Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Fabbiu 12/04/07 14:44 - 2145 commenti

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Il film non ha molte nuove pretese, il soggetto quindi non è poi tanto originale: risate e riflessioni su un tessuto sociale triste ma vero, tramite lo stile di Pozzetto a volte un po' monotono. Abbastanza ben sceneggiato e con un Pozzetto capace di far ridere molto con battute azzeccate ed efficaci (come al suo solito). La Muti però è sempre la solita, necessaria presenza per quel tocco "drammatico" nel film, che però ne indebolisce la fluidità. Nel complesso molto piacevole. Peccato per il finale troppo sbrigativo e superficiale.

G.Godardi 13/04/07 22:48 - 950 commenti

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Di buono ha che anni dopo Mel Brooks farà un film praticamente identico a questo. E ciò sta a significare che l'idea di fondo era azzeccata. Ma è un po' troppo sbrigativa la realizzazione, una sceneggiatura più accurata avrebbe giovato. Forse, dove il film lascia davvero il segno, è nella descrizione dei luoghi milanesi, ripresi quasi con piglio neorealista. Pozzetto è in forma e sono buoni i duetti col "Virgilio" Mazzarella che l'accompagna nell'"inferno" dei barboni. La Muti è come sempre. Cameo di Gregoretti. Si lascia guardare.

Il Gobbo 28/05/08 15:39 - 3015 commenti

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Mah. Forse già datato all'uscita, didascalico e banale nello svolgimento del compitino, non mai solcato da guizzi di cattiveria, tranne per la "forchettata" del sempre bravo Mazzarella, rimane un filmettino inconsistente, guardabile, senza infamia e senza lode. Pozzetto è "nei su' cenci" (toscanismo che qui si fa piuttosto letterale), e insomma all'epoca era una garanzia. Mediocre.

Redeyes 24/06/08 11:23 - 2449 commenti

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Film non esilarante né strepitoso che ha comunque dalla sua un buon sottofondo di romanticismo, sia pure decisamente banalotto. Pozzetto, salvo momenti che si contano sulle dita di una mano, non è esplosivo, la Muti impressiona maggiormente per la bellezza, qui abbastanza acqua & sapone e per una dolce aria proletaria, che per la recitazione. Finale con happy ending scontato ma non fastidioso. Se lo si guarda con spirito romantico più che per voglia di sganasciarsi dalle risate può esser un buon film!

Magnetti 6/10/08 11:19 - 1103 commenti

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Tra i film con protagonista Pozzetto è uno di quelli che mi è piaciuto di meno. Il duo con Ornella Muti non funziona molto bene. Divertente (anche se un po' forzato) il rapporto fra il neo barbone e il barbone "navigato". Interessante invece la Milano ripresa alle spalle della vicenda che, anche laddove è ripresa come teatro della povertà, non diventa mai squallida né triste. Ai tempi dell'uscita si guardava volentieri questo film, oggi invece risulta datato e un po' noioso.

Puppigallo 21/02/09 19:19 - 5274 commenti

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Da un copione come questo, striminzito e banalotto, era difficile che ne nascesse qualcosa di buono, ma grazie alla bravura di Pozzetto la pellicola diventa vedibile e, in alcuni casi, si sorride e si ridacchia (l'impoverimento del protagonista, con annessi problemi, il tirocinio da barbone). Un plauso va anche a Piero Mazzarella, con la sua inconfondibile voce gracchiante. La storiella con la Muti è da latte alle ginocchia, ma se non altro lei fa una buona battuta (La Muti: "Ma come sei vestito?": E Pozzetto: "Eh faccio il fattorino". E lei: "Menomale che non fai il palombaro").
MEMORABILE: Pozzetto aggredito dal suo cane: "Ma perchè abbiamo dei cani così stronzi? Licenzialo!"; Boom!: "Avanti!"; Addormenta un bambino piangente col gas.

Tarabas 22/02/09 17:11 - 1878 commenti

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Un ricco imprenditore prova sulla sua pelle la vita da povero, per fare un esperimento. Scoprirà una serie di verità su se stesso e sulla vita. Commediola con qualche ambizione, non soddisfatta, con Pozzetto in forma ma non assistito dalla sceneggiatura. La Muti sgrana gli occhioni. Piero Mazzarella è un barbone milanesissimo. Innocuo e un po' noioso.

