Il tesoro della foresta pietrificata - Film (1965)

Film del genere oggi si fanno solo con chili di inutile computer-grafica, musiche martellanti e guerrieri palestrati che si combattono a colpi di kung-fu. Io personalmente non disdegno queste avventure vecchio stampo, dalla regia pulita e ordinata, dove buoni e cattivi sono in lotta senza troppe "menate". Certo non si può parlare di grande cinema, ma chi cerca un paio d'ore di intrattenimento dal gusto vintage non resterà deluso.

"La Cavalcata delle Valchirie" di Wagner apre le marziali danze dei Vichinghi, che aspirano ad impadronirsi della spada d'oro e del tesoro dei Nibelunghi. Un film di avventura convenzionale in duelli, torture, scene di massa e amori, che reca il marchio di fabbrica del cinema nostrano nei mirabili cromatismi notturni (la fotografia baviana è di Mario Parapetti) della foresta pietrificata. L'esile Peyer è un inadatto protagonista, cui si contrappone un Mitchell più belluino e sghignazzante che mai, giustamente accreditato come primo nome nei titoli di testa.

Imbarazzante pellicola avventurosa in cui Vichinghi e Nibelunghi se le danno di santa ragione (spesso in combattimenti ridicoli), con un protagonista tra l'imbalsamato e l'inespressivo, che però strapperà involontari sorrisi (quando lascia la mano dell'amico appena spirato ha la classica espressione di quello che pensa "Che schifo, un morto"). Una nota di "merito", però, va anche alle Valchirie, qui più propense a non fare assolutamente nulla, con scuse varie. A completare poi il quadro ci pensa il boss dei Nibelunghi, con improvvisi attacchi di ridarella. Filmaccio, che però può divertire.

I Nibelunghi sono buoni, i vichinghi invece cattivi. E nel film fratelli e sorelle si odiano profondamente. In palio la magica spada. Divertente, con le caratterizzazioni tipiche dell'epoca (Mitchell cattivissimo e sghignazzante, Ceccarelli pelati ma con un ciuffo da mohicano...) e la foresta germanica ricostruita in Tuscia con ovvi aspetti tendenti al ridicolo. Ma  le avventure sono senza fiato e non ci si annoia.