Poliziesco di ordinaria amministrazione dove Bronson interpreta il solito poliziotto dai metodi spicci e Balsam il classico signore della mafia impossibile da incastrare. Le scene d'azione sono dirette con buona maestria da Winner e il ritmo è abbastanza veloce e coinvolgente (Bronson cerca di arrivare a Balsam attraverso un'infinita serie di piccoli furfanti), manca originalità e il finale non è proprio memorabile ma nel complesso è un buon film.
Prove generali de Il giustiziere della notte per il trio De Laurentiis-Winner-Bronson. Purtroppo qui non siamo nel campo dello struggente e livido dramma metropolitano quanto nel poliziesco più convenzionale e schematico, una sorta di Callaghan in tono nettamente minore. L'investigazione procede in maniera ingarbugliata e sonnolenta, con la sfilata di troppi personaggi di cartapesta incapaci di dare nerbo alla pellicola. Qualche scena movimentata c'è solo nella seconda parte, ma ormai è tardi. Brutto il finale ambiguo, sbrigativo e indecifrabile.
MEMORABILE: Il mafioso che precipita dal grattacielo.
Poliziesco "reazionario" tipico del periodo, nello stile della serie dell'ispettore Callaghan, con contorno di mafiosi siciliani. Bronson è estremamente solido e a suo agio nei panni del poliziotto duro e dai metodi poco ortodossi; balsam mafioso funziona e offre una prova professionale e controllata come al solito. L'azione non manca, così come una buona dose di violenza e cinismo, eppure manca quel quid in più che possiedono, ad esempio, gli analoghi film con Clint Eastwood. Winner e Bronson han fatto di meglio, ma il film si lascia vedere.
Bronson non è ancora il Paul Kersey de Il giustiziere della notte e per ora bisogna accontentarsi di un poliziesco di routine sulla falsariga di Callaghan, che procede in modo confuso tra delinquentelli, gangsters e veterani del Vietnam in attesa di sciogliersi tardivamente in un finale beffardo e realistico. Manca dell’unitarietà e della tensione emotiva riscontrabile in altre opere del regista, che comunque sa condurre con fermezza le scene più movimentate e disegnare riuscite macchiette come quella dello spacciatore Walter Burke. Da un romanzo di John Gardner.
Poliziesco tratto dal romanzo "A complete state of death" di John Gardner. Il regista Michael Winner garantisce solido mestiere e il film risulta essere una gustosa anticipazione del Giustiziere della notte. Grazie a un montaggio serrato e sequenze action di pregevole fattura, la pellicola si mantiene frizzante per tutti i novanta minuti. Bronson si muove bene nei panni del rude poliziotto, bravo anche Balsam nel ruolo a lui più congeniale del malavitoso.
Completo trattato poliziesco ed un po' noir. Dopo la partenza giustizialista (convengo sul fatto che a 17 anni con la pistola si è maggiorenni), ci si arrampica in una storia poliedrica a tinte giallo/nere, dove saltuariamente si fanno vedere i metodi spicci dell'ufficiale all'opera (l'interrogatorio). Ma il durissimo si salva grazie all'assenza di pregiudizi ed alla sua buona fede ed il film, anche grazie al roccambolesco finale, si merita un giudizio ben oltre le aspettative.
MEMORABILE: L'assalto finale ai mafiosi; il volo dal grattacielo.
Winner prepara il terreno a Il giustiziere della notte, con questo poliziesco meno banale di quel che sembra. In fin dei conti si tratta di incastrare il solito mafioso intoccabile, ma le indagini vengono descritte con una complessità e un realismo non comuni, il ritmo è buono e il finale regala parecchia azione. Bronson granitico come sempre, ma stavolta la sua durezza è stemperata dallo sbandieramento di idee democratiche. Curiosa la scelta di non fare mai incontrare lui e Balsam.
MEMORABILE: L'assalto ai mafiosi; Il volo dal grattacielo; La "confessione" di Balsam.
Direi un classico nel suo genere. Il poliziotto più che deciso che sa fare a cazzotti, guidare un'auto in inseguimenti spericolati, sparare bene ma anche pensare come un vero detective. Dall'altra parte i mafiosi nell'immancabile ristorante con i mandolini, le loro regole d'onore e tutto il resto. Mantiene quel che promette, senza eccessiva enfasi ma dignitosamente. Molti i personaggi, con in più mercenari che si allenano nel deserto e che si fanno ammazzare forse un po' troppo facilmente. Bronson è una certezza, credibile nei panni di Torrey.
Poliziesco duro e violento, sulla scia del Callaghan di Eastwood, interpretato dal granitico Charles Bronson. La trama, fin troppo arzigogolata, unisce poliziotti poco rispettosi delle regole con vendette mafiose e reduci del Vietnam. Alla fine dei conti si nota anche una certa pesantezza e lentezza; per fortuna Winner dà il meglio di sé nelle scene d'azione e c'è un magnifico Martin Balsam. Tipico prodotto di genere anni '70. La coppia Winner-Bronson darà il meglio l'anno dopo con Il giustiziere della notte.
Poliziesco di routine per Winner che mette un risoluto Bronson contro i capi di Cosa Nostra. La storia assomiglia a tante altre e solo una buona prova degli interpreti riesce a rendere accettabile un sceneggiatura derivativa e densa di retorica. I nomi dei mafiosi più famosi e gli avvenimenti narrati sono enunciati quasi a caso senza rispondenza storica. Ritmo piuttosto lento che si riprende nel finale, con sparatorie ed acrobazie automobilistiche. Niente che non si sia già abbondantemente visto, ma la confezione discreta potrebbe renderlo piacevole agli appassionati del genere.
Ancora un Charles Bronson imbronciato che veste i panni di un poliziotto di insuperabile bravura ma dai brutali modi “repubblicani”. Una serie di omicidi di loschi figuri spinge le ricerche verso una specie di “colpo di stato” mafioso che sta per esplodere. Colpisce la negligenza dei collaboratori attorno alla figura coriacea dell’ispettore, mai così autoritario e critico. Il solito caravanserraglio di personaggi e azioni che funziona alla grande.
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MusicheEllerre • 6/05/10 09:56 Call center Davinotti - 1203 interventi
Come al solito Roy Budd, maestro nel genere "in movimento", non può non coinvolgerci con le sue ben arrangiate composizioni ritmiche affidate all'orchestra. Qua e là brani jazz e bossa per "rilassare" l'orecchio...
Riferimenti discografici: Roy Budd, The Stone Killer (L'assassino di pietra), Fonit Cetra 1974