Cangaceiro 5/07/09 11:42 - 982 commenti

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Scritto esclusivamente da Pozzetto, è uno dei film migliori dell'attore lombardo, impegnato in un'onesta e a suo modo profonda escursione nel sottoproletariato milanese degli anni 80. In tal senso una gran nota di merito va all'ambientazione nella desolata periferia della città industriale. Renato in ottima forma, passa dal divertente al malinconico con mirabile disinvoltura. La Muti invece non fa del suo meglio ma non credo sia un problema. Azzeccate le musiche di Cipriani. In generale una pellicola che, nella sua semplicità, offre spunti di riflessione.

Galbo 19/11/09 13:15 - 12392 commenti

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Nella sfavillante (e di cartapesta) Milano degli Anni Ottanta, sono ambientate le vicende di un ricco industriale che atterrito dalla povertà prova a vivere la situazione che lo terrorizza. Diretto da Festa Campanile, il film è una non trascendentale commedia tenuta insieme sopratutto dalle buone e misurate interpretazioni di Pozzetto e della Muti, perfettamente a loro agio in questo tipo di ruoli. Meno efficace il contesto.

Renato 7/04/10 16:25 - 1648 commenti

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Altro ottimo titolo pozzettiano dei bei tempi. Non è certo il suo film migliore, a dirla tutta, ma così averne. L'inizio è un po' loffio se vogliamo, e Pozzetto come ricco industriale carognone non può certo funzionare; ma non appena diventa povero (anche se per scelta) il film prende subito quota per poi decollare definitivamente con l'ingresso in scena del grandissimo Piero Mazzarella. Tutte le sue scene sono memorabili, ed accompagnano la pellicola all'ovvio finale. Per me, è ormai un classico nel vero senso della parola.

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Herrkinski 2/02/10 23:35 - 8111 commenti

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Nel tipico stile della commedia italiana di una volta, quella che strizzava l'occhio alla malinconia, Pozzetto sceneggia e interpreta un film di buona caratura, non eccelso ma comunque più che dignitoso, anche grazie alla solida regia del bravo Pasquale Festa Campanile. La storia è risaputa e lo svolgimento assai prevedibile, così come il finale sognante, ma l'atmosfera amarognola che pervade la pellicola ha un qualcosa di genuino e poetico che tutto sommato lascia il segno, anche grazie alle belle musiche di Cipriani e alla bravura di Pozzetto. Non male.

Daidae 25/03/10 15:34 - 3179 commenti

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Tipica commedia alla Pozzetto, questa volta nei panni di un ricco che vorrà o dovrà testare sulla sua pelle la parte opposta. Buona la prova degli attori, bella come sempre la Muti, ottimo Pozzetto; alla fine non è malaccio, ma Pozzetto ha fatto film decisamente migliori. Passabile.

Manowar79 5/04/10 21:18 - 309 commenti

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Ritengo Campanile uno dei migliori registi italiani dediti alla commedia: mai scontato, sempre attento nel tracciare una sottile linea tra divertimento e amarezza (Il Petomane, Manolesta, Culo e Camicia, per citarne solo alcuni). Pozzetto, uno dei suoi "attori feticcio", è nel suo ruolo ideale, abbondantemente collaudato, tanto che un anno dopo interpreterà quel Ragazzo di Campagna che deve non poco al film in questione. Un titolo senza troppe pretese, spassoso e con un'inevitabile finale "castellanoepipolesque".

Nando 10/07/10 04:03 - 3814 commenti

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L'industriale tenace ma poco convinto dei suoi sottoposti, anche tra i congiunti, si finge povero e cerca di capire, in modo blando, i disagi. Parabola sulla ricchezza che non genera felicità ma determina grossi disagi. Commediola italica con un buon Pozzetto ed una bellezza nostrana come la Muti non sempre viva.

