Bel western di analisi delle reazioni umane con momenti di buonumore ed altri in cui si avanzano sospetti di posssibili segreti ed inquietudi (che non tutti vengono a galla). Spicca la nitida naturalezza delle inquadrature e la concreta apprensione derivante dai sentimenti in bilico. La presenza di una donna (Maria Schell) che perde temporaneamente la vista in seguito ad un agguato è usata anche come metafora del suggerimento di affrontare la vita con occhi aperti. ***!
Uno dei più bei western degli anni '50 e certamente tra i migliori interpretati da Gary Cooper. Ben scritto e diretto ottimamente da Daves (autore di film bellissimi del calibro di Cowboy e Quel treno Per Yuma, tanto per rimanere in ambito western), con personaggi ben delineati e affidati ad un cast oggi purtroppo irripetibile. Una delle ultime e memorabili prove di Cooper, affiancato da un sempre affidabile Malden e da una splendida Schell.
La Frontiera e la febbre dell’oro sono il sudario per il manicheismo del western classico, qui messo in discussione da un’idea autoritaria della giustizia e della scienza (nella fattispecie, la medicina), comunque fallibili e vulnerabili ai colpi dei sentimenti umani come violenza, possesso, avidità, amore; efficace in tal senso la scelta di non rischiarare del tutto le psicologie dei personaggi, in particolare quella complessa di Cooper e il suo oscuro passato, le cui molteplici contraddizioni lo spingono lontano dall’archetipo dell’eroe del West.
Il Dottor John Frail (Gary Cooper) è un uomo onesto, ma con un passato (in parte oscuro) che lo ha reso duro e diffidente verso i suoi simili. Come medico invece è ineccepibile. Ma non basta per essere stimato, anche perché se si è troppo diversi dal resto della comunità, c'è sempre l'albero con la corda che penzola pronto ad essere usato alla prima occasione e non certo per far giustizia. Buon film, con personaggi ben delineati e ben interpretati. Regia e sceneggiatura ottime che rendono bene le situazioni e le incomprensioni che si creano.
In un villaggio di cercatori d'oro del Montana, un medico con una tragedia familiare alle spalle salva prima un delinquentello, poi una giovane donna che ha perso la vista. Western classico in cui prevale l'indagine psicologica dei personaggi rispetto all'azione, concentrata nell'ultima parte. Grande interpretazione di Cooper, uomo onesto e tormentato dalle ombre del passato, con ottimi comprimari come Scott e Malden. Bello il finale drammatico, in cui l'avidità e l'intolleranza della piccola comunità esplodono in tutta la loro furia.
Gary Cooper è il bravo interprete di un western cinico e dalle atmosfere crepuscolari, nel quale interpreta un medico dal tragico passato a cui il grande attore americano regala una notevole espressività. Il film si segnala per l'ottima caratterizzazione dei personaggi che prevale sull'azione, concentrata prevalentemente nel finale. Di altissimo livello il cast di contorno.
La forza di questo western è tutta nei personaggi, dotati di sfumature tali da renderli interessanti (troppo caricaturale il viscido cercatore). Su tutti, i due protagonisti: il burbero, ma onesto e generoso dottore e la sua paziente, che avrà la forza di riprendersi e di tentare la fortuna con l'oro, metallo che accieca e rende stolti gli uomini, come il regista tende a sottolineare più volte, soprattutto nella seconda parte. Il tempo è passato anche per questa pellicola, ma a differenza di altre, qui le rughe filmiche sono un po' più gentili.
MEMORABILE: La protagonista prova a parlare come gli abitanti del villaggio: "Voi menate il can per l'aria". "Prendere o andar via!"; La scoperta casuale dell'oro
La corsa all'oro è stata l'ultima frontiera americana prima di quella kennedyana. Al posto dell'ideale della fondazione di una nuova civiltà, l'avidità. Il film è originale è interessante quasi fino al finale, che ho trovato debole e convenzionale. Fin lì, un grande Cooper egemonizza il film come il suo personaggio di medico anticonvenzionale, abile pistolero collerico e autoritario, egemonizza il disastrato accampamento di minatori in cui si svolge la storia. Cast di contorno molto buono (avrei voluto più spazio per il predicatore folle di Scott).
La febbre dell'oro imperversa. In un avamposto di cercatori arriva un medico (Gary Cooper) dai metodi duri, dal passato tragico e, sulle prime, poco chiaro. Western incentrato sui personaggi e sulle loro dinamiche di comportamento, contrappuntato dall'ambigua e selvaggia atmosfera di frontiera. La tensione, più che nell'azione violenta, è nello spazio emotivo e psicologico plasmato dai movimenti dei protagonisti. Movimenti che si arroventeranno nell'incalzante parte finale.
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