioso animale. Film di genere a cui non si può chiedere più di ciò che dà: qualche sprazzo ben pennellato di una calda fotografia che valorizza i predominanti esterni, qualche graziosa ideuzza di montaggio che dona un tocco alla confezione ed un bel blu notturno. Cose che un po' mediano fra noi e qualche intoppo logico.
MEMORABILE: Quei due truzzi carnezzieri, che vedrei bene come aspiranti apprendisti presso certe famiglie sballate la cui... porta di casa non andrebbe mai aperta!

Werebadger 19/01/14 01:03 - 270 commenti

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Interessante "animal killers" incentrato sulle vicende di un gigantesco e famelico cinghiale che semina il terrore per il deserto australiano. Opera prima del papà di Highlander, soprendentemente visionario e suggestivo nelle bellissime ambientazioni selvagge e nel girato dl retrogusto "onirico". Debitore dello Squalo, ma anche e perfino di film come Cane di paglia (gli odiosi e rozzissimi "rednecks"). Il razorback è assai ben realizzato, nonostante lo si veda relativamente poco. Consigliato.
MEMORABILE: Il mostruoso cinghialone che corre come un treno, abbatte muri come se fossero di carta ed è invulnerabile alle pallottole.

Myvincent 21/01/15 08:52 - 3726 commenti

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Non il solito filmetto sulle bestie assassine, ma un piatto alquanto più ricco, dove gli elementi farseschi (che sfiorano spesso il grottesco) si coniugano con quelli francamente horror, sparsi qui e là nella sceneggiatura. Il super-facocero mostruoso si vede poco ma fa paura lo stesso, coi suoi grugniti infernali e il suo potere distruttivo. Ci si diverte alla grande!

Jena 14/11/15 20:27 - 1550 commenti

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Non mi ha molto convinto. Il deserto australiano è sempre molto suggestivo e qui è anche ben ripreso, con una impostazione forse un tantino videoclippara ma comunque intrigante. Ma non si capisce mai che direzione si voglia prendere: quella dello spietato eco vengeance o quella del demenziale. Il mostro in realtà compare poco e ci si concentra più che altro sulla stupidità umana, ma il film sembra andare avanti a fatica. Mulcahy dopo questo farà Highlander, poi non azzeccherà più un film che sia uno...

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Rebis 10/08/16 20:00 - 2331 commenti

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Più che il Razorback, lungamente atteso e rabberciato al montaggio, è l'outback australiano a imperversare nel film di Mulcahy, un paesaggio inospitale che un'umanità reietta cerca di assoggettare: con uno stile lisergico e subliminale - all'epoca si disse videoclippato - che nutre l'eleganza della forma astraendo dalla grettezza contestuale, il film chiosa la topica aussie di natura contro cultura. L'effetto è straniante, allucinatorio, sostenuto da un andamento aritmico e dalle saturazioni cromatiche di Dean Semler. L'immaginario post atomico di George Miller, aveva già fatto scuola.

Gabigol 23/03/17 13:42 - 571 commenti

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Ottimo B-movie che ha dalla sua una suggestiva fotografia, alcune soundtrack davvero indovinate e un montaggio che valorizza pienamente i due aspetti tecnici precedenti. La leggenda del razorback, cinghiale gigante e poco mansueto, scivola con naturalezza nello straniante e onirico paesaggio australiano (merito di una regia di mestiere), garantendo una visione che a più riprese colpisce nel segno. Unico limite è il contenuto risicato narrato, il quale non copre i novanta minuti e scarica il film alla distanza.
MEMORABILE: Il cinghiale che sfonda la casa manco fosse un autotreno.