Dengus 24/01/11 11:49 - 361 commenti

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Non è Il ragazzo di campagna, ma nemmeno Papà dice messa! Uno dei migliori Pozzetto, nonostante l'impostazione troppo fiabesca della trama a rendere il film inferiore alle capacità dell'attore. Le risate non sono di grana grossa, forse perché il film non deve far solo ridere, ma essere anche una denuncia sociale. Ci sono una Muti sciatta ed un po' patetica ed un Mazzarella che fa da ottima spalla per Renatone accompagnandolo negli abissi della Milano underground primi anni '80. Dolcissima la melodia che suona Pozzetto con l'armonica; romantico.
MEMORABILE: La moglie che pesa le tette; Pozzetto affamato mangia la pappa del bambino!; "Gli stronzi sono conseguenza del cibo ma non mangiano!"

Il Dandi 6/03/11 15:33 - 1917 commenti

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Brutto, fragile e risaputissimo, sembra incredibile che sia targato 1983 (sarà parso vecchio già allora). Pozzetto-centrico all'ennesima potenza, ma tutto è di una pochezza irritante, prevedibile e televisivo (il furto della valigia, le scarpe alla stazione). Se si dovesse giudicare solo da questo film, si concluderebbe che la comicità di Pozzetto aveva esaurito la sua ragion d'essere e accanirsi a riproporla era un insulto al pubblico (con la Muti che se ne innamora poi... ma per piacere!). Il garbato Campanile non può nulla.
MEMORABILE: Pozzetto addormenta un bambino col gas della cucina.

Ciavazzaro 20/05/11 14:49 - 4770 commenti

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Mi aspettavo un pochino di più, ma comunque in definitiva questa commedia pozzettiana non delude. Bene Pozzetto, discreta la Muti. Da citare Pozzetto che diventa barbone alla ricerca di una dimora e il finale. Sufficiente senza brillare eccessivamente.
MEMORABILE: L'incubo iniziale di Pozzetto.

B. Legnani 6/08/11 02:39 - 5532 commenti

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Tiene benino fino al "suicidio", poi cala e non si risolleva più (**). Le cose migliori sono pertanto neI rapporti con Svampa e con la moglie e nelle battute da "padrone" e da "povero-primo periodo". Pozzetto fa (bene ) Pozzetto, la Muti è mediocre come sempre, Mazzarella bravissimo (ma il suo personaggio viene presto a stancare). Confezione curata, ma era lecito attendersi di più.
MEMORABILE: Pozzetto che licenzia il cane...

Rambo90 28/09/11 02:01 - 7697 commenti

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Uno dei migliori film di Pozzetto, qui davvero bravo e simpatico soprattutto nella seconda parte, quando ha a che fare con la vita da strada. Bellissima la Muti e ottimo comprimario Piero Mazzarella, barbone ultra milanese. Sono tante le scene che fanno divertire, ma c'è anche un lato sentimentale non disprezzabile che aumenta il ritmo della vicenda. Graziosa la colonna sonora; notevole.
MEMORABILE: Pozzetto al bar.

Deepred89 27/09/12 19:29 - 3706 commenti

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Stupisce l'insolita cura per la confezione, con una fotografia livida e raffinata degna dei migliori poliziotteschi del decennio precedente. Il resto non è il massimo: passi l'idea iniziale, ma lo svolgimento è stanco, le gag latitano (e il grigiore del contesto non aiuta) e se ogni tanto si ride è solo merito di un Pozzetto abbastanza ispirato (ma il suo personaggio convice poco, così come tutti gli altri). A ciò si aggiunge un finale così tirato via da sfiorare la sconclusionatezza (nonostante la simpatia della sequenza finale). Insomma...

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Motorship 31/01/13 16:55 - 585 commenti

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Non il miglior Pozzetto, ma è lo stesso godibile questo film di Festa Campanile, una sorta di introspettiva del sottoproletariato medeghino. Il film, che tra l'altro ha lo stesso Pozzetto tra gli sceneggiatori, inizialmente è sfavillante, mentre dopo il suicidio (tentato!) va calando fino a un finale banale, soprattutto se si considera che la pellicola ha anche della denuncia sociale al suo interno. Pozzetto se la cava piuttosto bene, mentre la Muti è meglio altre volte. Bene anche Mazzarella e Svampa. Notevole la OST di Cipriani. **!
MEMORABILE: Pozzetto al bar; Pozzetto che addormenta il bambino affidato alla Muti col gas della cucina; La moglie che si pesa le... tette!

