Fantomas - All'ombra della ghigliottina - Corto (1913)

Prima trasposizione dei romanzi dedicati al celebre maestro del crimine, del trasformismo e del male, è un film grezzo ma ben strutturato nello script e nella trama. Precursore del poliziesco alla francese, sorprende per la realistica espressività. Sa alternare la tensione data dalla cattiveria di Fantômas a momenti più distesi (accompagnati da musiche di Strauss jr. e Rossini, che per la buona qualità audio sembrano aggiunte dopo). La qualità delle immagini è accettabile e si possono notare i lussuosi interni in stille "belle époque". ***

Il primo episodio della serie anticipa toni e pregnanze di quelli successivi: l'amore per l'affastellamento ariostesco di intrighi e colpi di scena, la sovrapposizione (fisica e psicologica) fra repressione poliziesca e crimine con la conseguente messa in dubbio della solidità dell'ordine costituito (lo scacco strutturale dell'ispettore Juve). L'aristocrazia fa da fondale: questa, infatti, è già un'opera secolarizzata, borghese, nettamente moderna. Nulla di profondo; piacevole, però, grazie a un'intelligente colonna sonora.

Primo film col personaggio creato da Allain e Souvestre nel 1911, che ottenne sùbito clamoroso successo. Due cose balzano all’occhio: la recitazione quanto mai espressiva degli attori, grazie alle loro mimica e gestualità, senza che si sbraccino vistosamente, e (per noi italiani) la chiara derivazione da Fantômas del personaggio di Diabolik. Intrigo poliziesco cui si perdona qualche ingenuità (siamo ben oltre un secolo fa…), ricco di momenti emotivamente interessanti. Qui il protagonista, cui non manca buona dose di sadismo, sfugge alla ghigliottina grazie ad uno scambio di persona.

Davvero avvincente questo esordio cinematografico di Fantomàs, che inanella un furto, un omicidio, l’arresto e un emozionante escamotage per sfuggire alla ghigliottina. Diabolico il criminale, ma forse ancor più la tormentata e torva amante, nonché ben efficace il detective e impagabile l’attore teatrale che gigioneggia. Ottima narrazione, buon ritmo, ambientazioni perfette, calzante senso del thriller sul tempo ‘lungo’ di un’ora, che fonda, per così dire, le regole del classico poliziesco francese a venire.