Ex-compagni del dormitorio si ritrovano reclusi nella casa di uno di loro, presi di mira da un killer "filosofo" e parente di Jigsaw. Sarà una nottata da incubo; entro le sei del mattino uno solo potrà sopravvivere, eliminando gli amici. Ibrido che inizia alla Porky's, prosegue alla Saw e ricorda - incredibilmente - Reazione a catena, pellicola che sembra essere vero referente di Chris Moore per svariati motivi: la ferocia degli omicidi (non manca l'amputazione di una mano eseguita con badile!) e il clima economico della vicenda, impostato alla "ecologia del delitto". Non male anche la fotografia.
MEMORABILE: L'occhio trafitto al povero Freddy (Daniel Franzese); le bastardate di Brent (Teddy Dunn) e la sua inevitabile fine iperviolenta.
"L'uguaglianza naturale fra gli uomini fa sì che tutti vogliano le stesse cose" diceva Hobbes nel Leviatano. Norma valida anche per i "serial-riddlers", a quanto pare, dato che ormai è loro trastullo prediletto vederci grufolare nel conterder(s)ci lo scettro della sopravvivenza. Homo homini lupus e bellum omnium contra omnes e infine Jig ce lo Saw, lo sa che qui ci s'uccide ancora. Jigsaw lo sa, che Shooter è a casa a se-que-stra-re. Longilinei contro obesi, sexual addicted vs sfigati, tutti pronti a scannarsi al quesito del dolcetto stantìo o dell'ennesimo arzigogolato e inutile scherzetto.
Siamo alle sawlite: infondinfondo siamo tutti assassini. Se poi non ti viene lasciata scelta altra nella semifinale dell'uccidere o essere uccisi imbastita dal solito scocomerato di turno che si è visto una volta di troppo l'intera saga del tumorato di dio e della sua collera, allora assassini lo si diventa anche in superficie. Grazie al secchio. Ciò tolto, che resta? Sapere perché il supercervellone nascosto tra le foglie lo fa. Ma ce ne impippa tanto quanto, e -peggio ancora- sarebbe stato proprio meglio non scoprirlo.
Vacanzina godereccia in una villetta isolata che per questi ragazzotti/coppie si rivela mortale. Un folle omicida molto ingegnoso si comporta come il Saw dei poveri e li mette alla prova, l'uno contro l'altro. Appetitoso in parte questo teen slasher dall'ispirazione ibrida baviana/waniana, si rivela un po' stanco verso la fine e piuttosto scontato nei risvolti, se non fosse per la sorpresa finale che ne spiega il movente. La confezione è dignitosa, gli attori nella media, ma si dimentica in fretta, non tanto per la mancanza di originalità quanto di mordente.
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mah a me questo sottogenere mi ha scassato le uallere. se ne saranno già visti almeno sei in tema "reclusi che devono capire perché lo sono o muoiono". nine dead comunque è davvero teribbile. non è neanche male, se ti piacciono i rompicapo ipercervellotici. commento a mezzanotte.
Schramm ebbe a dire: mah a me questo sottogenere mi ha scassato le uallere. se ne saranno già visti almeno sei in tema "reclusi che devono capire perché lo sono o muoiono". nine dead comunque è davvero teribbile. non è neanche male, se ti piacciono i rompicapo ipercervellotici. commento a mezzanotte.
Io sono horrorofilo di bocca buona e, avendo apprezzato Saw, gran parte di pellicole derivate mi risultano simpatiche.
Ammetto che il (sotto)genere è ipersfruttato e che è oggi difficile aggiungere qualcosa di nuovo, ma il discorso vale anche per gli altri generi e lo si può fare per tutto il cinema in generale.
Comunque Kill theory in questo si distingue (forse in peggio, però): i reclusi non hanno alcun rompicapo da sciogliere, più semplicemente son costretti a uccidersi l'un l'altro.
La motivazione finale del killer sa un pò di Cape fear...
Annualmente seguiamo l'interessante appuntamento dell'After dark horrorfest.
Anche quest'anno (quarta edizione 1) otto film "to die for" hanno fatto la loro comparsa nella manifestazione cinematografica più attesa dai fans del cinema horror.
Questa la lista dei film passati in rassegna, ovviamente davinottata (cliccate sul titolo per leggerne la recensione):
NOTA 1 Per l'elenco della prima edizione (2006) vedere QUA Per l'elenco della seconda edizione (2007) vedere QUA Per l'elenco della terza edizione (2009) vedere QUA
il problema di ND non è stato, almeno per me, il suo essere derivativo -guaio ormai della quasi totalità del cinema- quanto le forzate contorsioni logiche di uno script che non stava proprio in piedi. sicuramente per appassionati di enigmistica è un buon pasto.