Gabrius79 13/08/13 02:17 - 1427 commenti

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Film piacevole con due campioni di cassetta come Renato Pozzetto e Ornella Muti. La storia è piuttosto semplice e pulita con volgarità per fortuna assente. Si ride con alcune gag di Pozzetto alle prese con la sua vita da finto povero. La Muti se la cava, mentre un plauso va a Piero Mazzarella nei panni del barbone burbero ma buono. Azzeccate le musiche.

Stelio 2/04/15 20:48 - 384 commenti

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L'Italia anni Ottanta ben rappresentata in questo discreto film di Campanile: ricchezza e benessere in un Paese all'epoca tra i più opulenti del mondo hanno quasi sempre il contraltare dei pochi poveri di allora, in un contrasto che è alla base di tutta la storia. La sceneggiatura però regge poco. Interpretazione di Pozzetto molto appropriata. Passabile.

Disorder 23/04/15 13:07 - 1416 commenti

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D'accordo che Pozzetto all'epoca aveva le spalle abbastanza larghe da sorreggere anche la più debole delle storielle, ma qui si esagera. La trama è veramente meno che un pretesto per celebrare (ma sotto sotto anche stigmatizzare, vedi la moralina finale su ricchezza e arrivismo) la spumeggiante Milano da bere dei primi anni 80. Comunque la simpatia di Pozzetto non si discute e qualche scena divertente è assicurata. Bellissimi alcuni squarci della Milano d'altri tempi. Guardabile e nulla più.

Il ferrini 22/11/15 01:28 - 2358 commenti

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Uno degli ultimi lavori di Pasquale Festa Campanile e lo si vede dalla maggior cura registica. Purtroppo non si può dire la stessa cosa della sceneggiatura, che invece zoppica un po', ma fortunatamente a salvare la baracca c'è un Pozzetto in gran spolvero e il sempre ottimo Mazzarella, che il Renatone nazionale chiamerà tre anni dopo per il suo Il volatore di aquiloni. La Muti è bellissima e irritante, come sempre. Non certo il miglior di film con Pozzetto ma una visione la merita.
MEMORABILE: Mazzarella, barbone, che pranza sul tetto del Duomo di Milano.

Alex75 25/11/15 09:53 - 880 commenti

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Commedia non eccelsa, a tratti prevedibile, riscattata da un Pozzetto d’annata che riesce a compensare i limiti della sceneggiatura, soprattutto quando è spalleggiato da Mazzarella (dal quale vengono gli unici toni graffianti del film); un ulteriore motivo d'interesse viene dalla velata critica sociale, con ampi scorci su una Milano dimessa, parallela a quella rampante e "da bere". Discreto e delicato l’intermezzo sentimentale.
MEMORABILE: La forchettata; Pozzetto al bar; Il bambino addormentato col gas; Sul tetto del Duomo; “Gli stronzi sono una conseguenza del cibo ma non mangiano”.

Ultimo 14/01/16 17:37 - 1655 commenti

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Un film leggero leggero che deve il suo successo a un Pozzetto scatenato e in gran forma. Le situazioni divertenti non si contano, a partire dai tormenti per la paura di diventare povero per passare ai primi giorni nell'appartamento. Cede un po' verso la fine, ma rimane godibile. Buoni anche i comprimari, su tutti Piero Mazzarella. Bella la Muti, ma chiaramente inferiore al protagonista per bravura. Per "oozzettiani".
MEMORABILE: La moglie fissata col seno; "La vuoi una forchettata?".

Parsifal68 12/10/16 11:16 - 607 commenti

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Un ricco industriale milanese, spaventato dalla povertà, prova a vivere da povero scoprendo valori veri e trovando l'amore. Film classicamente anni '80, ambientato in una Milano godibile e interpretato da un Pozzetto che fa quel che sa fare meglio. Non è che ci si aspetti tanto da questo tipo di commedie, i personaggi sono caratterizzati superficialmente, ma la vena comica è discreta e questo basta. Non bene la Muti.
MEMORABILE: Pozzetto che sul finale "ritorna" ricco e caccia di casa la moglie fredifraga.

