Ancora Bela Lugosi al centro di un horror a basso costo. La storia è abbastanza ridicola (uno scienziato frustrato decide di scatenare un pipistrello gigante che uccide tutti coloro che portano una particolare lozione dopobarba) e il ritmo lento (nonostante la durata brevissima si fatica ad arrivare alla fine); l'unico motivo per vedere questo film sta nella grande interpretazione del suo protagonista e in alcuni tocchi umoristici azzeccati. Per il resto poca cosa.
Lugosi fa quasi tenerezza mentre si porta in giro per il laboratorio un pipistrellone palesemente finto, imbalsamato su un trespolo. Se non fosse per lui, che evidentemente credeva in tutti i personaggi che interpretava, questa pellicola sarebbe solo una sciocchezza con attorucoli (guardate l'espressione e la posizione delle braccia di due di loro quando vengono attaccati) e un improponibile pipistrello anabolizzato tramite elettrocuzione. Lugosi invece, con i tipici atteggiamenti dello scienziato pazzo dei fumetti, riesce, non a salvare la baracca, ma almeno a darle un perchè.
MEMORABILE: La vocina nella testa di Lugosi: "I soldi che ti han dato sono tuoi e loro te li han lanciati come si lancia un osso a un cane".
Penalizzato da pessimi effetti speciali (quel pipistrello finto...), il film propone l’ennesimo mad doctor, questa volta mosso solo da desiderio di vendetta e senza il conflitto tra Scienza ed Etica che ci si poteva attendere. Bela Lugosi si aggira ferino e irridente, ma la trama è esilissima e la regia esangue e priva di competenza nelle scene di suspense, che di fatto non ci sono. Solo per il nocciolo duro dei fans dei cultori del genere e dell’attore ungherese.
MEMORABILE: Il legame tra il dopobarba e il pipistrello.
Come in larga parte della sua filmografia l'unica cosa che vale la pena vedere è la convinzione con cui Lugosi impersona il villain di turno, malgrado la fragilità (eufemismo) dell'assunto e la scarsità di pecunia che affligge l'intera operazione (impagabile, e infatti non pagato, il laboratorio). Inutile dire che si simpatizza per il pipistrellone. Albertone doppia lo sceriffo, Paolo Stoppa il fotografo.
Se non fosse per Lugosi sarebbe inguardabile. Eppure Il vecchio Bela è presente, mellifluo e sinistro, pazzo e risentito: il contorno poco importa. C'è da dire che la storia regge pure, costruita com'è su alcune pulsioni basilari (la vendetta, l'abilità dell'assassino nello sfuggire alla giustizia), anche se il tutto reca l'impressione di una povertà desolante. Simpatico il pipistrello che in laboratorio sembra un pollo alla piastra e in volo sembra proprio quello che è: un pezzo di gomma.
Uno scienziato che crea nuovi prodotti cosmetici si serve di pipistrelli giganti per vendicarsi dei suoi datori di lavoro, ritenendo che si siano indebitamente arricchiti sfruttando il suo lavoro... Trama scombinata, attori mediocri, effetti speciali ridicoli. L'unico elemento che può giustificare la visione di questo filmetto di serie C è ovviamente la presenza di Lugosi che affronta l'imbarazzante ruolo con una serietà degna delle migliori cause: basta guardare il suo sguardo di sardonica follia quando si aggira nel laboratorio segreto maneggiando un pipistrellone vistosamente fasullo.
Povero ma spassoso animal-horror con un "mostruoso" pipistrello assassino (in realtà un'innocua volpe volante) attratto da un dopobarba profumato e usato per commettere delitti. La trama strampalata e il generale tono umoristico (con tanto di spalla comica ad affiancare lo scafato protagonista reporter) sono garanti di una visione disimpegnata e piacevole, grazie anche alla performance impeccabile di Lugosi nei panni dello scienziato pazzo. Inutile stare a sindacare sugli effetti rozzi (il pupazzo svolazzante) e sull'inesistente psicologia dei personaggi. Per spettatori consapevoli.
MEMORABILE: Il laboratorio carnevalesco; Il pipistrello che vola fuori dalla finestra; La foto del pipistrello dichiarata falsa; Il finale con trappola a Lugosi.
Adorabile midnight movie della Poverty Row statunitense, un piccolo classico con un bravo e dignitosissimo Lugosi e una storia più fanta-noir che horror: molti dei suoi elementi così palesemente naif sono oggi pregi assoluti che non possono non far provare ammirazione per un cinema tanto economicamente povero quanto puro e ricco di anima, a cominciare dal pipistrellone che, più che provocare sghignazzi, non può non suscitare tenerezza e nostalgia per quando al cinema ci si divertiva (o spaventava) con poco. Il grande attore ungherese avrebbe comunque meritato una carriera migliore.
Parecchio misero, con una trama ripetitiva che vede un chirottero gigante uccidere alcune persone. Il pipistrello è naturalmente finto ma tutto sommato non così scadente, se si pensa a quale tipo di produzione a basso costo sia il film, e quando vola funziona abbastanza. Bela Lugosi nobilita la pellicola con le sue espressioni folli; le scenografie sono risicate e spesso si vedono sempre gli stessi ambienti, come nella scena ripetuta più volte in cui i pipistrelli escono dall'abbaino.
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Più pericoloso per mele, arance e mandarini Il muso del pipistrello che viene ripreso in primo piano (quello è vero, non di gomma) appartiene a una volpe volante: un grosso pipistrello che si nutre solo di frutta.
DVD A&R dimensioni disco: 3.81 GB durata effettiva: 1:08:08 audio: italiano 2.0 (doppiaggio originale), italiano 2.0 (ridoppiaggio), inglese 2.0 sottotitoli: italiano formato video: 1.33:1 extra: poster e locandine, trailer (01:22)