Si salvi chi può... la vita - Film (1980)

Un Godard meno sperimentale del solito, a volte (non è una novità) un pò sproloquiante ma stavolta, cosa rara, il più annoia (soprattutto la parte iniziale). Non mancano sarcasmo ed ironia(certe punzecchiature vanno a segno: vedi quelle sulle banche) un pò di fascino e qualche momento riuscito: su tutti quelli che vedono protagonista la meretrice Isabelle che è interpretata da una giovane e deliziosa Huppert che già fornisce una prova notevole in un ruolo "particolare" e coraggioso. I tocchi grotteschi della sceneggiatura sono opera del grande Jean-Claud Carrière.

Dopo dieci anni dedicati al cinema militante, Godard torna al cinema di racconto e lo fa a modo suo. Come spesso succede, il personaggio femminile è davvero complesso, ricco, interessante mentre il regista non ha smarrito con gli anni la capacità di raccontare; semplicemente lo fa in modo diverso, proiettando ancora una volta il suo cinema verso il futuro. Non si possono non amare la Huppert e anche la Baye, che pedala con stile personale.

Regista è alle prese con la ex moglie. Godard riesce a rendere digeribile il suo egocentrismo, soprattutto nelle fasi familiari, e dà il meglio quando descrive il mondo della prostituzione. Huppert, che fatica all'inizio, poi è naturale durante il servizio più vecchio del mondo. L'effetto voyeuristico è asciugato, tanto che resta solo il giudizio, poco lusinghiero, per chi paga la prestazione. I giochi dei ralenti sono a sé stanti e hanno indubbio fascino.