Paulaster 13/10/16 10:14 - 4419 commenti

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Per dare un tocco di umanità e voce a chi tira a campare si è cercata la commedia dei buoni sentimenti nel mezzo della Milano industriale. Divertenti solo alcune parti e sempre grazie a Pozzetto: il rapporto con Svampa, il fare da riccone, i primi approcci col lavoro. Tra gli altri la Muti riesce anche a essere vagamente credibile e Mazzarella lo è fin troppo in un ruolo che quasi stona. La fotografia ingrigita aiuta il tono sommesso della vicenda ma alla lunga porta alla malinconia (per non parlare della triste armonica).
MEMORABILE: La fuga con le scarpe; Il suicidio con sberla al seguito; Svampa preso a calci.

Xamini 8/01/17 00:46 - 1252 commenti

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Commediola che fila via con una serie di gag tutte sulle spalle del buon Pozzetto e che a oggi ha il merito di mostrare frammenti (più o meno rilevanti) della Milano di allora. Al di là di questo una vicenda che non travolge ma che si limita a far sorridere a tratti, più che altro per merito del nostro, a fronte di una Muti decisamente gradevole ma anche piuttosto piatta. Meglio il Mazzarella, un barbone milanese che richiama alla memoria Gino Bramieri.

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Markus 28/06/17 16:02 - 3687 commenti

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Può un ricco industriale affrontare improvvisamente la povertà assoluta? Ce lo spiega Pozzetto attraverso una commedia ricca di buoni sentimenti e condita da una buona dose di gag tra il surreale e l'infantile come forse solo lui è stato capace di fare. La rimpianta Milano socialista di Carlo Tognoli fa da cornice (ma stavolta in maniera meno scintillante del solito) fotografando umori e luoghi popolari. Molto valido il supporto di Mazzarella, che talvolta ruba la scena al protagonista. La Muti... fa la Muti. Ottima la OST.

Pessoa 12/09/17 14:04 - 2476 commenti

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Fiacca commedia di Festa Campanile che riprende uno standard vecchissimo (anche se qui il pretesto che scatena la vicenda è piuttosto improbabile). L'ambientazione milanese giova a Pozzetto, che trova qualche momento divertente e regge buona parte del film, complice l'indolenza di una Muti svogliata. Grande prova di Mazzarella (che si mangia letteralmente il protagonista in tutte le scene), ma il punto debole del film è una sceneggiatura molto arrangiata, che cade proprio nei momenti topici. Regia precisa ma anonima. Non imperdibile.

Mutaforme 9/01/18 14:54 - 417 commenti

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C'era una volta la Milano degli Anni 80, fatta di sogni e di imprenditori rampanti. E c'erano i film di Pozzetto, immancabili commedie che al tempo facevano sorridere e un po' anche riflettere. Oggi questo film ha poco da dire, è assolutamente datato. Resta tuttavia un'interpretazione acqua e sapone di Pozzetto e quella di una giovane Ornella Muti, oltre al ricordo del simpatico Piero Mazzarella che fa respirare un'aria d'altri tempi.

Pumpkh75 21/02/18 14:14 - 1749 commenti

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Il solito grande Renatone stavolta ai servigi di una storia semplice e pluri-battuta ma con una carezza di malinconia (saranno i lembi sfiorati di povertà ed emarginazione, sarà l’armonica...) che spegne qualche risata e accende qualche apprezzabile considerazione. La Muti, che al solito sembra altrove, stavolta è surclassata nell’immaginario da Patrizia Fontana e la sua ossessione per i seni; bravo Mazzarella nella sua sgradevolezza. Milano d’antan splendida, la fama del finale è proporzionale alla sua improbabilità. Tempo fa mi piaceva meno.
MEMORABILE: Il bambino e il gas; La segretaria esibizionista.

Siska80 20/07/20 11:57 - 3792 commenti

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Buona l'idea del milionario psicotico che si finge povero per poi ridursi a straccione: per certi versi la trama anticipa il successivo Mollo tutto con lo stesso protagonista (che qui, anziché guadagnarci un figlio di colore, trova un amore disinteressato). Il film va preso per quello che è, una fiaba moderna (con un bravo Pozzetto e un modesto cast, Mazzarella a parte) che fa poco ridere e molto riflettere su ciò che davvero conta nella vita. Orecchiabile anche la colonna sonora, finale che ricorda quello di Bluff con Celentano.
MEMORABILE: Il furto delle scarpe.

