Breve inserto che oggi si definirebbe docufiction. Volontè, già calato nei panni di Vanzetti per il film che sta girando con Montaldo, ricostruisce con veemenza il presunto suicidio dell'anarchico Pinelli. Accanto a lui si riconoscono Montagnani e Diberti in quello che oggi è un reperto storico, ma che allora voleva scuotere le coscienze. Peccato che dopo 40 anni non ci sia ancora sicurezza su quanto accaduto. Politico, asciutto, accusatorio. E poi ci saranno altri morti. A quando la verità?
L’impostazione risente molto dell’epoca, ma la serietà del lavoro e la gelida ironia nelle ricostruzioni della morte di Pinelli risultano tuttora molto efficaci. Sul piglio da servizio di approfondimento giornalistico, con substrato politico-movimentista, è innervato appunto l’humor nero di chi cerca di spiegare qualcosa che solo un autore comico può partorire: il presunto suicidio dell’anarchico, appunto. Il tutto con un senso forte di urgenza e denuncia, che arriva al bersaglio. Peccato che l’indignazione non sia bastata a ottenere la verità.
Docufilm asciutto che cerca di rappresentare le versioni date dalla polizia sulla morte del frenatore delle ferrovie Pinelli all'interno degli uffici della Mobile di Milano. Tra gli interpreti, oltre a Volontè e Diberti, si riconosce un serioso Montagnani. Le ipotesi vengono per l'appunto verificate dagli attori con non poca ironia sfiorando involontariamente la comicità, il che fa presagire l'impossibilità di quanto dichiarato dai vertici della Questura. Girato in b/n con suono in presa diretta.
Da un'altra collaborazione militante tra Petri e Volontè, un cortometraggio politico che cerca di ricostruire la morte (omicidio o suicidio?) dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Il rigore documentaristico della controinchiesta, corroborato da riferimenti a dossier, giornali e libri d'epoca, non offusca il lato più strettamente cinematografico, in cui è riconoscibile lo spirito polemico e sarcastico del regista contro il Potere.
MEMORABILE: «Mi è sfuggito per un pelo: mi è rimasta la scarpa in mano...»
Piccolo cortometraggio intelligente che propone una "ipotesi" recitata delle tre diverse versioni della questura di Milano sulla morte di Pinelli. Estremamente artigianale, ma Volonté conquista la scena con il suo carisma e Petri mostra benissimo di saper dosare il ritmo e di saper usare i movimenti della macchina da presa per affermare qualcosa. L'impianto fondamentalmente teatrale (la finestra) ricorda l'analogo spettacolo di Dario Fo sulla "morte accidentale" di un anarchico.
MEMORABILE: La versione di Frezzi; "L'ultimo di una lunga scia di anarchici suicidi".
Renzo Montagnani HA RECITATO ANCHE IN...
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Per quanto riguarda la mia esperienza, il recupero è possibile a mezzo di canali animaleschi e affini; temo sia raro venga programmato in maniera regolare, sia pure su canali tematici quali ad esempio Rai Storia.
Gugly ebbe a dire: Per quanto riguarda la mia esperienza, il recupero è possibile a mezzo di canali animaleschi e affini; temo sia raro venga programmato in maniera regolare, sia pure su canali tematici quali ad esempio Rai Storia.