La schivata - Film (2003)

La spontaneità per Kachiche non è solo questione di camera a mano e improvvisazione, è l'atto puro che sancisce l'identità dell'individuo, che lo affranca, lo libera dalle coercizioni sociali, familiari, da quelle che ciascuno si auto impone. Per questo il teatro diventa il luogo formativo paradigmatico, perché nei testi scritti c'è una possibilità nuova di accedere al reale; e il suo cinema, che insegue discreto e partecipe il dischiudersi degli atti individuali e collettivi, è a sua volta libero, cristallino, calibrato nell'intercettare inattesi scorci, parallelismi e sinergie. Emozionante.

Originale sguardo sulle banlieu e sull'adolescenza, che mette in connessione stretta i meccanismi sociali e amorosi di Marivaux (di cui si prepara una recita scolastica) con le schermaglie tra ragazzi. L'eccellente verismo della storia, dei fittissimi dialoghi, dei personaggi, dell'ambiente mostra come "l'amore e il caso" della commedia governino anche gli inconsapevoli ragazzi d'oggi e come le trame relazionali nascondano una profonda teatralità classica. Bel film con piglio quasi documentaristico, senza moralismi o sociologismi. Intrigante.

La gioventù multietnica delle banlieu francesi è periferica in tutti i sensi e forse di poche speranze, ma le cose belle come amore ed arte hanno la forza di fiorire anche in mezzo ai palazzoni grigi. L’incontro tra teatro e gioventù urbana d’oggi colpisce nel segno: peccato per certi dialoghi così esasperatamente realistici da ottenere l’effetto opposto, ovverosia di risultare artefatti nella loro ripetitività.

Buon film di Abdlel Kechiche che con grande realismo rappresenta uno spaccato di periferia metropolitana a maggioranza maghrebina nel quale si muovono personaggi ben caratterizzati dalla sceneggiatura. Teatro e vita vissuta in continua alternanza in un film realizzato con tecnica quasi documentaristica ed interpretato da un ottimo gruppo di attori, in gran parte non professionisti.

Durante le prove di una recita un ragazzo proverà attrazione per l'attrice protagonista. Cinema di periferie, di adolescenti che fanno gli adulti, con la commedia di Marivaux a paragone. Kechiche racconta nei particolari i sentimentalismi di storielle d'amore e il clima verbalmente rissoso del gruppo maghrebino. Conclusione che evapora come ovvia conseguenza della leggerezza dei temi affrontati, come il giusto ritratto dell'età rappresentata. Meno bene l'intervento della polizia, troppo acceso per la circostanza.

Per stare vicino alla ragazza di cui si è innamorato, l'ombroso Krimo si unisce al gruppo teatrale scolastico di cui lei fa parte, impegnato nelle prove per la messa in scena di una commedia d Marivaux... Spaccato di una realtà giovanilein una anonima banlieu multi-etnica, ha il pregio della naturalezza con cui i giovani attori si calano nei rispettivi ruoli e il difetto di una certa sovraeccitazione dei dialoghi che talvolta sfocia nella gratuità polemica: non a caso il personaggio più convincente è quello del protagonista,  adolescente schivo in cerca delle parole giuste.