Enzus79 24/09/23 22:10 - 2896 commenti

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Ricco ingegnere milanese con la paura cronica di diventare povero si esercita a vivere senza denaro. Discreta commedia, che a suo modo riesce anche ad analizzare la società italiana dei primi anni Ottanta. Pozzetto (qui anche sceneggiatore) più che simpatico. Prevedibile il finale, ma d'altronde non poteva essere altrimenti. Discreta la colonna sonora firmata Cipriani.
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  • Musiche Dusso • 10/04/13 16:47
    Archivista in seconda - 1831 interventi
    Grandi come sempre queste uscite, si è fermato il mercato dei dvd italici del cinema anni 60/70/80 ma fortunatamente questo delle colonne sonore sta continuando con ottime uscite!
  • Musiche Markus • 11/04/13 08:40
    Scrivano - 4775 interventi
    Devo dire che negli ultimi anni fortunatamente è nato un mercato di nicchia sorprendentemente attivo e proficuo. Le uscite spesso colmano quei buchi che i buoni vecchi LP avevano per motivi forse di spazio (per inserire tutte le tracce dovevano far uscire due vinili per un solo film… una cosa impossibile).
  • Discussione Zender • 25/10/13 14:28
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Sì, brutta cosa infatti. Oddio, era piuttosto anziano anche lui (85 anni), ma era effettivamente il simbolo di un certo teatro milanese.
  • Discussione Lòpe • 31/12/17 12:59
    Galoppino - 186 interventi
    Nella scena in cui Pozzetto porta il cappuccino al direttore possiamo notare che riesce a rovesciarlo addosso alla vetrata dell'ufficio facendolo cadere a terra, per logica nel corridoio prima di entrare nell'ufficio. Notiamo invece che una volta entrato nell'ufficio del direttore (passando dal telaio della porta senza vetro, che riapparirà poi magicamente durante l'uscita per essere frantumato) ripulice i resti del cappuccino a terra, che per logica dovrebbe essere nel corridoio dove era caduto.
  • Discussione Pumpkh75 • 21/02/18 14:17
    Addetto riparazione hardware - 433 interventi
    Ma della provocante e svestita Patrizia Fontana non si sa nulla? Ho visto su imdb che ha fatto solo tre film e dopo Un Povero Ricco è svanita. Qualche info supplementare su di lei?
  • Curiosità Buiomega71 • 22/11/18 10:12
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 10 maggio 1984) di Un povero ricco:

  • Discussione Blondie666 • 22/05/19 16:27
    Galoppino - 68 interventi
    Lòpe ebbe a dire:
    Nella scena in cui Pozzetto porta il cappuccino al direttore possiamo notare che riesce a rovesciarlo addosso alla vetrata dell'ufficio facendolo cadere a terra, per logica nel corridoio prima di entrare nell'ufficio. Notiamo invece che una volta entrato nell'ufficio del direttore (passando dal telaio della porta senza vetro, che riapparirà poi magicamente durante l'uscita per essere frantumato) ripulice i resti del cappuccino a terra, che per logica dovrebbe essere nel corridoio dove era caduto.

    tutta la scena è surreale, infatti entra dalla porta a vetri, ma l'attraversa perchè il vetro non c'è
    una volta spazzato i cocci della tazza sotto un mobile fa per uscire ma si trova il vetro della porta davanti a sè, frantumandolo ahaha

    "MA NON LI VEDE I VETRI?!?!?"
    "eh, ce ne sono tanti"
  • Discussione Kanon • 25/06/19 20:40
    Fotocopista - 835 interventi
    A questo link http://www.la7.it/la-valigia-dei-sogni/video/gregoretti-un-povero-ricco-03-11-2007-90161 è possibile ascoltare Ugo Gregoretti che racconta qualche aneddoto legato al suo cameo (parla anche di una scena filmata ma non inserita nel film).
  • Musiche Gosp • 7/07/21 10:00
    Disoccupato - 29 interventi
    Nella OST di "Un povero ricco", Stelvio Cipriani riutilizza, rielaborandoli, frammenti melodici e armonici del brano "Saint Michel", già presente nella colonna sonora del film "Dedicato a una stella" diretto da Luigi Cozzi, del 1976.

    https://www.youtube.com/watch?v=w8p4jonujkY

    E questo è il tema, opportunamente arrangiato:

    https://www.youtube.com/watch?v=SMaK92zxqhU
    Ultima modifica: 7/07/21 11:23 da Gosp