Durante la II guerra mondiale un podestà (con figli fascisti e figlio reduce) si affretta a cambiare partito quando vede che la guerra sta per essere perduta. Una simpatica commedia, sempre in bilico fra farsa e serietà, con qualche calo di ritmo e attenzione quando sono in scena i giovani (innamorati ovviamente!). Ottimi Carotenuto e Tieri, simpatico Croccolo, in parte il resto del cast. Buono.
Accettabile commedia, retta da Carotenuto (ottimo come sempre) e da qualche bravo caratterista (Tieri e la Morana su tutti). Faticosa la vicenda amorosa fra Antonini e la Guida (Wandisa, ovviamente), non azzeccatissimo il personaggio canterino di Aura D'Angelo. Inconsueta, per l'epoca, la considerazione della coerenza del gerarca di Bologna. L'inizio è la cosa migliore. Si lascia guardare: **
La Romana Film, specializzata in melodrammi e film avventurosi, tenta la strada della commedia affidandosi a "seconde file" di lusso come Mario Carotenuto (qui bravissimo), Carlo Croccolo e Aroldo Tieri. Divertente la presa in giro dei cambiamenti "repentini" che combinazione si verificano proprio quando la guerra voluta dal fascismo si avvia verso la sconfitta. Le parti romantiche sono invece pesanti.
Che un film possa essere senza pretese è cosa abbastanza comune, ma che non tenti nemmeno di trovare una strada dignitosa è affare più grave. Partendo da una frusta satira al fascismo, scivola nella commedia rosa/musicarella un po’ troppo yé-yé per gli anni '40. Non si ride, non si riflette, non ci si commuove; tutto scorre trasmettendo una costante sensazione di sommaria improvvisazione, nonostante un cast dalle potenzialità ben superiori. Si cade nel baratro quando la partigiana Libera (Aura D’Angelo) porta ai compagni sulle montagne un giradischi con il suo ultimo successo.
Satira piuttosto bonaria sull’opportunismo e sul trasformismo mostrato da molti italiani alla caduta del fascismo nella quale assurge a protagonista l’ottimo Carotenuto, perfetto nei panni di un tronfio podestà, spalleggiato da Tieri (un po’ in ombra), Croccolo (simpatico, ma ripetitivo e con battute dalla qualità discontinua) e Tedeschi. Nel complesso brioso e divertente, pur annacquato da un intreccio sentimentale che si fa invadente nella seconda parte, con alcuni passaggi dai risvolti drammatici inattesi e tutt’altro che disprezzabili.
MEMORABILE: Carotenuto: “Reduce: una parola così azzeccata! Re-Duce, c’è tutta la patria!”; L’ampolloso comizio di Carotenuto e Tedeschi.
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veramente una robetta da 4 soldi interessanti le location per chi come me vive in zona sto' cercando di capire la grotta dove si rifugiano i partigiani quale potrebbe essere