Darkknight 22/10/17 14:01 - 353 commenti

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In un'Australia selvaggia e popolata da sadici squinternati alla Mad Max, un duello tra uomo e natura sulla scia de Lo squalo si incrocia con la storia di un cittadino disperso in una terra di nessuno in balìa di criminali (in anticipo su The hitcher). Il videoclipparo Mulcahy frulla il tutto con colori sgargianti, montaggio adrenalico e inquadrature originali. Come abbia fatto a finire nel dimenticatoio è un mistero. Rock'n'roll!
MEMORABILE: Il vagabondare del protagonista nel deserto con colori acidi alla 2001 e miraggi di carcasse che spuntano da terra.

Marcolino1 1/07/19 15:20 - 553 commenti

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Il titolo italiano come assonanza vocalico-consonantica anticipa Mad Max oltre la sfera del tuono e anche come ambientazioni post-apocalittiche unite a blande tematiche ambientaliste, non imboccando però una strada precisa e restando in un bivio incerto e indefinito. Un'indugio più prolungato sulle invitanti scenografie surreali e sulle variazioni cromatiche paesaggistiche, di misera durata, avrebbe giovato; l'amalgama insapore commercial-dozzinale sommerge tutto, non facendo emergere i pochi elementi stilistici degni di nota.
MEMORABILE: La mutazione subliminale del volto della ragazza in cinghiale: solo pochi attimi, da far balzare dalla poltrona!

Daniela 3/07/19 02:13 - 12621 commenti

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Un gigantesco cinghiale irrompe nella casa di un cacciatore, uccidendone il nipotino. Solo testimone del fatto, il vecchio viene ritenuto pazzo ma non si rassegna... Nell'allora fiorente filone degli animali assassini, questo bestione corazzato riesce a conquistare un suo posticino dignitoso, non grazie alla sceneggiatura che è piuttosto rozza ma per il buon mestiere registico, evidente soprattutto in certe sequenze notturne, unitamente alla bella ambientazione nell'outback australiano. Il mostro si vede molto poco ma è meglio così.

Anthonyvm 25/11/19 14:35 - 5637 commenti

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Atipico, non solo perché nel vasto panorama dell'animal horror quella dei suini assassini è una categoria poco gettonata, ma anche perché Mulcahy interpreta il genere a modo suo, mescolando rape and revenge ai classici cliché avventurosi e puntellando il tutto con stralci surrealisti da videoclip bizzarramente intriganti. Visivamente lodevole (l'eccelsa fotografia rende giustizia al fascinoso outback australiano), ottime musiche, un po' carenti gli SFX e il cast (con over-reaction che aggiungono occasionali punte di trash). Si fa ricordare.
MEMORABILE: I due macellai bifolchi con camioncino à la Non aprite quella porta; L'attacco del razorback all'auto della reporter; Gli incantevoli trip onirici.

Trivex 5/03/21 10:25 - 1740 commenti

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I colori intensi della natura d’Australia sono ben rappresentati e fotografati, per acuire ulteriormente il senso della minaccia incombente. Il contesto ambientale e sociale è uno spaccato tosto e a volte crudele, con la natura che più che predatrice appare predata dal più pericoloso dei predatori: l’essere umano. La storia in se stessa è poca cosa e si salva solo la suspense, palpabile e diffusa; mentre la vicenda parallela, con i due psicopatici abitanti “delle caverne”, non fornisce alcun valore aggiunto complessivo. Tirando le somme, non si va oltre la mediocrità.
MEMORABILE: Il finale, dentro la "macelleria".

Minitina80 15/02/22 19:01 - 2980 commenti

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Sorprende che un film del genere si adorni di un abito tanto luccicante, fatto di una fotografia abbagliante di estesi paesaggi australiani e luci dai colori saturi. Peccato, però, che le pellicole sugli animali assassini siano abbastanza convenzionali e non lascino spazio a spunti originali. Ciò nonostante, la regia manda segnali importanti e trasmette, almeno in parte, momenti di buona tensione. La creatura si vede poco, forse per limiti economici che non hanno permesso di andare oltre, ma in una visione d’insieme quasi tutto riesce ad avere un senso cinematografico.
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  • Discussione Zender • 27/06/17 17:44
    Capo scrivano - 7794 interventi
    Incuriosito dall'incipit del preistorico papiro del Marcel ho cercato i titoli di testa del film e devo dire che in effetti i titolo parrebbe essere proprio RAZORBAGK, colla G (minuto 2.57). Stranissimo:

    https://www.youtube.com/watch?v=b2tt_X5OZ6U

    Ultima modifica: 27/06/17 19:44 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 27/06/17 18:11
    Consigliere - 25933 interventi
    Curiosa sta' cosa, mai sentito prima il titolo con la G al posto della C

    Non sarà un nome alternativo per indicare il cinghialone assassino? Oppure un curioso errore della titolatrice?
  • Discussione Rebis • 27/06/17 21:21
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ma no, quelle è una C, solo che l'effetto corrosivo la fa sembrare una G... guarda anche la differenza tra la prima e la seconda A... altrimenti il nome non avrebbe senso :D
    Ultima modifica: 27/06/17 21:22 da Rebis
  • Discussione Buiomega71 • 27/06/17 21:35
    Consigliere - 25933 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Ma no, quelle è una C, solo che l'effetto corrosivo la fa sembrare una G... guarda anche la differenza tra la prima e la seconda A... altrimenti il nome non avrebbe senso :D

    E quello che penso anch'io, anche perchè RAZORBAGK non ha alcun senso...Sarebbe da togliere nelle note a questo punto
  • Discussione Zender • 28/06/17 07:48
    Capo scrivano - 7794 interventi
    Ahah, hai ragione Rebis, non ci avevo pensato in effetti! E' sicuramente così, vado a modificare il papiro, è solo una specie di illusione ottica. Viene solo da pensare una cosa: ma la G allora con questo carattere come l'avrebbero fatta? Lo spazio per la rientranza non c'è...
    Ultima modifica: 28/06/17 07:51 da Zender
  • Discussione Caesars • 28/06/17 12:31
    Scrivano - 16799 interventi
    Ho guardato il filmato al link indicato da Zender.
    A me pare un errore del titolo. Sembra proprio una G, non una C.

    Ultima modifica: 28/06/17 13:37 da Caesars
  • Discussione Zender • 28/06/17 14:45
    Capo scrivano - 7794 interventi
    Sì, avevo già messo io l'immagine qui sopra, Caesars :) Però a veder bene effettivamente basta pensare che una delle macchie dell'effetto corrosione vada a finire nel punto dove si vede e la C diventa G. Sono convintissimo che sia appunto un effetto messo nel "punto sbagliato" :)
  • Discussione Caesars • 28/06/17 15:13
    Scrivano - 16799 interventi
    Zender,
    avevo visto la tua immagine. Ne ho messo un'altra perchè aveva zoom maggiore e si vedeva meglio la C (o G). Solo per questo motivo.
    L'ipotesi "effetto corrosione" non mi convince appieno, perchè nelle altre lettere si manifesta come mancanza mi materiale e non capisco come una C possa diventare G.
    Comunque stiamo parlando di una sottigliezza. Il titolo è sicuramente "Razorback" non certo "Razorbagk".
  • Discussione Zender • 28/06/17 18:16
    Capo scrivano - 7794 interventi
    Ah ok, non avevo capito, credevo non l'avessi visto scusa. Da grafico però ti confermo che è lo stesso effetto che c'è nella A: sono macchie nere che danno l'effetto corrosione, messe un po' dove capita. Se infatti la togli Una G fatta in quel modo sarebbe una schifezza, graficamente parlando, sballata proprio. Semplicemente non ci avevo pensato (ed essendo grafico è ben più grave che non me ne sia accorto io che te, credimi :)
  • Discussione Caesars • 29/06/17 07:19
    Scrivano - 16799 interventi
    In effetti ora vedo anch'io che è una C von effetto corrosione. Boh, prima mi sembrava proprio una G.